Esperienze Formative

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 65

Giovedì, 08 Settembre 2016 16:44

L’epoca dei regni di Israele e Giuda - 1a parte

Vota questo articolo
(0 Voti)

1a parte

Prof. Dario Vota

INDICE:

a - L'incursione di Shoshenq in Palestina

b - I Regni di Israele e di Giuda: una trama storica

a - L'INCURSIONE DI SHOSHENQ IN PALESTINA

Un punto di riferimento. Il faraone egiziano Shoshenq I (945-924 a.C.) fece celebrare nel tempio di Amon a Karnak (Tebe) il ricordo di una campagna militare in Palestina nel suo 20° anno di regno (intorno al 925 a.C.), quando attaccò e distrusse numerose località. Segni archeologici di queste distruzioni sono stati individuati in vari centri palestinesi (Megiddo, Ta'anach, Gezer, Rehov e altri). La Bibbia cita questa spedizione nel 5° anno del regno di Roboamo figlio di Salomone; ed essendo improbabile che un sincronismo del genere sia un'invenzione di scrittori di vari secoli dopo, si tratta di un dato importante per aprire uno squarcio sul contesto dell'epoca iniziale dei regni di Israele e Giuda.

L'incursione di Shoshenq è un punto di riferimento per l'archeologia, perché (se la sua datazione è attendibile) permette di fissare una data precisa per i livelli di distruzione del tardo X secolo a.C. trovati in località palestinesi citate nella fonte egiziana. I dati archeologici su questi livelli segnalano un'ampia distruzione che si abbatté su insediamenti caratterizzati da un'architettura di un certo rilievo, cosa che sembra sostenere l'idea di un precedente regno salomonico solido e organizzato.

La campagna in Palestina di Shoshenq fu devastante (anche se molti centri distrutti furono presto ricostruiti) ed ebbe probabilmente dei risvolti sul piano del potere. La Bibbia vede la causa della divisione dell'ex-regno di Salomone nell'insofferenza delle tribù del Nord per la politica oppressiva di questo re; ma, oltre che da possibili spinte interne, il definirsi di due organismi statali diversi potrebbe essere stato favorito proprio dalla guerra condotta dall'Egitto: seminando distruzione in molte parti della Palestina, questa potrebbe aver contribuito a rovinare delle strutture organizzative del regno unito pochi anni dopo la scomparsa di Salomone, rendendo impossibile al suo successore il mantenimento di un controllo su tutto il territorio.

 

 

Divisione di un regno prima unito o formazioni statali di entità già prima diverse?

Non tutti gli studiosi però sono d'accordo nel ritenere che i regni di Israele e di Giuda siano nati dalla divisione di un regno prima unito (la monarchia di Davide e Salomone): l'idea di un regno di Davide e Salomone come stato unitario su tutta la Palestina è controversa (è il problema di storia dell'antico Israele più dibattuto negli ultimi 20 anni).

Secondo alcuni (che negano al regno di Davide e Salomone un'estensione a tutta la Palestina), Israele e Giuda sarebbero formazioni statali (con diversa organizzazione e complessità: maggiore al Nord, minore a Sud) di due entità già prima diverse. L'incursione di Shoshenq si sarebbe quindi abbattuta su una Palestina che non aveva visto un regno unito, ma due entità territoriali diverse (il piccolo regno di Davide e Salomone limitato al territorio di Giuda e il regno di Saul e suoi discendenti sugli altipiani centrali).

 

B - I REGNI DI ISRAELE E DI GIUDA: UNA TRAMA STORICA

1. Sincronismi e dati extrabiblici

Le narrazioni bibliche su vicende e personaggi dei primi tempi dei regni di Israele e di Giuda sono da prendere con cautela per una ricostruzione storica:

- sono tardive, perché elaborate in forma scritta a partire probabilmente da non prima del 700 a.C.,

- sono essenzialmente orientate su un giudizio di tipo religioso,

- sono tendenziose per il loro carattere filo-giudaico e per la presentazione negativa e più sbrigativa delle vicende del regno d'Israele, considerato idolatrico e peccatore sul piano religioso (il regno di Giuda è presentato come una nazione orientata fin da subito a un culto di Yahweh unitario e centralizzato, ma è una forzatura dei testi biblici più tardi, perché la situazione religiosa era molto più variegata e aperta a una pluralità di culti: Yahweh coesisteva accanto ad altre divinità, senza che ciò venisse sentito come un male).

