Ecumene

Venerdì, 23 Novembre 2007 01:21

Safed, città mistica. La capitale della Cabbala (Catherine Dupeyron)

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Appollaiata sulle alture della Galilea, Safed (Tsfat) città santa del giudaismo, accoglie ogni anno decine di migliaia di pellegrini che si stringono sulle tombe dei saggi e dei grandi maestri della mistica ebraica.

Safed, città mistica.
La capitale della Cabbala

di Catherine Dupeyron

È una delle quattro città sante del giudaismo, accanto a Gerusalemme, Ebron e Tiberiade. Safed però è quasi sconosciuta per la maggior parte dei non ebrei. Senza dubbio perché il suo immenso patrimonio spirituale non si incarna in alcuna costruzione monumentale come la Tomba dei Patriarchi a Ebron o il Muro detto “del pianto” a Gerusalemme.

Appollaiata a 960 metri di altitudine, nel cuore della Galilea del Nord, la città del misticismo ebraico è la più alta di Israele, la più vicina a Dio. Il suo nome occidentale, Safed, evoca a mala pena il suo appellativo ebraico Tsfat, così che molti turisti non la trovano sulle carte geografiche. Discreta, piccola (30.000 abitanti), modesta, Safed/Tsfat, ha tuttavia partorito un misticismo ebraico risplendente. Per gli ultra-ortodossi (un terzo della popolazione) che vi sono oggi istallati e rimangono lontani dal chiasso e dallo spettacolo del mondo, non c’è in questo nessuna contraddizione; anzi….

Sul posto il visitatore è sicuro di perdersi almeno una volta nel dedalo delle viuzze della città vecchia e di scoprire così il suo mistero e il suo fascino. Unici punti di riferimento sono le sinagoghe, molto più numerose degli alberghi, benché, come una donna ebrea religiosa pudicamente vestita, rimangano ben nascoste prima di rivelare la loro bellezza.

Illuminare il mondo intero

La stravaganza è altrove. Nella gioia immensa e nel fervore che accompagnano le feste ebraiche, di cui la prima è l’arrivo del sabato ogni venerdì sera. Proprio a Safed è stato scritto nel sec. XVI uno dei poemi più conosciuti del giudaismo, il Lekhah dodi – Vieni mio diletto - recitato nelle sinagoghe del mondo intero per salutare l’inizio del riposo. L’autore, Shelomoh ben Mosheh ha-Levi Alqabets, nato in Turchia, vi riprende una figura del Talmud che paragona il sabato alla fidanzata di Israele. Più di duemila diverse melodie sono state composte per accompagnare i versi liturgici. Poiché , secondo la Cabbala, la musica è di essenza divina, essa è divenuta un elemento essenziale del rituale fra i chassidici, numerosi nella capitale della Cabbala. Nessuna meraviglia dunque che Safed sia diventata una terra di elezione per gli artisti che trovano una fonte inesauribile di ispirazione nel mistero mistico della città e nell’esoterismo della Cabbala.

L’eccezionalità di Safed è legata alla sua collocazione di fronte al monte Meron, proprio dove è sepolto il rabbino Shimon bar Yochay, uno dei Saggi talmudici del sec. II, considerato come uno dei primi maestri cabbalistici e uno degli oppositori dell’occupazione romana. Rivolta verso la montagna, la città ha fama di beneficiare della sapienza di quel grande maestro. Per secoli la sua tomba fu uno dei tre luoghi più frequentati di pellegrinaggio, con la cripta dei Patriarchi di Hebron e la tomba di Rachele a Betlemme. La leggenda racconta che una grande fiamma sarebbe sprizzata dalla tomba del saggio per illuminare il mondo intero. Ogni anno a Lag ba Omer, cioè 33 giorni dopo la Pasqua ebraica, presunto anniversario della morte del grande maestro, 100.000 o 150.000 persone prendono d'assalto il monte Meron, per pregare sulla sua tomba e accendere fuochi di gioia.

La terra di accoglienza degli Ebrei di Spagna

Proprio per essere vicini a questa tomba e agli altri sepolcri di maestri talmudici, molti rabbini (Mosheh Cordovero, Giuseppe Caro…), segnati dallo spirito della Cabbala, si sono stabiliti a Safed nel sec. XV, dopo essere stati scacciati dalla penisola iberica. E nel secolo seguente essa fu qualificata come “città santa”, a somiglianza di Hebron e Tiberiade. Ed è a Safed che fu fondata nel 1578 la prima tipografia del vicino Oriente. Infine durante lo stesso sec. XVI sono state costruite a Safed molte sinagoghe. Esse furono ricostruite alla fine del sec. XIX, dopo il terremoto del 1837 che lasciò sotto le macerie qualche cosa come 4.000 morti e persuase i superstiti a partire. In questo modo Safed, che costituiva allora la prima comunità ebraica della Palestina ottomana, si svuotò a beneficio di Gerusalemme.

L’età d’oro di Safed, il sec. XVI, è collegata direttamente all’espulsione degli Ebrei dalla Spagna nel 1492, che genera fra loro una forte corrente messianica. I rabbini che si stabiliscono a Safed concretizzano il loro pensiero in opere esoteriche che daranno lustro alla Cabbala e risponderanno al bisogno di punti di riferimento per gli Ebrei esiliati dalla penisola iberica. I loro testi dai titoli poetici, come Il frutteto dei Melagrani, Il libro della chiarità, La palma di Debora…potranno in qualche modo illustrare la Cabbala, farne un sistema di pensiero accessibile al popolo, un utensile pratico per la vita quotidiana, una sorta di ideologia che può risolvere i problemi della vita contemporanea.

Lo Zohar, il terzo pilastro del giudaismo

In questo modo lo Zohar (Libro dello Splendore), nato in Castiglia, riletto e interpretato dai cabbalisti di Safed, diventerà il terzo pilastro del giudaismo, accanto alla Torah e al Talmud. Altro testo essenziale, il Shulchan Aruk (La Tavola apparecchiata), scritto dal cabbalista Giuseppe Caro (1488-1575), esiliato in Portogallo, che costituisce sempre un punto di riferimento per la sua codificazione minuziosa delle leggi ebraiche.

Le idee di allora – cioè che la redenzione divina poggia prima di tutto sull’osservanza dei 613 comandamenti enunciati nella Tora – si diffonderanno molto al di fuori di Safed e dal sec. XVI saranno adottati dal Baal Shem Tov (1698-1780), la figura fondante del chassidismo nel sec. XVIII.

(da Le monde des religions, 20, pp. 40-43)

Letto 4672 volte Ultima modifica il Venerdì, 04 Giugno 2010 20:34
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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