Vita nello Spirito

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Sabato, 26 Febbraio 2005 11:42

Parlare d’amore

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Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo… · Allora Maria disse:- Eccomi sono la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto… (Luca, 1,26-38).

La salvezza del mondo è dipesa da uno scambio tra Dio e una giovane donna. Il brano di Luca ce ne fa sentire l’eco, sempre sconvolgente. Un dialogo in cui Dio ha preso l’iniziativa. È in suo nome che l’angelo Gabriele parla alla Vergine Maria.


Dio fa il primo passo. È lui che si disturba, per così dire, che si scomoda per venire a mendicare presso una sua creatura. È lui che, inatteso, fa irruzione in casa della giovane donna prescelta.In un primo tempo, i due interlocutori si affrontano con una certa sorpresa. L’angelo è come incantato di fronte alla bellezza di colei che irraggia la Grazia e la presenza del Signore. La saluta come gli antichi profeti avevano salutato la Città santa di Gerusalemme, la sposa di Dio: «Rallegrati». Ave.
Maria, da parte sua, è piena di stupore, sopraffatta da un gesto in cui presagisce un mistero per lei troppo grande. Si preoccupa, si interroga, come la futura sposa interpellata dalla voce del suo pretendente. Si turba. È il turbamento di tutta l’umanità che Maria sente in se sessa, così come avviene ogni volta che Dio si avvicina a qualcuno, in qualunque luogo: un misto di desiderio e di timore, di nascente tenerezza che sogna di abbracciare e di immenso rispetto dal quale vorrebbe eclissarsi e sparire.
Così il cuore di Dio doveva essere turbato per la preoccupazione della Vergine, commosso fino alle viscere dal tentativo abbozzato di diniego. Ma Dio, più commosso forse di Maria, non può non insistere. Svelando il suo disegno e tende la mano. È un progetto incedibile e straordinario quello che risuona alle orecchie meravigliate di Maria e che balena davanti al suo cuore innamorato, già vacillante: diventare la madre di un certo Gesù, figlio dell’Altissimo, erede di Davide e Re di un regno infinito.
Un solo rimpianto la sfiora: forse l’angelo si sbaglia. Non aveva lei deciso di restare vergine? Di rimanere senza progenie, di restare al mondo come una creatura semplicemente aperta a Dio e alla sua Parola?
Maria non ha ancora finito di meravigliarsi perché niente è impossibile a Dio. Quella verginità che essa ha votato a Dio, quella trasparenza che la apre in tutta la sua grandezza all’amore onnipotente, quella apparente sterilità, quella mancanza di fecondità nella carne, quella povertà – perché la verginità priva l’uomo e la donna della ricchezza propria della paternità e della maternità – proprio quella povertà permette a Dio di rinnovare la sue meraviglie e di ripagare la Vergine al di là di quanto poteva aspettarsi. Le affida il proprio Figlio perché diventi, attraverso lei, un piccolo uomo.
Ecco il disegno di Dio rivelato alla Vergine Maria piena di grazia. Ma il dialogo non è ancora terminato. L’Amore non obbliga nessuno, non mette mai davanti al fatto compiuto. Si limita a proporre, tenta di commuovere le fibre del nostro cuore, ci tocca nel più profondo del nostro essere per suscitare una libertà. Ma non si impone mai. Aspetta ardentemente il consenso senza estorcerlo, accettando anche il rischio di subire un rifiuto.
Sopraffatta da ogni parte dall’amore, la Vergine Maria è tuttavia libera fin nel profondo delle sue viscere, di quella libertà che lo stesso Amore sempre suscita in coloro ai quali si offre. La Vergine Maria, a nome di tutti, accetta e dà il suo consenso. «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».
Maria non ha fatto altro che questo: sussurrare un consenso che proviene dal più profondo del suo essere, ma al quale, come l’innamorato alla risposta dell’amata, è sospeso non solamente il mondo intero, ma Dio stesso. Non c’è stata gioia più grande per Dio del «sì» di quella figlia di Eva che gli apre la strada sulla terra.
Non ci resta che ripetere quel «sì» giorno dopo giorno ed aprire a nostra volta la dura crosta del mondo all’incontro con Dio ed essere luogo in cui tanti fratelli imparano ad acconsentire all’Amore. 

 

Paolo Zamengo Parroco – Lamezia Terme

da “Famiglia domani” 3/2000

Letto 2809 volte Ultima modifica il Lunedì, 13 Maggio 2013 23:40

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