Eppure tali racconti non possono essere scartati come pure invenzioni posteriori: almeno per una parte di essi esistono notevoli convergenze tra testi biblici e recenti scoperte archeologiche, e il contesto in cui si muovono può essere inquadrato in un'intelaiatura storica sostenuta da parecchi riferimenti extrabiblici.

La principale struttura portante di questa trama è costituita da sincronismi tra mondo israelitico e mesopotamico che fonti assire e babilonesi permettono di istituire tra IX e VI secolo a.C.

 

2. L'epoca degli Omridi in Israele

La "casa di Omri" e il suo riconoscimento internazionale.

Le prime citazioni della realtà israelitica in documenti assiri ricorrono nelle iscrizioni del re Salmanassar (Šulmānu-ašaridu) III (859-824 a.C.), che più volte si riferiscono a Israele (il regno del Nord) come alla "casa di Omri". In particolare, nell'853 a.C. gli Assiri si scontrarono presso Qarqar in Siria contro una coalizione di sovrani siro-palestinesi, tra i quali Achab ('ah'āb) di Israele.

Notizie su questa battaglia sono in vari passi degli Annali di Salmanassar: sul "Monolite di Kurkh" (oggi al British Museum di Londra), Salmanassar si vanta di aver inflitto agli avversari una sconfitta devastante:

(...) Mi avvicinai alla città di Qarqar. Razziai, distrussi e incendiai la città. 1200 carri, 1200 cavalli e 20.000 soldati di Hadad-Idri del paese di Imerishe [Aram = Damasco]; 700 carri, 700 cavalli e 10.000 soldati di Irhuleni del paese di Hamat; 2000 carri e 10.000 soldati di Ahabbu [= Achab] del paese di Sir'ilaa [= Israele], 500 soldati di Biblo; 1000 soldati dell'Egitto; 10 carri e 10.000 soldati della terra di Irqanatu; (...) Si scagliarono contro di me per dare battaglia (...) Io combattei contro di loro e inflissi loro una sconfitta decisiva tra Qarqar e Gilzau. (...)

Due notizie qui sono importanti in riferimento a Israele:

1) gli Assiri usano il nome "Israele" (Sir'ilaa). Altri due testi extrabiblici di area palestinese di quella stessa epoca (la Stele di Mesha' e la Stele di Dan) confermano che era effettivamente quello il termine con cui il regno del Nord era localmente conosciuto e designato in epoca omride;

2) risaltano la presenza di Achab (Ahabbu) in posizione di rilievo tra gli alleati siro-palestinesi e il suo notevole contributo in termini di forze militari.

Con la battaglia di Qarqar, insomma, il regno di Israele entra in modo documentato sulla scena della politica internazionale dell'epoca, e la sua denominazione in altri testi assiri come bit-Humri ("casa di Omri") è un riconoscimento del ruolo avuto da Omri e da sua figlio Achab nell'emergere politico-militare ed economico del regno israelitico del Nord nel corso del IX secolo a.C.

Omri e Achab tra Bibbia e archeologia.

Di Omri e Achab i testi biblici riferiscono per lo più elementi negativi. Le tradizioni su Achab sono combinate con quelle su due profeti presentati come suoi inesorabili avversari: Elia ('ēlîyāh) ed Eliseo ('ĕlîšāh). I racconti su costoro sono pieni di elementi folcloristici, ma rivelano un dato probabilmente reale, cioè una situazione di forte tensione tra certi ambienti religiosi israelitici e la corte: forse Elia ed Eliseo rappresentavano una corrente yahwista rigorosa ma minoritaria, in conflitto con la religiosità della maggioranza degli Israeliti che seguivano culti sincretistici.

