Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input
Bede Griffiths nasce in Inghilterra nel 1906. Negli anni venti studia a Oxford. Terminata l'università, in un certo senso contestando la società d'allora (siamo nel periodo seguente la I Guerra mondiale) assieme a due compagni vive in un ambiente rurale. L'esperienza dura solo un mese, ma per Alan – questo è il nome che ha ricevuto al battesimo – è sufficiente per accostarsi alla Bibbia e "convertirsi" nel 1932 al cattolicesimo, essendo nato anglicano.
Recentemente sono stato a Roma, una città nella quale sono sempre felice di trovarmi perché riflette una grande storia. Dopo il papa Giovanni XXIII e il papa Paolo VI è stato capito che la pace tra gli uomini e le nazioni è un cammino estremamente difficile, ma che non ci sarà pace se non inizia una pace tra le religioni. Questa pace è appunto il grande progetto della Bibbia, del Vangelo e del Corano per riconciliare l’uomo con sé stesso. La mia vita è stata segnata da coincidenze: sono nato in una cittadina molto piccola dell’Algeria, allora francese, e gli antenati della mia stessa famiglia erano già grandissimi conoscitori della Bibbia in quanto traduttori. Tutta la mia vita è stata scandita dai passi della Bibbia, e infatti persino prima di conoscere il nome della mia città natale conoscevo già Israele, Gerusalemme, e quindi il mio passato è stato proprio scandito dalla Bibbia e dal Corano.
Per quale ragione il patriarca greco-ortodosso Ireneo, che è in buoni rapporti con le autorità israeliane, non appoggia il suo correligionario l’archimandrita Hana Atallah che è stato convocato dalla polizia israeliana?
Il card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, su invito della "Islamic Culture and Relations Organization" si è recato in Iran nel mese di febbraio 2001 (17-22).
Nel corso del viaggio Schönborn ha incontrato, tra l’altro, l’ayatollah Khamenei, leader religioso del paese, e il ministro iraniano della cultura, M. Jamei. Il 20 febbraio ha tenuto presso l’Università Iman-Sadr di Teheran una conferenza dal titolo "Dialogo fra le culture per una civiltà dell'amore e della pace", che ha visto un’ampia partecipazione di pubblico.
Giovedì, 24 gennaio 2002
Appena giunto ad Assisi, Giovanni Paolo II si è recato nella Piazza san Francesco dove ha accolto i Rappresentanti delle Religioni del mondo insieme con le loro Delegazioni. Dopo il saluto pronunciato dal Papa e dopo la monizione d'introduzione proclamata dal Cardinale François Xavier Nguyên Van Thuân, i Rappresentanti hanno letto nelle rispettive lingue le testimonianze per la pace.
di Tommaso M. Violante
Sono già passati quindici anni. Quel lunedì 27 ottobre 1986 è entrato nella storia. Per la prima volta, nella bimillenaria vita della Chiesa, il Vescovo di Roma invitò i capi e i rappresentanti delle Chiese cristiane, delle Comunità ecclesiali e delle religioni del mondo a radunarsi ad Assisi, per vivere insieme una giornata di digiuno e pellegrinaggio e per stare insieme per pregare per la pace, necessaria, possibile e doverosa (cfr. Giovanni Paolo II, Discorso pronunciato durante l'udienza generale di mercoledì 22 ottobre 1986, in O Odigos, 4/1986, p. 3).
Dalla conferenza sul "Dialogo Interreligioso" tenuta da Mons. Michael Fitzgerald, nell'ottobre 2002 Presidente del Consiglio Pontificio per l'Unità dei Cristiani
Hans Urs von Balthasar lo riteneva - accanto a san Tommaso d'Aquino - "il più grande artefice di ordine e organizzazione nella storia del pensiero". Vladimir Sergeevich Solov'ëv (1853-1900) fu il maggiore filosofo russo, un grande teologo e un precursore dell'ecumenismo. Animato da ispirazione profetica, oltre che da rigorosa capacità speculativa, questo pensatore anticipò le idee che furono alla base della rinascita spirituale russa fra Otto e Novecento, la cosiddetta "età d'argento", che vide tra i suoi protagonisti P. Florenskij, S. Bulgakov e N. Berdjaev. I ritratti fotografici di Solov'ëv ci restituiscono intatta, a più di un secolo dalla morte, la potenza espressiva del suo volto, l'intensità del suo sguardo colto nella contemplazione.
Uno dei temi più suggestivi trattati dal Concilio Vaticano II è stato quello dei rapporti con le religioni non cristiane. Tema classico della missione fin dai tempi della Chiesa apostolica, esso tormentò anche san Paolo apostolo, che cercò in forme, tempi e luoghi diversi altrettante vie di soluzione.
Tra tutte le questioni democratiche nessuna è arrivata al XXI secolo in modo tanto mal risolto quanto il razzismo. Essa si manifesta in forme nuove di discriminazione sociale e di protezione delle società ricche contro l’onda dell’ "invasione dei barbari", che minaccia le isole di prosperità del primo mondo. Per lo stato americano non sembra aver importanza la quantità di poveri latino-americani assassinati dalla polizia, o uccisi dall’inclemente deserto quando tentano di attraversare la frontiera dal Messico agli Stati Uniti. Ogni giorno sorgono nel primo mondo nuove denunce di schiavitù mascherata ed esplodono ovunque conflitti etnici nei quali, oltre alle questioni economiche e sociali, è l’odio razziale a costituire un importante fattore di violenza.