Dall’Oriente è spuntata nel mondo la luce della verità, dall’Oriente Dio si è incarnato in Suo Figlio Gesù Cristo. Dall’Oriente il mondo ha conosciuto la salvezza del mondo tramite il Salvatore, che è nato per darci la vita – Lui che è la Vita.
Il cristianesimo ha vissuto una storia piena d’amore, d’accoglienza, di testimonianza, di donazione, di martirio e di santità… Anche oggi, il cristianesimo vive una fase importante della sua storia moderna, in particolare in Medio Oriente, dove testimonia la sua fede nella Trinità unico Dio e dove dà la sua vita per quello che ci ha dato la Sua Vita.
Dall’inizio di questo millennio, nei paesi arabi rivoluzioni e guerre si stanno svolgendo sotto il nome della democrazia, uccidendo l’uomo – cioè l’immagine di Dio sulla terra –, distruggendo le chiese – cioè le case di Dio – pregando e profanando le cose sante in nome del Dio dell’Islam.
In Egitto, il paese di cui la Sacra Famiglia si è rifugiato nell’infanzia di Gesù, i cristiani copti stanno offrendo a Dio sacrifici quotidiani tra martiri e vittime a causa della loro professione di fede e a causa della loro fedeltà a Cristo.
In Iraq, la terra del nostro Padre Abramo, non mancano mai le auto-bombe davanti alle Chiese e nei quartieri cristiani, inviando loro un messaggio di Addio.
Da Damasco, la città di S. Paolo, la voce della Chiesa locale, il Patriarca della Chiesa Greco Cattolica Melchita, Gregorio III Laham, ci conferma la sofferenza e la lunga via crucis dei cristiani di Siria, durante questi ultimi due anni e mezzo, che ha danneggiato 60 Chiese e ha fatto circa 120.000 vittime (tra cui tantissimi cristiani) e che si stanno svuotando vari antichi paesi cristiani – ad esempio Maalula e Saydanaya. Senza dimenticare i 6 milioni di rifugiati in Libano, in Svezia, Germania e in altre nazioni. Tutte le Chiese Cattoliche e Ortodosse di vari riti stanno soffrendo e stanno partecipando a questo martirio e a questa croce contro i cristiani. I due vescovi ortodossi rapiti da mesi e le 13 suore ortodosse rapite il mese scorso in Siria – e dei quali non sappiamo nulla –, aumentano la preghiera e la fede dei cristiani siriani.
Dicono che i cristiani del Medio Oriente sono minoranza. Forse questo è giusto dal punto di vista numerico, poiché ci sono 15 milioni di cristiani su 523 milioni di Arabi. Ma nessuno può negare che i cristiani abitano da 600 anni prima dei musulmani in quella terra; che cristiani e musulmani vivono da 1600 anni insieme, nonostante tutto; che la convivenza tra le religioni è la cosa principale e iniziale nella vita quotidiana e piena di rispetto e di conoscenza.
È vero che tantissimi cristiani hanno lasciato i loro paesi cercando una vita migliore e degna per la loro dignità umana, ma è pure vero che ci sono anche persone che rifiutano di lasciare la loro terra, preferendo di testimoniare e di morire nello stesso posto dove sono nati. È vero che il popolo di Dio, la Sua Chiesa, è sempre uno, nonostante la sofferenza e la via crucis che sta vivendo in Medio Oriente.
Questa verità assoluta ci fa capire che se una parte della Chiesa sta soffrendo significa che la sofferenza è di tutta la Chiesa. La Chiesa dell’Occidente non può vedere la Chiesa dell’Oriente che sta salendo sulla via del Golgota e rimanere a guardare senza darle una mano a portare la propria croce, sull’esempio del Cireneo. Perciò i cristiani orientali sperano molto nelle voci dei cristiani occidentali che sono finora rimaste silenziose.
Il grido dei cristiani oggi – basta guerra che non serve a nulla – ed il benvenuto al dialogo tra tutte le religioni, tra l’opposizione ed il regime – il benvenuto a tutti nella terra di tutti.
P. Fadi Sotgiu Rahi, C.Ss.R.