Spiritualità Marista
di Padre Franco Gioannetti
Terza parte
Fu proprio il suo "bisogno di gustare Dio" e la conseguente sua esperienza di Dio che permisero a p. Colin di essere molto concreto e molto incarnato, nel suo tempo, sia nel lavoro pastorale, sia nell'educazione dei giovani, sia nell'apertura alle missioni in Oceania, sia nel concepire la Società di Maria (è il nome ufficiale della nostra congregazione) in una visione profondamente consona alla sensibilità odierna.
Su una base di partenza profondamente spirituale p. Colin intuì sia la necessità di uno stile di vita per coloro che sarebbero divenuti maristi sia le necessità della Chiesa del suo tempo. Due intuizioni ugualmente attuali per il tempo presente.
Dalla realtà della sua persona ancorata saldamente al Signore il Padre ebbe molto presto la coscienza di un carisma particolare per la crescente Società di Maria; un dono di Dio, il Carisma, che le avrebbe permesso di rivelare al mondo un aspetto della santità inesauribile di Cristo.
Questo Carisma noi lo troviamo in due intuizioni, tra loro complementari, avute da p. Colin fin dal primo momento del suo agire:
· L'inserimento nel mistero della vita nascosta di Gesù
· Essere come Maria nella Chiesa nascente
Con queste due intuizioni va messa in relazione un'espressione coliniana caratteristica dal Padre introdotta anche nelle varie redazioni delle Costituzioni della Società di Maria:
vivere…"come ignoti e nascosti in questo mondo".
Questa espressione indica il modo di essere del marista nella Chiesa e circoscrive l'aspetto specifico del mistero di Cristo che il marista deve imitare per vocazione, in quanto egli deve essere un testimone della grazia salvifica contenuta nel mistero dell'abbassamento (Kenosis) e degli anni oscuri di Gesù.
In che modo?
Facendosi, come Gesù, "ignoto e come nascosto in questo mondo".
Quale marista?
Qualsiasi persona che sia stata chiamata ed abbia accettato di vivere la spiritualità della società di Maria.