La politica religiosa di Achab è giudicata severamente nella Bibbia. L'archeologia invece delinea per Omri e Achab un profilo politico decisamente diverso. Il sito di Samaria, scelto da Omri verso l'880 a.C. come capitale del regno, si coprì di monumenti grandiosi: un'acropoli di 2 ettari racchiudeva un grande palazzo, edifici amministrativi, magazzini, abitazioni per la servitù. Il ritrovamento di 500 pezzi d'avorio segnala la raffinatezza di questa residenza.

Costruzioni di rilievo sorsero in altri centri del regno. A Yizre'el i resti del probabile palazzo invernale di Achab appaiono circondati da una fortificazione con torri angolari, un bastione inclinato e un fossato esterno. A Megiddo e Hazor gli ingegneri di Omri e Achab diedero prova di notevoli capacità realizzando nella roccia enormi canali sotterranei per l'approvvigionamento idrico.

Oltre ad un alto livello di abilità tecnica, costruzioni del genere richiesero grandi investimenti economici e un'efficiente organizzazione: segnali della solidità e ricchezza del regno omride.

La Stele di Mesha.

E' una lastra di basalto nero (oggi al Louvre di Parigi), scritta in lingua moabita, vicina all'ebraico biblico, e celebra le imprese del re Mesha:

Io sono Mesha', figlio di Kemoshit, il re di Mo'ab, il Dibonita. Mio padre fu re di Mo'ab per 30 anni e io divenni re dopo mio padre [...]. Omri era il re d'Israele e oppresse Mo'ab per lunghi giorni [...] E suo figlio gli successe, e anch'egli disse: "Opprimerò Mo'ab!". Nei miei giorni lo disse. Ma io trionfai su di lui e sulla sua casa, e Israele fu sconfitto, fu sconfitto per sempre! (...) E in Horonen viveva la Casa di Davide [...] Io andai [e combattei contro la città e la presi] e Kemosh vi abitò nei miei giorni [...]

Mesha', insomma, racconta di aver liberato il suo paese dal controllo oppressivo di Israele e di aver esteso il suo territorio, distruggendo vari centri israeliti a est del Giordano e fortificando la propria capitale; afferma inoltre di aver combattuto anche più a sud contro un altro nemico identificabile con la "casa di Davide", cioè il regno di Giuda, che verosimilmente controllava una zona a sud-est del Mar Morto.

La Stele ci offre così un importante riferimento extrabiblico allo stato omride, fornendo la versione moabita di quanto 2Re 3 espone dal punto di vista israelitico e confermando a grandi linee la vicenda attraverso una fonte epigrafica ad essa quasi coeva.

 

3. Le alterne fortune della dinastia di Yehu

La Stele di Dan. Che Omri e i suoi immediati successori siano stati sovrani potenti, capaci di giocare da protagonisti sullo scacchiere siro-palestinese, lo dimostra l'estendersi del raggio del loro potere anche verso nord fino alle vicinanze di Damasco e del suo stato arameo. Con esso Israele alternò alleanze e scontri, citati in più occasioni dalla Bibbia e in parte testimoniati anche da fonti esterne ad essa. Tra queste un posto di assoluto rilievo è occupato dalla Stele di Dan.

Questo monumento fu eretto a Dan, all'estremo nord del territorio di Israele, poco dopo l'840 dal re di Damasco Haza'el e si riferisce a un episodio dei travagliati rapporti tra Siriani e Israeliti di quel periodo:

(...) Il re d'Israele era entrato un tempo nella terra di mio padre. [Ma] Hadad mi fece re, e Hadad venne davanti a me. E io partii dai sette [...] del mio regno. E io uccisi settanta re, che avevano equipaggiato mi[gliaia] di carri e migliaia di cavalieri. [E io uccisi Yo]ram figlio di A[chab] re d'Israele, e uccisi [Achazi]yah figlio di [Yehoram] re della casa di Davide; e mandai [le loro città in rovina?] e la loro terra nella de[solazione? ...] [... e Yehu] regnò su Is[raele ... e io ho fatto] l'assedio di [...]

Quest'iscrizione è una delle più importanti testimonianze extrabibliche sull'antico Israele. Essa dà modo di osservare più in dettaglio alcune vicende dei rapporti fra Israele e Damasco a metà IX secolo: permette paralleli e integrazioni a un racconto biblico (2Re 8,28 sgg.) e offre anche un indizio sulla situazione di semidipendenza politica del regno di Giuda di quel tempo.

