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Martedì, 08 Aprile 2008 21:47

Scritti di san Francesco e santa Chiara D'Assisi

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di Enzo Bianchi

della comunità di Bose


LODI DI DIO ALTISSIMO

Tu sei santo1Signore Dio solo, che fai cose mirabili (Sal 76,15). Tu sei forte, tu sei grande (Sal 85,10), tu sei altissimo, tu sei re onnipotente, tu padre santo, re del cielo e della terra.

Tu sei trino e uno Signore Dio degli dei (Sal 135,2); tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, Signore Dio vivo e vero.

Tu sei amore, carità; tu sei sapienza, tu sei umiltà, tu sei pazienza (Sal 70,5), tu sei bellezza, tu sei mitezza, tu sei sicurezza, tu sei quiete, tu sei gioia, tu sei la nostra speranza e la nostra letizia, tu sei giustizia, tu sei temperanza, tu sei tutte le nostre ricchezze che ci bastano.

Tu sei bellezza, tu sei mitezza, tu sei colui che ci protegge (Sal 30,5), tu sei colui che ci custodisce e che ci difende; tu sei fortezza (Sal 42,2), tu sei sollievo.

Tu sei la nostra speranza, tu sei la nostra fede, tu sei la nostra carità, tu sei tutta la dolcezza nostra, tu sei la nostra vita eterna: grande e mirabile Signore, Dio onnipotente, Salvatore misericordioso.

 

CANTICO DELLE CREATURE

Altissimu, onnipotente2bon Signore,

Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfano,

et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,

spetialmente messor lo frate Sole,

lo qual è iorno, et allumini noi per lui.

Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:

de Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:

in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate Vento

et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,

per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua.

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi Signore, per frate Focu,

per lo quale ennallumini la nocte:

ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,

la quale ne sustenta et governa,

et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.

Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore

et sostengono infrmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,

ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato s' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,

da la quale nullu homo vivente pò skappare:

guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;

beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,

ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate

e serviateli cum grande humilitate.

 

 

PREGHIERA AL CROCIFISSO

Altissimo glorioso3Dio, illumina le tenebre de Io core mio et da me fede dricta, sperança certa e carilade perfecta, senno et cognoscemento, Signore, che faça lo tuo santo e verace commandamento. Amen.

 

 

 

PREGHIERA «ABSORDEAT»

Rapisca4, ti prego, o Signore,

l’ardente e dolce forza del tuo amore

la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,

perché io muoia per amore dell’amor tuo,

come tu ti sei degnato morire

per amore dell’amor mio.

 

 

 

QUARTA LETTERA DI CHIARA AD AGNESE DI BOEMIA

Aquella5che è la metà dell’anima mia, santuario di un amore particolare e tenerissimo, all’illustre regina, sposa dell’Agnello e del Re eterno, ad Agnese madre sua carissima e figlia amata in modo speciale tra le altre, Chiara indegna serva di Cristo e serva inutile delle serve di Cristo che vivono nel monastero di San Damiano d’Assisi manda i suoi saluti e augura di potere, insieme con le altre santissime vergini, davanti al trono di Dio e dell’Agnello cantare un canto nuovo e seguire l’Agnello dovunque vada (Ap 14,3-4).

O madre e figlia, sposa del Re di tutti i secoli non meravigliarti se non ti ho scritto frequentemente come la tua anima, parimenti alla mia, desiderava e sempre desidera, né credere assolutamente che l’ardente fuoco dell’amore verso di te bruci con minore dolcezza nelle profondità di tua madre. Il fatto è questo: hanno ostacolato la corrispondenza la mancanza di messaggeri e gli evidenti pericoli delle strade.

