Nella tradizione midrashica Gerusalemme corrisponde al punto dove Dio ha posato la pietra della fondazione del mondo. Sion è identificata alla montagna del Moriyya dove Isacco è stato offerto in sacrificio, prefigurazione dell’altare del Tempio sul quale Israele immolava gli olocausti (2 Cr 3, 1). Gerusalemme è ugualmente il luogo dell’attesa messianica. Così la città regale di David incarna tutta la storia della salvezza dalle origini alla fine dei tempi. Questa relazione intrinseca con la redenzione trova un’eco nelle illustrazioni degli Haggadots, raccolte di testi relativi alla commemorazione rituale della Pessah (Pasqua). Leggendo i canti che celebrano Gerusalemme come luogo della rivelazione escatologica, si trovano, a volte, in questi manoscritti immagini del Tempio.
Gerusalemme, ombellico del mondo
I primi cristiani sembrano aver accordato una minore attenzione a Gerusalemme. Numerosi passi dei Vangeli, scritti dopo la distruzione del Tempio, insistono sul fatto che un tempo nuovo è inaugurato in cui il Padre è adorato “in spirito e in verità” (Gv 4, 23) e non più in dimore fatte da mano d’uomo (1).
Recenti ricerche archeologiche hanno rivelato che un culto era praticato in un luogo del Golgota in epoca molto antica, forse dal primo secolo dopo Gesù Cristo. Occorre però aspettare Costantino perché Gerusalemme ritrovi un posto centrale nella coscienza cristiana. L’imperatore, che ha messo fine alla persecuzione, lancia molti cantieri di costruzione. L’attenzione non si concentra più sul Tempio, ma piuttosto sui luoghi dell’Incarnazione e della Resurrezione. Sono erette chiese a Betlemme e al di sopra della tomba di Cristo (2). Inoltre emerge l’idea che la città santa è anche il centro del mondo.
Gerusalemme assume il ruolo che nel mondo greco-romano era attribuito al santuario d’Apollo in Delfo, eredita dunque il titolo di ombelico del mondo (omphalos), vanto del tempio delfico.
Questa idea ha influenzato le rappresentazioni cartografiche medioevali del mondo abitato, fondate sugli scritti di Isodoro da Siviglia. La terra è divisa in tre continenti: l’Asia, l’Africa e l’Europa, rispettivamente popolate dai discendenti dei figli di Noè, Sem, Cam e Iafet. Gerusalemme posta all’intersezione delle sbarre d’un T, ne occupa il posto centrale (3).
Gerusalemme terrestre o celeste?
In nome delle nuova era inaugurata dal Cristo, i cristiani continuano a rigettare la Gerusalemme terrestre. La città di Dio, riprendendo il pensiero di santo Agostino, non è di questo mondo.
La vera terra dei credenti è il Regno dei cieli, la Gerusalemme celeste descritta nell’Apocalisse (Ap. 21. 9,27).
L’arte cristiana l’ha tante volte rievocato, a volte in modo illustre. Così non è raro che gli scultori romanici rappresentino il trono sul quale siede Cristo in gloria in una struttura, immagine della Gerusalemme celeste sulla quale regna l’Agnello di Dio. Le proporzioni delle chiese rappresentano a volte le misure indicate nelle descrizioni di San Giovanni.
Alcuni siti combinano le due possibili imitazioni evocatrici ispirandosi della topografia materiale e della visione spirituale.
A Lalibella sugli altopiani dell’Etiopia, è stato concepita una nuova città santa, un complesso cristiano, i cui luoghi portano nominativi ripresi dalla terra santa. Nel Xlll secolo, undici chiese monolitiche sono tagliate nella roccia. Il riferirsi a Israele è una delle caratteristiche del cristianesimo etiopico che vuol situarsi nella prospettiva d’una eredità risalente al re Salomone. Numerose sono le pratiche ispirate dalla legge mosaica, come l’interdetto di consumare carne di maiale.
Ogni santuario di Lalibella, uno dei quali è chiamato Golgota, conserva nella parte più sacra della chiesa i Tabot, immagini delle Tavole della Legge, che in alcune grandi solennità sono portati in processione. In segno di rispetto riverente sono nascosti agli occhi dei fedeli da un velo ricamato.
A Lalibella, nel giorno in cui si celebra il Battesimo di Gesù (festa di Tirrikat in Etiopia), i Tabot, che simboleggiano le Tavole della Legge, protetti da un baldacchino di broccato, sono portati in processione intorno alle chiese monolitiche, al suono dello shofar (il grande corno giudaico che è stato anche suonato davanti alla Porta Santa, a San Pietro per l’apertura dell’anno santo).
I fedeli vanno al Giordano, un affluente così chiamato sempre per ricordare la Terra santa, per partecipare alla benedizione dell’acqua.
Al centro della Russia
A molte migliaia di chilometri, nel cuore della Russia centrale, è stata eretta un’altra Gerusalemme. Il monastero della Nuova Gerusalemme è stato fondato nel XVII secolo sullo stesso meridiano della città santa.
Parecchie chiese sono state erette intorno all’abbaziale della Resurrezione secondo una topografia che cerca di riprodurre la geografia dei luoghi santi. Il suo fondatore, il patriarca di Mosca Nikon, si è così fatto eco d’una ideologia degli zar, affermando il ruolo messianico del popolo russo.
Gregorio Aslanoff *
* storico dell’arte al CNRS e esperto nell’analisi documentaria
Note
1) Se i cristiani in un primo tempo, non si sentono interpellati da ciò che concerne il Tempio, non dimenticano però che in Gerusalemme ha avuto luogo la Passione e la Resurrezione. Il Cristo però subito dopo la Resurrezione è stato possibile vederlo in Galilea, terra di etnie diverse. Tuttavia il cristiano non può non augurarsi di vedere Gerusalemme assumere la sua vocazione universale e fraterna. Da una nota di Anne Soppa, Biblia 66, p.14.
2) La basilica della Resurrezione è il secondo luogo santo, cronologicamente, di Gerusalemme. Questa chiesa madre ha conosciuto molte vicissitudini dopo òa sua inaugurazione fatta da Costantino nel 335. Comprendeva allora la lunga basilica del Martirio sul sito stesso della morte di Gesù, unita da un cortile alla rotonda dell’Anastasis luogo della tomba vuota e della Resurrezione. L’imponente edificio fu bruciato una prima volta dal persiano Chosroes nel 614. Fu poi distrutto dal sultano egiziano Hakim nel 1009. L’edificio fu ricostruito in dimensioni più modeste dall’imperatore bizantino Costantino Monomaco e in seguito ingrandito dai Crociati e consacrato nel luglio 1149 con il titolo di “San Sepolcro” (il suo nome d’origine viene impiegato senza interruzione dagli ortodossi che non hanno mai lasciato questi luoghi). Nota estratta da uno scritto di Philippe Abadie in Biblia n 66, p. 17.
3) La terra può essere rappresentata simbolicamente in vari modi sempre ispirandosi delle teorie di Isidoro da Siviglia, Queste rappresentazioni persistono fino agli albori della cartografia scientifica. Una carta del 1600 raffigura simbolicamente su di un trifoglio, Gerusalemme al centro, i continenti sui tre petali e il Nuovo Mondo (l’America) appena indicato, separato da un mare suggerito da tratti ondulati, piccole onde. (Vedi Biblia 66, p. 14).
(tratto da Biblia n. 66)
Presentato a cura si sr Immacolata Occorsio, smsm