Il colpo di stato di Yehu.

Il nome del re siriano non compare nei frammenti della stele recuperati, ma è chiaro dal contesto che si tratta di Haza'el, che aveva preso il potere con un colpo di stato intorno all'845 e aveva rotto quell'alleanza Israele-Damasco che aveva tenuto testa negli anni precedenti all'avanzata assira. Un conseguente stato di tensione tra Israele e Aramei può spiegare 2Re 8,28 ss, secondo cui il comandante militare israelita Yehu si trovava impegnato a fronteggiare truppe aramee quando ordì la rivolta contro il re Yoram (yôrām) figlio di Achab, che fu ucciso da Yehu con gran parte della sua famiglia.

Nella Stele di Dan il re Haza'el afferma di aver ucciso egli stesso Yoram d'Israele e Achazia ('ăhazyāhû) di Giuda (il piccolo regno di Giuda doveva essere in quel periodo una sorta di vassallo e il suo re era chiamato a seguire il sovrano d'Israele se questo era in guerra). Ma la divergenza con la Bibbia (2Re 9-10) è soltanto apparente: non solo la vicenda presentata dalla Stele è legata al colpo di stato di Yehu, ma è verosimile che l'azione violenta di costui avesse avuto l'appoggio di Haza'el, interessato a rovesciare in Israele una casa regnante con cui i rapporti di alleanza erano stati rotti; Yehu, che agiva per ambizione di potere e per odio verso la famiglia di Achab, fu l'esecutore materiale dell'uccisione dei re di cui Haza'el si vanta.

Yehu tributario degli Assiri.

Ma pochissimo tempo dopo il colpo di stato, Yehu, appena salito al trono, dovette capitolare davanti a un'altra avanzata di Salmanassar III in Siria-Palestina.

Il re assiro non incontrò più la resistenza di una coalizione di stati siro-palestinesi, ma soltanto l'ostacolo del regno di Damasco (evidentemente la politica aggressiva del suo nuovo re Haza'el gli aveva alienato le simpatie dei vicini). Anche Yehu d'Israele, che pure doveva probabilmente il trono all'appoggio siriano, non si mosse e preferì (o dovette) sottomettersi, pagando un pesante tributo.

E come tributario del re assiro fu raffigurato nel famoso Obelisco Nero (oggi al British Museum), una stele in calcare nero alta 2 m, datata al 18° anno di Salmanassar III (= 841 a.C.), che racconta 31 campagne militari di questo re attraverso una lunga iscrizione e scene a bassorilievo. La scena con Yehu prostrato ai piedi del re assiro è tra l'altro l'unica raffigurazione esistente di un re dell'antico Israele. La didascalia che accompagna la scena la identifica come la consegna del tributo da parte del re israelita:

Tributo di Ia-u-a (= Yehu) figlio di Omri. Ho ricevuto da lui: argento, oro, una coppa d'oro, un calice d'oro, bicchieri e brocche d'oro, stagno, uno scettro reale, giavellotti.

Egemonia siriana e ripresa di Israele.

Negli ultimi decenni del IX secolo un momentaneo declino della potenza assira consentì l'estendersi del potere di Haza'el di Damasco: il suo regno divenne la potenza egemone su gran parte della regione. Anche Israele (e alla sua ombra Giuda) si ridusse a stato vassallo e a una dimensione territoriale più modesta: la parte nord del suo territorio, dove Hazael aveva saccheggiato alcune delle regioni più fertili e devastato varie città, fu occupata da Damasco e il re siriano vi fece ricostruire diverse fortezze tra cui Dan e Hazor.

Una conferma di questo rimpicciolirsi del regno d'Israele è fornita da due iscrizioni assire relative a una campagna militare verso ovest condotta dal re Adad-nirari III negli anni intorno all'800: vantando le sue conquiste in Siria-Palestina, il re assiro segnala la sottomissione di Israele e il pagamento di un tributo da parte del re Yoash (ia-'a-su) "della terra di Samaria" (così nella Stele di Rimah); designazione quest'ultima che ben si attaglia allo stato israelitico ridotto a un nucleo territoriale attorno alla capitale Samaria.

