Fausto Ferrari

Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Giovedì, 02 Settembre 2004 22:45

Un vademecum per l'ecumenismo

di Josè Marìa Vigil

La stampa di questi giorni ha dato la notizia che "il Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, presieduto dal cardinal Walter Kasper, sta preparando un vademecum dell’ecumenismo che serva di guida alle parrocchie e alle diocesi per attività interconfessionali" (2Abc, 24-1-04).

Concordo pienamente con l’opportunità e la necessità di un vedemecum, non solo per le attività interconfessionali e anche interreligiose, ma anche per le attività ordinarie, all’interno della stessa confessione. L’ecumenismo non è solo per dialogare con gli altri, ma per dialogare con noi stessi. Il dialogo interreligioso sarà utile nella misura in cui si realizzi previamente un "intra-dialogo", per il cui vademecum propongo i seguenti principi minimi.

Giovedì, 02 Settembre 2004 22:43

Maria, modello comune di unità

di John Flack
direttore de Centro anglicano di Roma

La Beata Vergine Maria occupa un posto d'onore nella storia della Chiesa inglese. Durante l'epoca medioevale, l'Inghilterra era conosciuta come la Mary's Dowry e Maria era onorata nelle parrocchie, nelle cattedrali e santuari di pellegrinaggio in tutto il Paese. Restano tracce di ciò nelle migliaia di parrocchie e cattedrali anglicane medievali dedicate alla Vergine Maria. La maggior parte delle chiese dedicate ad altri santi contiene una cappella dedicata alla Vergine, nota come la "Cappella della Signora".

Negli ultimi 100 anni gli anglicani hanno riaperto i luoghi di pellegrinaggio in onore di Maria, come quello a Walsingham nel Norfolk. Nel calendario anglicano Maria viene commemorata tre volte: il 25 marzo (l'Annunciazione), il 15 agosto (l'Assunzione della Beata Vergine Maria) e l'8 settembre (la Natività della Beata Vergine). Alcune Chiese mantengono anche la Festa della sua Concezione, i primi di dicembre. La maggior parte delle parrocchie anglicane possiede qualche rappresentazione artistica della Vergine Maria. Viene comunemente ritratta come la Madonna con Gesù Bambino nelle vetrate e negli arazzi. È corretto affermare che negli ultimi cento anni c'è stato un ritorno d'interesse nella Vergine Maria nella vita della Chiesa anglicana.

a cura di Gianni Valente

Il cardinale ucraino Lubomyr Husar, capo della più consistente Chiesa di rito orientale in comunione col Papa, é una persona cortese e paziente. Da tanto tempo risponde senza scomporsi alle stesse domande e alle stesse polemiche. È da quasi quindici anni che la sua Chiesa, riemersa con vigore dalla clandestinità tribolata dei decenni sovietici, consolida le proprie strutture ecclesiastiche su tutto il territorio ucraino. Una "rinascita" che molti indicano come la pietra d'inciampo di tutti i buoni propositi di riconciliazione tra la Chiesa di Roma e il patriarcato di Mosca.

Ci vuol poco a indovinare che l'arcivescovo maggiore dei greco-cattolici ucraini non si sia entusiasmato davanti alla recente intervista concessa a 3OGiorni dal metropolita ortodosso russo Kirill di Smolensk. Quella in cui il responsabile del dipartimento delle relazioni esterne del patriarcato di Mosca tuonava contro i "piani espansionistici" dei greco-cattolici in Ucraina e negava ogni fondamento storico alle loro "pretese" di veder riconosciuto alla loro Chiesa il rango di patriarcato. Ma più al fondo, ad Husar va stretta l'etichetta di "guastafeste" del dialogo ecumenico che si suole applicare ai cattolici ucraini di rito orientale. Lui, in cuor suo, è convinto esattamente del contrario.

Giovedì, 02 Settembre 2004 22:38

Nessuno è forestiero a Roma

di Giovanni Cubeddu

Narrano le cronache del 1916 che alla morte di Charles de Foucauld i tuareg suoi amici, fieri musulmani, percorsero più di mille miglia nel deserto per portare l'ultimo omaggio all'uomo che, in umiltà e amicizia, aveva testimoniato Gesù in mezzo a loro. Musa ag Amastane, capo beduino, lo ricordò così ai suoi: "Charles, il nostro marabout (uomo santo nel lessico islamico, ndr) è morto per tutti noi. Possa Dio avere misericordia di lui e accada a noi di poterlo incontrare ancora in paradiso".

Le parole di Musa riecheggiavano la delicatezza che ottocento anni prima aveva nutrito i rapporti di Gregorio VII con il sultano algerino Al Nasir, che, facendogli dono di alcuni suoi liberti, chiese al Papa di inviargli un prete perché potesse curarsi dei cristiani presenti nel suo sultanato. E se mai Musa avesse saputo di san Francesco d'Assisi e del suo incontro in Egitto con il nipote del Saladino, si sarebbe chiesto come mai nella Chiesa possano convivere uomini così compassionevoli con altri che aspirano alle crociate.

