Quasi 1 su 5, tra gli anziani”over 65”, è non autosufficiente per almeno un aspetto della vita quotidiana. La spesa pubblica del settore supera il 2% del PIL E le famiglie aggiungono altri 9 miliardi di euro per le assistenti famigliari
A luglio 2010 il ministero delle politiche sociali ha presentato il Rapporto sulla non autosufficienza in Italia, che evidenzia le grandi contraddizioni e le diverse velocità presenti nel paese in tema di assistenza alle persone non auto sufficienti.
La letteratura scientifica, le rilevazioni Istat, i dati Inps sull'invalidità, confermano la stretta correlazione tra invecchiamento della popolazione e non auto sufficienza: il 18,5% degli ultra 65enni (2,1 milioni di persone) accusa una condizione di totale mancanza di auto sufficienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana.
I servizi per gli anziani, schematicamente suddivisi in servizi domiciliari, residenziali e di sostegno economico, hanno fatto registrare negli ultimi vent'anni un significativo aumento. Dell'assistenza domiciliare usufruisce il 4,9% degli anziani (2% all'inizio degli anni Novanta); dei servizi residenziali il 3% (2,9% all'inizio degli anni Novanta); dell'indennità di accompagnamento 1'8,9% (5%). L’area degli interventi socio-sanitari e sanitari è quasi interamente svolta dal settore pubblico, secondo forme di collaborazione e modalità operative differenziate da regione a regione.
Molti trasferimenti, pochi servizi
La spesa pubblica nel 2007 per l'assistenza continuativa a persone non auto sufficienti ammontava a 17,3 miliardi di euro, l'1,13% del Pil nazionale (0,46% per la componente sanitaria - assistenza residenziale, semiresidenziale, ambulatoriale, assistenza domiciliare integrata Adi, lungodegenza -,0,54% per l'indennità di accompagnamento, 0,13% per la componente comunale, in gran parte costituita da Servizi di assistenza domiciliare - Sad). In questo dato non sono inoltre compresi i pazienti cronici anziani, che beneficiano dei servizi ospedalieri (spesso con uso inappropriato); essi sono tra il 20 eil25% dei ricoveri, almeno un altro punto percentuale del Pil.
In totale, un quarto della spesa sanitaria e socio sanitaria-assistenziale pubblica è legata alla cronicità e alla non auto sufficienza. La spesa per prestazioni monetarie (indennità di accompagnamento,bonus,voucher è circa la metà del totale e pari alla somma della spesa per servizi residenziali e domiciliari. Rispetto ad altri paesi europei, l'Italia è troppo sbilanciata verso i trasferimenti monetari. In Italia la spesa monetaria legata alla cronicità e alla non autosufficienza è del 42%, contro il 24% della Germania e il 14% della Norvegia. Quanto ai servizi, il 4,9% degli anziani fruisce di un servizio di assistenza domiciliare (3,2% Adi, 1,7% Sad). Il valore annuo medio di ore erogate per assistito è 24: il servizio domiciliare pubblico è ben lungi dall'assicurare la presa in carico completa del paziente non autosufficiente. Peraltro l'assistenza domiciliare impegna un quarto di tutte le risorse del comparto cronicità - non autosufficienza, ma appena l'1,08% di tutta la spesa sanitaria.
Negli interventi di assistenza domiciliare, oltre al ruolo della famiglia è molto significativa la presenza delle assistenti familiari (o badanti), divenute in breve la risorsa più utilizzata dalle famiglie per assistere gli anziani a domicilio. Il Rapporto stima le badanti in 774 mila, di cui circa 70 mila italiane. Circa il 6,6% degli anziani utilizza una badante (1 su l0 al Nord). Le famiglie italiane sostengono una spesa di oltre 9 miliardi per retribuire le badanti (il 7% della spesa sanitaria delle regioni), quasi quanto lo stato spende (circa l0 miliardi) per l'indennità di accompagnamento. Solo 1 badante su 3 si ritiene abbia un regolare contratto di lavoro.
di Walter Nanni
Italia Caritas – Maggio 2011