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Giovedì, 05 Maggio 2005 12:23

La Meditazione Esicasta

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            La Preghiera di Gesù, chiamata anche Preghiera del cuore, fa parte integrante della tradizione spirituale esicasta (dal greco Hésychia; silenzio, pace dell’unione con Dio).

            La sua origine risale al IV – V secolo.

È stata definita la colonna vertebrale della Spiritualità Ortodossa. 

Avendo un ritmo preghiera – respirazione si è detto che essa sia la contropartita cristiana dello Yoga.

Si è diffusa fuori dei monasteri grazie alla Filocalia pubblicata nel 1782 dal monaco greco Nicodemo l’Agiorita, ed è stata scoperta da un più largo pubblico grazie alla scoperta di “Racconti di un pellegrino russo”, un piccolo libro anonimo apparso a Kazan (in Russia) nel XIX secolo.

La forma esteriore della preghiera del cuore è semplicissima ed è accessibile a tutti, a condizione di essere battezzati iniziati da una guida spirituale.

È una preghiera adatta all’uomo contemporaneo e può essere vissuta ovunque ed in qualsiasi situazione.

            Consiste nel ripetere incessantemente GESÙ sul ritmo naturale del respiro. In questo caso, come in tutte le religioni  il Nome è l’espressione della presenza. Essa si articola su un’unica frase:


“Signore, Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”

Solitamente così:

Signore, Gesù Cristo, Figlio di Dio (durante l’inspirazione) Abbi pietà di me peccatore (durante l’espirazione).


            Non si tratta di una ripetizione meccanica del Nome ma del nutrirsene come di un alimento.


            Fissando al respirazione sul Nome di Gesù, lo spirito si placa e trova riposo, prega con il corpo e si incarna. Spirito e corpo ritrovano l’unità originale con una pratica assidua la Preghiera di Gesù diviene Preghiera del cuore.

            Ad un certo momento, da se stessa diviene preghiera perpetua. Il fondamento dell’esicasmo si trova nell’esortazione paolina: “Pregate incessantemente” (1 Ts. 5/17).

            È una preghiera che può essere dappertutto, ma prima che ciò avvenga è necessario che l’hésychia sia una preghiera silenziosa e solitaria e che sia praticata in un luogo tranquillo ed appartato, nella propria stanza, quella vera, il cuore dell’uomo.


Esistono tuttavia delle posizioni corporee, consigliate, ma non obbligatorie:


La posizione dei monaci.

Seduti sui talloni o su un piccolo sedile (altezza circa 20 cm), inclinate le spalle fino a toccare il petto con il mento, formando con il tronco come un semicerchio. Va praticata solo su consiglio di una guida.

La posizione del Profeta Elia.

È consigliata ai principianti: ci si siede su, o tra, i polpacci. Ci si curva in avanti fino a che la testa tocchi e la fronte sia appoggiata sulle ginocchia. Le braccia sono posate a terra, ai lati delle gambe, i palmi delle mani rivolte verso il cielo.

Posizione tradizionale.

Seduti sui talloni o su una sedia curare una giusta verticalità. Il centro di gravità deve essere il ventre. Inclinate la fronte tracciando un’immaginaria linea verticale dalla punta del vostro naso all’ombelico.


Quale che sia la posizione assunta, iniziate la vostra meditazione con una metania, inchino profondo fino a terra, durante la quale invocherete lo Spirito Santo.

Sempre prosternati deponete ai piedi della Croce ogni vostra preoccupazione.

Alzatevi dalla prostrazione ed immobili concentratevi soltanto sul presente.

I tappa

Cominciate a dire la preghiera a voce alta, calcando su ogni parola. Poi sentirete giunto il momento di poter dire la preghiera a voce bassa, sussurrando ogni parola. Alternate poi, anche a lungo, a voce alta ed a voce bassa fino a che bocca ed orecchie si impregnino di queste parole ed il vostro corpo si accordi alla vibrazione della preghiera. Gradualmente, un giorno la vostra preghiera diverrà da meccanica a mentale.


II tappa

Nella preghiera mentale visualizza lentamente, le parole della preghiera.


III tappa

Unite la preghiera al respiro che deve essere lento e profondo.


Signore, Gesù Cristo, Figlio di Dio (inspirate) Abbi pietà di me, peccatore (espirate)

oppure

Signore, Gesù Cristo (inspirate) Figlio di Dio (trattenete un istante il respiro) Abbi pietà di me, peccatore (espirate).


Potete anche abbreviare l’invocazione:

Signore, Gesù Cristo, abbi pietà di me

oppure

Figlio di Dio, abbi pietà di me

oppure

Signore, Gesù Cristo, Figlio di Dio.


            La notte è propizia alla preghiera del cuore. Invocare il nome prima di dormire perché la preghiera penetri il nostro sonno.

            È necessario che questa preghiera sia accompagnata da un serio lavoro su se stessi.

 

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Letto 8090 volte Ultima modifica il Giovedì, 04 Novembre 2010 19:47

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