Viviamo in un tempo e in una cultura che non sa più prendersi cura del morire e del morente. Spesso la morte sopraggiunge in luoghi asettici e spersonalizzanti. La morte è "desocializzata" ed è assente l'elaborazione del lutto. Solo se celebriamo la fede nella vita, sapremo apprezzare i riti delle esequie. Le moderne ritualità "post mortem".
Oggi, se le parole dei testi liturgici non sono comprensibili; se l'intonazione della frase non è corretta nel rispetto della punteggiatura e dei sintagmi, non solo il messaggio diventa difficile da capire, ma una simile presa di parola si trasforma in una cattiva testimonianza...
Pur manifestando chiaramente la preferenza per l'inumazione, nell'attuale contesto culturale non è più la cremazione che suscita perplessità nella comunità cristiana, ma due prassi susseguenti: la dispersione delle ceneri o la loro conservazione in luoghi diversi dal cimitero.
Particolari circostanze storiche hanno condotto all'atrofizzazione dei gesti corporali nella liturgia. Gesti che, semplificando molto la problematica, possiamo dire che hanno finito per riprendersi una rivincita nell'ambito della pietà popolare.
Lo scopo delle monizioni è di «illustrare il significato del rito» e di «invitare il popolo a una partecipazione attiva e consapevole».
E cos'è la consacrazione se non la Parola detta, la Parola resa voce e suono: voce rivolta alle offerte del pane e del vino, voce che fa risuonare il testo biblico
Insisto su questo carattere pastorale di «azione» della liturgia in quanto, per esperienza, ho potuto ascoltare e vedere come la liturgia sia presentata, predicata, favorita nella dimensione di preghiera e spiritualità della Chiesa...
Risulta chiaro che questa "presentazione" è un'offerta vera e propria, come sottolineano le orazioni dette "sulle offerte", recitate appena prima della preghiera eucaristica.
Contro l'illusione di catturare l'esperienza di Dio nelle reti del soggettivismo, occorre considerare i sensi non solo come il luogo della suprema occasione, ma pure come il luogo della quotidiana tentazione.
L'importanza dei sensi e dei riti smentisce tanto l'interiorismo degli uni quanto il presenzialismo degli altri, dato che si fonda su qualcosa di ben più profondo, ossia sulla fede.