La disoccupazione giovanile e gli attuali contratti in questi ultimi tempi hanno messo in primo piano sui mass media e ovunque il discorso della precarietà, della mancanza sociologica di punti di riferimento certi. Forse è il caso di smettere di piangersi addosso e di dire: basta!
Cosa si può sperare dal confronto-negoziato sul mercato del lavoro tra governo e parti sociali, faticosamente avviato dopo molte incertezze e che, mentre scriviamo, sta procedendo, per usare un immagine manzoniana che rende l'idea, "a corserelle e fermatine"?
«Un certo modello di società dei consumi è finito. Ormai l´unica via all´abbondanza è la frugalità, perché permette di soddisfare tutti i bisogni senza creare povertà e infelicità».
Per fronteggiare l'attuale orizzonte tecnopolitico europeo del governo Monti, ci vuole un pensiero altrettanto globale e onnicomprensivo di quello su cui essa si sostiene e motiva.
Ciò che negli anni Settanta poteva circolare solo sotto forma di piano clandestino della P2, oggi è oggetto del normale dibattito pubblico ed è obiettivo auspicato di numerosi attori della scena politica e ciò non per effetto di macchinazioni occulte ma per l’incremento della depoliticizzazione di massa.
Le Suore Missionarie della Società di Maria (Mariste), presente nella diocesi di Ngozi dal 1965, nel 2003, rispondendo all'appello del Vescovo di Ngozi (Burundi), hanno esteso la loro azione alla città, dando così vita al progetto “Giriteka”, che si impegna a recuperare i ragazzi di strada a una vita sociale normale.
Anche USA e Russia hanno armato i regimi dell'Africa del Nord: lo denuncia Amnesty International, mentre il nostro governo tenta di affossare la legge sul commercio delle armi.
Ci sono due fattori principali che possono ridimensionare, fino a stravolgerle, le rivoluzioni di questi mesi, che vogliono partecipazione e democrazia. Nella comunità internazionale sembrano prevalere le ragioni della sicurezza in chiave anti islamista e quelle degli affari.
Non avendo premiato il merito, non avendo investito nel talento, l’Italia ora sembra un Paese dove realizzarsi è impossibile.
Che il tempo di Berlusconi fosse scaduto era chiaro a tutti da un pezzo, ma la cosa singolare è che ormai è finalmente diventato chiaro anche allo stato maggiore del suo partito e, a quanto sembra, anche a lui.