Ecumene

Martedì, 31 Maggio 2011 23:01

La corsa del tempo, una trama complessa (Laurent Deshayes)

Vota questo articolo
(1 Vota)

Derivata insieme dal pensiero cinese e dalle tradizioni indiane, in particolare buddhiste, l'astrologia tibetana si basa sull'interpretazione della vita e delle forze che l'animano per guidare l'uomo sulla via della sua esistenza.

La corsa del tempo,
una trama complessa

di Laurent Deshayes

L'astrologia occupa un posto singolare nell'universo culturale tibetano: dalla nascita alla morte, tutto potrebbe esserne condizionato. Due sistemi coabitano su un terreno culturale derivato dal sistema religioso bon, che dominava l'insieme tibetano prima dell'istallazione del buddhismo. Complessa l'astrologia lo è soprattutto per i suoi campi di applicazione, la cui conoscenza presuppone una padronanza che va al di là del semplice sapere. Le sue origini sono dunque molteplici. Quella principale proviene dal sistema cinese, la seconda da tradizioni indiane, soprattutto buddhiste, e specialmente dal ciclo di insegnamento del Kalachakra, la « Ruota del tempo », di cui un aspetto concerne appunto l'astrologia. Sulla corrente di origine cinese si fondano il calendario e gli almanacchi. Vi si trova il principio di una suddivisione del tempo in cicli di dodici anni, in cui ogni anno è collegato a un animale (topo, bue, tigre, lepre, dragone, serpente, cavallo, montone, scimmia, uccello, cane e maiale). A questo si sovrappongono cinque elementi (legno, fuoco, terra, ferro, acqua) che, per la natura attribuita loro, danno un colore particolare a ogni anno, e ognuna di queste influenze elementari dura per due anni consecutivi. In oltre gli anni sono successivamente dotati di una polarità maschile o femminile. Riassumendo, ogni anno ha dunque tre elementi che lo caratterizzano: il 2010 è l'anno della Tigre (animale) maschile (polarità) di ferro (elemento).

Una carta delle influenze

Su questo canovaccio vengono a inserirsi altri elementi: i parkha, che non sono altro che gli otto trigrammi fondamentali che si trovano nel Ji King; e i mewa, in numero di nove, con cui le divinità che li abitano determinano i giorni delle loro influenze. Quasi a innestarsi sull'insieme, i pianeti - l'uso simbolico dei quali viene dal mondo indiano - svolgono un compito importante: essendo mobili, essi contribuiscono al dinamismo della carta del cielo. Questa suddivisione si individualizza quando si cerca di conoscere i caratteri astrologici di questa o quella persona in questa o quella situazione. Infatti ogni mese e ogni giorno sono individuati da uno dei dodici segni annuali, e ogni giornata è suddivisa in dodici settori di due ore, e ognuna di queste coppie orarie è ugualmente collegata con un segno animale. E l'insieme, anch'esso, è collegato ai pianeti. Dunque partendo da tutti questi dati l'astrologo disegna le carta delle influenze che governeranno la vita di una persona. È persino possibile definire quale è il potenziale di vita di una persona. E dunque la durata teorica della sua vita. Contrariamente ai sistemi occidentali  per i quali il luogo di nascita  gioca un ruolo importante, del luogo non si tiene conto che nella misura in cui i fattori fisici sono i riflessi delle azioni accumulate nelle vite passate: così nascere in un paese sorridente o severo darà una indicazione sulle vite passate e dunque permetterà di sapere quale è la tinta generale della vita.

Vitalità ed eclissi

L'interpretazione di queste combinazioni è dunque particolarmente complessa perché i segni, le direzioni, gli elementi, i parkha e i mewa possono essere compatibili o no fra di loro. Poiché sono differenti ogni giorno, tali elementi sono dinamici e si può, analizzando per esempio i mewa, determinare anno per anno, giorno per giorno, la vitalità o la potenza di un individuo. L’influenza del budhismo non è insignificante. Così si tiene conto del ritmo delle fasi lunari che scandiscono il calendario religioso - specialmente gli 8°, 10°, 15°, 25° e 30° giorni del ciclo, come anche delle eclissi, totali o parziali, che sono considerate come dei moltiplicatori del frutto delle azioni. Che si agisca male o bene il giorno di una eclissi totale (sia essa visibile o no) l'energia creata sarà 10 o 12 volte superiore a quella generata dalle stesse azioni in un giorno normale.

Per quali motivi si consulta un astrologo? L'interpenetrazione della vita e delle forze che lo animano colloca l'astrologo al centro di molte decisioni e gli conferisce logicamente un posto importante. Vi rientrano tutti i campi della vita, compresi quelli che la morale può riprovare; così certi giorni - per il carattere negativo che li anima - saranno sfavorevoli alle iniziative delle persone per bene, ma vantaggiose per le iniziative delittuose, poiché esse sono in armonia con l'atmosfera generale. L'astrologo è spesso un religioso, perché l'astrologia fa parte del ventaglio della formazione possibile dei monaci. A Lhassa, il collegio del Mentsi Khang, dove si insegnava la medicina e l'astrologia, godeva di una reputazione che andava  molto al di là dell'altopiano tibetano. D'altronde certe cure mediche non possono - o non debbono - praticarsi che certi momenti che si deducono dallo studio astrologico.

Nell'universo tibetano un buon astrologo  è colui i cui consigli consentono di evitare i pericoli o di minimizzarli. Per questo può consigliare di agire in anticipo o di ritardare una decisione, far fabbricare un amuleto o prescrivere un rituale di cui si pensa che possa  contrastare le forze avverse o dinamizzare le forze favorevoli al progetto. Ugualmente si pensa che certi astrologhi possano dare indicazioni sul percorso dello spirito dopo la morte e segnalare dei giorni nei quali si dovranno eseguire degli specifici rituali. Cultura tibetana e astrologia sono dunque poco separabili. Ma il posto importante che occupa non deve però essere inteso come fatalismo: anche se il valore dell'astrologia è ritenuto valido, essa non può essere considerata come la costrizione del destino.

 


Il Mentsi Khang di Lhassa

Questa “facoltà di medicina e di astrologia” è stata fondata inizialmente nel 1916 dal XIII dalai-lama. Lo scopo era di trasmettervi le conoscenze spirituali e pratiche in materia di medicina (diagnostica, farmacopea, cure... ) e di astrologia (tradizioni indiana e cinese). Queste conoscenze erano convalidate dai diplomi di tsirampa e di menrampa. Il luogo era anche un dispensario aperto ai poveri. Ricostituito in esilio in India nel 1961, il Mentsi Khang continua la sua vocazione di luogo di formazione e di consultazione.

(da Le monde des religions, n. 42, juillet-août  2010,  p. 36)

Letto 3457 volte Ultima modifica il Giovedì, 09 Giugno 2011 09:40
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search