Ora poi che posso scrivere alla tua carità, gioisco con te ed esulto con te nella gioia dello spirito (1Ts 1,6), o sposa di Cristo, perché, abbandonate tutte le vanità di questo mondo, come un’ altra vergine santissima, sant’Agnese, ti sei unita mirabilmente con l’Agnello immacolato (1Pt 1,19) che toglie i peccati dal mondo (Gv 1,29). Felice davvero te, a cui è dato godere di questo sacro convito (Lc 14,16; Ap 19,9) perché puoi unirti con tutto il cuore a colui la cui bellezza riempie di ammirazione incessante tutte le schiere celesti. Il suo amore rende più felici, la sua contemplazione rende più forti, la sua bontà ci riempie e la sua dolcezza ci pervade, la sua memoria ci dà una luce piena di dolcezza. Al suo odore i morti resuscitano e la sua visione gloriosa renderà beati tutti gli abitanti della Gerusalemme celeste (Ap 21,2 ss.), poiché è Io splendore dell’eterna gloria (Eb 1,3), il chiarore della luce eterna e lo specchio senza macchia (Sap 7,26). In questo specchio, o regina, sposa di Gesù Cristo, mira costantemente il tuo viso, cosicché tu ti rivesta tutta, interiormente ed esternamente, ricoprendoti di ogni ornamento (Sal 44,10) e adornandoti dei fiori di tutte le virtù e parimenti di vesti degne della figlia e della carissima sposa del sommo Re (Sal 44,11-12). In questo specchio si riflette nel suo splendore la beata povertà, la santa umiltà e l’ineffabile carità, come potrai contemplare, con la grazia di Dio, in tutta la superficie dello specchio.

Guarda, nella parte alta dello specchio, la povertà di colui che fu deposto nella mangiatoia e avvolto in fasce (Lc 2,12).

O mirabile umiltà, o stupefacente povertà! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra (Mt 11,25) è adagiato in una mangiatoia! Nel mezzo dello specchio, poi, considera l’umiltà, cioè la beata povertà, gli affanni innumerevoli e le pene che sostenne per la redenzione del genere umano. Nel basso di questo specchio contempla l’ineffabile carità, che volle patire sul legno della croce e su quello morire del tipo più vergognoso di morte.

Perciò lo stesso specchio posto sul legno della croce ammoniva con queste parole i passanti su ciò che dovevano contemplare: «O voi tutti che passate per la via guardate e vedete se c’è un dolore come il mio dolore» (Lam 1,12).

Rispondiamo a lui che ci chiama e che geme con una sola voce e con un solo spirito: «Ben se ne ricorda e si accascia dentro di me l’anima mia» (Lam 3,20). Possa perciò, o regina del re del cielo, accenderti sempre più intensamente dell’ardore di quest’amore.

Contempla inoltre le sue indicibili dolcezze, le ricchezze e la gloria eterne e sospirando per il vivissimo desiderio del cuore e per amore esclama: «Attirami dietro a te (Ct 1,3) o sposo celeste, ti seguo attratta dal tuo profumo. Correrò né mai cesserò finché tu non m’introduca nei tuoi luoghi di ebbrezza (Ct 2,4), finché la tua sinistra non sia sotto il mio capo e la tua destra nella gioia non m’abbracci (Ct 2,6) e tu mi baci con il bacio della tua bocca (Ct 1,1), che dà la felicità più piena».

Nel cuore di questa contemplazione ricordati della tua madre poverella, sapendo che io ho iscritto il ricordo di te, che mi dà gioia, nelle tavole del mio cuore e mai me ne distacco, avendoti cara più di ogni altra.

Cosa devo aggiungere? Taccia l’amore di te la mia lingua carnale, lo dica e lo esprima la lingua dello spirito. O figlia benedetta, poiché la mia lingua carnale non può assolutamente esprimere più pienamente l’amore che ho verso di te, lo ha detto con quelle parole imperfette che ho scritto. Prego che tu le accolga con bontà e con amore cogliendovi almeno l’affetto di madre che porto ogni giorno, con l’ardore della carità, a te e alle tue sorelle. Alle quali raccomanda vivamente in Cristo me e le mie figlie. Le mie figlie infatti e specialmente Agnese, vergine prudentissima, sorella nostra, si raccomandano per quanto possono a te e alle tue figlie.

Sta bene, carissima figlia, con le tue figlie sino e che giungiamo al trono della gloria del grande Dio (Tt 2,13) e pregate per noi. Raccomando alla tua carità i latori di questa lettera, i nostri carissimi frate Amato, amato da Dio e dagli uomini (Sir 45,1) e frate Bonagura.

di Enzo Bianchi

Monastero di Bose

Note

(1) C Gennaro, Francesco, p. 129. La numerazione dei salmi èquella della Vulgata, da cui sono tratte le citazioni.

(2) C. Gennaro, Francesco,pp. 125-126

(3) C. Gennaro, Francesco, p. 125.

(4)Fonti francescane I, p. 182, nr. 277.

(5) C. Gennaro, Francesco,pp. 173-175. La numerazione dei versetti della Scrittura, in particolare dei salmi, è quella della Vulgata, da cui sono tratte le citazioni.

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