Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai!
0 non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. 0 non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?
Infatti siete stati comprati a caro prezzo.
Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
Il Corpo è per il Signore
Questo brano della lettera ai Corinti ci interpella direttamente, chiedendo ci di operare, con onestà e chiarezza, le nostre valutazioni sulle scelte operative, sulla qualità dei nostri comportamenti concreti.
Nel testo, la sapienza dello Spirito e la sapienza del mondo sono, come non mai, poste a confronto. Un fatto concreto (5,1-13), un caso di incesto ad opera di credenti, permette a Paolo di cogliere la valutazione che ne dà la comunità. È possibile esprimere una teologia "pasquale" anche a riguardo dell'esercizio dell'attività sessuale, di indicare uncammino coerente, con le scelte concrete da fare.
Il brano della lettera (6,12-20) può darci un insegnamento sulla nostra libertà, sulla castità, sul rapporto del corpo col Signore. Sembra già adombrata, in questa lettera paolina, una teologia "eucaristica" proprio parlando della rettitudine nei comportamenti sessuali.
Il fatto, nella comunità di Corinto, è di pubblico dominio, se ne parla da parte di tutti: un uomo convive con la moglie del proprio padre. Sorprendente per Paolo è la valutazione e la tolleranza non cristiana dei Corinti. Innanzitutto, anziché soffrire ed essere afflitti per un simile comportamento immorale, si vantano dei loro comportamenti e si «gonfiano d'orgoglio», perdendo di vista una lettura degli avvenimenti, senza partire dal punto di vista del disegno del Signore. I comportamenti immorali, anche di due soli, in una comunità cristiana, sono come un po' di lievito che fa fermentare tutta la pasta. Fuori metafora, tali comportamenti disorientano e destabilizzano tutta la comunità. Per una corretta valutazione e scelta pedagogica, Paolo «fissa losguardo su Gesù» (Ebr 3,1; 12,1). È Lui il lievito nuovo, che ci dà pasta nuova. Egli si presenta "immolato".È stato pane azzimo, cioè senza il lievito della malizia e della perversità, Cristo è nostra Pasqua. Il cristiano celebra la vita come festa, e la festa ha un pane azzimo disincerità e verità.
L'apostolo valuta il caso e ne trae le conseguenze per una decisione pedagogica: l'incestuoso, come ogni impudico, avaro, idolatra, maldicente, ubriacone, ladro, deve essere allontanato dalla comunità. Non si tratta di toglierci dal mondo, ma di rivelare al mondo chi è cristiano e chi non lo è.C'è un dentro e c'è un fuori, in riferimento alla comunità cristiana. Questa chiarezza non è, nella storia, condanna definitiva delle persone; ma è pedagogia, medicina «affinché lo spirito - dell'incestuoso - possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore» .
Il testo ci suggerisce una riflessione importante, per fare un progetto di vita aperto a, tutte le dimensioni, anche a quella sessuale. Paolo ci offre al riguardo una rigorosa successione di insegnamenti, ben motivata:
a. La vita cristiana, vera vita umana, è libertà: «tutto mi è lecito». Ma si è veramente liberi, quando possiamo di fatto scegliere senza essere «dominati da nulla» e possiamo e sappiamo scegliere ciò che è di vero giovamento.
b. Il corpo ha una sua ricchezza e grande valore. Ha bisogno di essere nutrito; anche se nutrirsi non è valore perenne e definitivo.
Può e deve esprimersi nella vita sessuale; ma non in qualunque modo, secondo le disordinate esigenze del momento. Ilcorpo «non è per l'impudicizia».
c. Anzi il corpo «è per il Signore, e il Signore per il corpo». Ha un destino di risurrezione, di novità radicale di vita: «Dio poi, che ha risuscitato ilSignore, risusciterà anche noi con la sua potenza». Tale comprensione è ulteriormente ribadita nel testo: «Il corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi [in noi] e che avete [abbiamo] da Dio», Non apparteniamo a noi stessi. A chi apparteniamo? Allo Spirito, a Gesù che ci ha «comprati a caro prezzo»,
Di più: “I nostri corpi sono membra di Cristo”," Il parallelo di un "corpo a corpo" con una prostituta è forte, quasi provocatorio. È però efficace per adombrare non solo l'unione abituale, "spirituale", che pur è fondante, ma perfino la comunione Eucaristica: «Ma chi si unisce alSignore forma con lui un solo spirito».
L'annotazione a forte rilievo psicologico, attesta l'attenzione che Paolo ha all'esperienza umana, di tormento e di turbamento, a proposito della sessualità vissuta disordinatamente: «Qualsiasi peccato l'uomo commetta è fuori dal suo corpo; ma chi si dà all'impudicizia pecca contro il proprio corpo». L'esortazione e il comando che ci viene dalla Parola di Dio è duplice, giacché rivela i due livelli: etico e teologico, presenti nei due imperativi: «Fuggite la fornicazione!», «Glorificate Dio nel vostro corpo». .
Luciano Pacomio
da “L’Ancora” maggio 2004
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