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Lunedì, 21 Febbraio 2011 19:29

Non c' è due senza tre

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Riceviamo e pubblichiamo

Dopo la mozione sulla modifica del funzionamento del consiglio comunale e quella sul ruolo del consigliere comunale, non poteva mancare quella sulla figura del  Sindaco.
Anche questa farà la fine delle altre due e non verrà mai messa in discussione ...ah, il sinedrio dei capigruppo...
Le tre mozioni resteranno agli atti.  Le troverà chi in futuro fara la storia del  consiglio comunale  e le segnalerà, insieme alla costituzione di A2A e al Pgt, come le uniche novità del quinquennio 2006-2011.


Mozione sulla figura del Sindaco di Milano (mozione collegata  a due precedenti, la prima, presentata il 2 febbraio 2009,  N.M. 278,  e mai messa in discussione,  riguardante la "Modifica del funzionamento del Consiglio Comunale" e la seconda, presentata l'8 novembre 2010, N. M. 446, e anch’essa mai discussa, riguardante la "Modifica del trattamento del consigliere comunale")

IL CONSIGLIO COMUNALE DI MILANO
non conosce il  Sindaco. 

Per conoscenza qui non sintende quella biblica (caratteristica degli amanti) bensì quella, decisamente più  superficiale,  che di solito si crea sui posti di lavoro  (anche il consiglio è, a modo suo,  una fabbrichetta), a furia di frequentazioni assidue e di saluti battute scontri incontri voglia di collaborare desiderio di scappare necessità di mediare. Una tale conoscenza, un simile picio pacio non è stato possibile con la Signora Sindaco. Si è vista poco - ha partecipato a meno del 10 per cento delle sedute - e ha parlato ancor meno: quando l' ha fatto, si è limitata a leggere dei testi scritti,  senza mai replicare  agli interventi dei consiglieri (che ci sono pure rimasti male).

Il Consiglio Comunale non insiste nella critica all’attuale primo cittadino. Non è tutta colpa sua, la tendenza è epocale. Di questi tempi si usa così. Al comando uno solo, un sindaco che,  ubriacato dall’elezione diretta, si sente un podestà, un ghe pensi mi, un faso tuto mi,  uno sceriffo, un peroncino… no,  non un peperoncino, un peroncino,  un piccolo peron. Lui sta in alto, tre metri sopra il cielo, e,  in ambiti sempre più ristretti e in stanze sempre più segrete, prende le decisioni,  senza perder tempo col dibattito. Poi le fa scendere verso il basso,  sulla plebe, seguendo l' antico schema piramidale del potere e utilizzando il moderno pompaggio dei media.

ll Consiglio Comunale di Milano crede che sia arrivato il tempo di invertire questa ventennale tendenza alla verticalizzazione/personalizzazione e spera nel ritorno ad una situazione più normale, dove buongiorno vuol dire buongiorno e dove il sindaco è solo il sindaco, un umano che tenta di gestire con giustizia (syn, con e dike, giustizia), consapevole che gli spetta pro tempore il ruolo del mastro pur restando inesorabilmente un pezzo del borgo: un borgomastro, appunto.

Il Consiglio comunale chiede pertanto al futuro sindaco di Milano, chiunque ella/egli sia, di assicurare:    

- la presenza alla "seduta del lunedì" (così come modificata dalla mozione citata in oggetto) per fare il punto della settimana (o il punto e virgola, o  il due punti, massì abbondantis abbondandum);
- l'incontro vis-à-vis, almeno una volta all’anno,  con ciascun consigliere (negli occhi del consigliere trovi cielo, terra e sogno!);
- la risposta chirografa alle lettere inviate dai consiglieri stessi (se i consiglieri scrivono,  anch' essi di proprio pugno,  ci sarà un perché…);
- la visita annuale ai consigli di zona (che sono le nove case municipali in mezzo alle case del popolo);
- la vista periodica degli ospedali e delle carceri (il contatto coi sofferenti è da sempre il miglior aiuto per ricordarsi l' essenziale e ritrovare la giusta misura).

In sintesi, il Consiglio Comunale di Milano invoca la discesa. La discesa nel cuore della terra. Il giglio entri nel fango. La luce scenda in discarica. Le lacrime bagnino la polvere.

Giovanni Colombo
consigliere comunale di Milano - PD

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