Giovedì, 02 Settembre 2004 22:36

Affinché la vita abbia l'ultima parola

Fr. Claudio, P. Dario, P. Manuel e P. Mosè

A Roma "due signore e una bambina procedono come noi - ci racconta Leo -. Le due sono stanche e vorrebbero imboccare una qualche traversa per recuperare la via di casa, la bambina vuole continuare. La mamma incomincia, ripetutamente, a far notare la situazione. Forse è meglio andare, dice, c'è sempre più gente. Potremmo passare di lì o di là, insiste, di qua non riusciamo più a muoverci. E poi, continua, non vedi che c'è sempre più gente e ne arriva sempre di più. La bimba non batte ciglio e risponde: Meglio se c'è più gente. Mi vedo vecchio e felice mentre bevo una bibita fresca in un mondo migliore costruito da quella bimba e da tutti i bambini come lei".

di Mao Valpiana

Il sito dell'associazione americana Peaceful Tomorrows (per un domani di pace), un gruppo fondato da 80 famiglie di vittime dell'11 settembre 2001 che cercano un'alternativa non-violenta alla guerra contro il terrorismo internazionale (www.peacefultomorrows.org) ospita nella sua pagina iniziale una significativa citazione di Martin Luther King. "Il passato è profetico nella misura in cui afferma che le guerre sono poveri scalpelli per scolpire domani di pace. Un giorno dovremo accorgerci che la pace non è solo un obiettivo lontano da raggiungere, ma è il mezzo per raggiungere quell'obiettivo. Dobbiamo perseguire fini di pace con mezzi di pace. Per quanto tempo ancora dovremo continuare i nostri giochi di morte e di guerra prima di ascoltare l'appello doloroso degli innumerevoli morti e mutilati delle guerre passate?".

Le seguenti note si basano su M.I. RUPNIK, Cerco i miei fratelli. Lectio divina su Giuseppe d'Egitto, Lipa, Roma 1998; e - in misura minore su C.M. MARTINI, Due pellegrini per la giustizia, Piemme, Casale Monferrato 1992.1 numeri di pagine tra parentesi si riferiscono al volume di Rupnik.

Mercoledì, 01 Settembre 2004 23:31

15. Lo Spirito e la Sposa

di Stefano De Fiores

Si può dire che Maria è sposa dello Spirito Santo?

Il Concilio Vaticano II non ha ritenuto opportuno attribuire a Maria il titolo di "sposa dello Spirito Santo" perché temeva che suscitasse nei fedeli due idee errate: quella della paternità dello Spirito Santo nei riguardi di Gesù e quella dell'uguaglianza sponsale di Maria con lo Spirito. Alla prima di esse si richiamano quanti contestano il titolo. Anche la ragione circa Cristo sposo della Chiesa non può essere negata in base al Nuovo Testamento (Ef 5,25-33). Esistono pertanto delle valide ragioni pastorali e teologiche per astenersi dall'attribuire quel titolo alla Vergine, tanto più che questa è la scelta dell'Assemblea Conciliare.

Mercoledì, 01 Settembre 2004 23:29

Ateismo per la fede

di Rowan Williams
(Arcivescovo di Canterbury)

Discutere di quello in cui gli altri non credono aiuta il dialogo tra le tre religioni abramitiche.

Non per nulla Olivier Clément, teologo ortodosso francese, scrisse sulla "purificazione grazie all'ateismo". Arrivare a credere con convinzione in un certo tipo di Dio può costituire il passo più importante nella direzione del vero Dio.

Ciò che vorrei suggerire specificamente a proposito del dialogo tra le fedi mondiali è che noi passiamo più tempo a guardare quello che le altre religioni non credono. Qualche anno fa, un teologo americano scrisse un libro sulla dottrina cristiana sotto forma di enunciazioni di ciò che non è oggetto di fede. Che cosa il cristianesimo rifiuta a proposito di Dio e di Cristo? Mi chiedo se lo stesso metodo non possa essere illuminante nel nostro sguardo sulle diverse religioni. Come nel caso dell'ateismo generalmente noi impariamo ciò a cui siamo o non siamo realmente vincolati, così nel dialogo o nel trialogo o altro tra le fedi potremmo riuscire a imparare dalle rispettive non-credenze, per essere purificati" dall'incontro e dalla disamina dei rifiuti, cioè degli "ateismi", delle rispettive opinioni.

di Sr. Germana Strola o.c. s.o.

Uno dei cardini fondamentali della liturgia monastica, fin dalle prime forme embrionali delle comunità anacoretiche o cenobitiche dell'Antico Egitto, è sempre stato la recita integrale del salterio: in esso, i monaci chiamati alla preghiera continua trovavano un'inesauribile fonte di ispirazione, l'alimento per un sempre nuovo approfondimento spirituale e il sostegno per una perseverante fedeltà. Specchiandosi in esso, quasi un'immagine privilegiata del mistero dell'uomo e di Cristo, come insegnava già S. Atanasio nella lettera a Marcellino, il monaco assume nella sua relazione con Dio tutto il travaglio dell'esistenza umana e sperimenta in se stesso la forza di una continua catarsi spirituale.

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