Ma l'avanzata di Adad-nirari III e la sua vittoria su Damasco posero fine all'egemonia aramea. Israele recuperò parte dei territori un tempo occupati da Haza'el e con Geroboamo (yārob'ām) II continuò la sua espansione e vide un'epoca di prosperità economica.

Gli anni di Geroboamo II: un periodo di prosperità...

Israele raggiunse in quegli anni il culmine della sua crescita demografica (circa 350.000 abitanti). La sua agricoltura vide un intenso sviluppo: sulle alture attorno a Samaria si espanse la coltura dell'olivo, che garantì una produzione di olio così elevata da essere esportata verso l'Assiria e in Egitto. Era uno dei frutti dell'inserimento di Israele in una rete economica internazionale controllata dall'egemonia assira. Inoltre la crescita della popolazione, favorita da un lungo periodo di pace, offrì al regno del Nord risorse umane che gli consentirono grandi iniziative edilizie e rafforzamento militare.

Geroboamo II gestì uno stato prospero e potente, che l'archeologia segnala con il fiorire di attività edilizie e la diffusione di prodotti di lusso. L'aristocrazia del paese si arricchì enormemente, ma emersero anche sperequazioni economiche e ingiustizie sociali, che fecero gridare di indignazione le prime voci di profeti scrittori, Amos e Osea.

... e le prime redazioni di testi biblici.

Il clima di sviluppo di quel periodo favorì la diffusione della scrittura, come attestano sigilli e òstraka. I documenti più importanti erano probabilmente scritti su papiro, ma testi brevi e di carattere pratico (es. note di compravendita), erano riportati in scrittura corsiva con inchiostro o incisi su pezzi rotti di ceramica (òstraka), di cui c'era abbondanza perché venivano buttati ovunque. Gli esempi più interessanti dell'epoca di Geroboamo II sono gli òstraka di Samaria, un centinaio di frammenti di ceramica con iscrizioni, che registravano la spedizione di olio, vino e grano dai villaggi attorno a Samaria verso la capitale: specie di ricevute per tasse versate alla corte tramite una burocrazia di esattori o per beni che arrivavano al re attraverso notabili e capi di clan legati al potere regio.

Una tesi che si va affermando tra gli studiosi (sostenuta, tra gli altri, da Th. Römer e I. Finkelstein) è che probabilmente proprio negli anni di Geroboamo II si siano avute le prime redazioni di testi biblici, con la messa per scritto di tradizioni orali proprie dei gruppi del Nord: la saga di Giacobbe, la tradizione dell'Esodo, racconti su Saul, alcune storie di Giudici, il ciclo di Elia-Eliseo. Si tratta di testi redatti probabilmente in alcuni santuari (Samaria, Bethel, Penuel) dove si tramandavano tradizioni diverse. Racconti separati, non un testo unitario. Racconti che saranno poi portati al Sud dopo la caduta di Israele (720 a.C.).

 

4. Israele sotto i colpi dell'Assiria

La nuova espansione assira.

Dopo il 750 una svolta espansionistica dell'Assiria aprì una strategia di sistematiche annessioni territoriali. La presa di potere in Assiria del re Tiglat-pileser (Tukulti-apil-Ešarra) III (744-727 a.C.) si accompagnò a un programma nuovo di riorganizzazione interna e di espansione verso l'esterno: un imperialismo aggressivo, che nei confronti degli stati vassalli comportava un pesante controllo, sottolineato da campagne militari intimidatorie, imposizioni economiche di tipo predatorio e in molti casi conquista, annessione del territorio e deportazione di parte della popolazione.

Gli ultimi anni del regno del Nord.

A partire dal 740 a.C. l'area siro-palestinese cominciò ad essere investita dalla terribile macchina bellica dell'Assira. Da quel momento la documentazione assira riprende a fornire collegamenti sempre più numerosi con la situazione israelitica.

Una prima citazione diretta è nella cosiddetta Stele dell'Iran: intorno al 738 a.C. il re d'Israele Menahem compare in un elenco di sovrani a cui Tiglat-pileser III ha imposto un tributo; e vi compare come re della "terra di Samaria", segno di un ridursi del regno del Nord, dopo un'epoca di ripresa, a un'entità limitata ai territori attorno alla capitale, probabilmente per effetto della temporanea ripresa di potere di Damasco:

(...) Rezin della terra di Damasco, Menahem della terra di Samaria (...) Ho imposto su di loro un tributo di argento, oro, stagno, ferro, pelli e zanne di elefante, vestiti di porpora e di svariati colori, lana tinta di porpora, legno di ebano, legno di bosso (...) e poi pelli d'agnello tinte di porpora, uccelli selvatici con le ali blu; e poi cavalli, muli, bestiame grande e piccolo, cammelli.

Pochi anni dopo, in un'iscrizione assira riferita al 733, compare la prima citazione del regno di Giuda: in un elenco di tributari è nominato Ia-u-ha-zi = (Yeho)achaz ('āhāz) di Giuda:

(...) Ho ricevuto il tributo di (...) Sanipu di Ammon, di Salamanu di Moab, di Mitinti di Ashqelon, di Yehoahaz di Giuda, di Kaushmalaku di Edom.

La notizia si inquadra nel racconto biblico di 2Re 16. Nel contesto di un'azione espansionistica condotta di comune accordo da Rezin di Damasco e Peqah d'Israele, Giuda fu da questi attaccato, probabilmente per sottrargli dei territori sulle due sponde del Giordano. Da un punto di vista assiro questi movimenti un po' troppo autonomi di stati palestinesi potevano essere percepiti come un'attività anti-assira coalizzata. L'intervento di Tiglat-pileser si annunciava imminente, e il re Ahaz di Giuda decise di rivolgersi al re assiro rendendosi suo tributario. La decisione lo metteva nelle mani dell'Assiria, ma era un gesto quasi obbligato: si trattava di separare agli occhi del re assiro la sua posizione rispetto ai rivoltosi della regione siro-palestinese e cercare di risparmiare Giuda dall'attacco militare di Tiglat-pileser.

Damasco fu attaccata e distrutta, Rezin ucciso e il suo territorio incorporato nel sistema provinciale assiro (732 a.C.). Israele dovette subire, tra 733 e 732, vari attacchi assiri in diverse parti del suo territorio, soprattutto in Galilea e nella regione transgiordanica di Gile'ad. Dalla Galilea fu sradicata una parte consistente della popolazione (Tiglat- pileser nei suoi Annali parla di 13.500 deportati da Israele), alcune città (es. Hazor) furono distrutte, mentre Megiddo diventò la capitale (sede del governatore) della provincia assira che si estendeva sulla parte nord del regno di Israele.

Quanto al re Peqah, fu tolto di mezzo e sostituito con un sovrano filo-assiro, Osea (hôšēa'), come segnala un'iscrizione di Tiglat-pileser:

Il paese di Bit-Humria (...) io condussi in Assiria i suoi abitanti. Essi deposero Paqaha [= Peqah] il loro re e io installai A'usi' [= Osea] come re su di loro. Da loro ricevetti 10 talenti d'oro e 1000 talenti d'argento quale loro tributo.

In sostanza, durante il regno di Tiglat-pileser III Israele passò, nel giro di pochi anni da una condizione di regno vassallo e tributario ai tempi del re Menahem a quella di stato-fantoccio con il re Osea.

La caduta di Samaria.

Il destino finale di Samaria si compì per mano degli Assiri in un breve volgere di anni verso il 720 a.C. Un testo detto Cronaca Babilonese attribuisce un ruolo nella fine del regno di Israele al re assiro Salmanassar V (727-722 a.C.) quando afferma:

Nel giorno 27 del mese di Tebet (anno 727) Salmanassar ascese al trono in Assiria e Babilonia. Egli devastò Šamara'in [ = Samaria]

Ben otto iscrizioni del successivo re assiro, Sargon (Šarru-ken) II (721-705 a.C.) attribuiscono a costui il vanto della conquista di Samaria. Le due più importanti sono tratte dalla cosiddetta Iscrizione del Grande Sommario e dal Prisma di Nimrud:

Io assediai e conquistai Samaria, presi come bottino 27.290 persone che vi abitavano (...) posi su loro il mio governatore e imposi lo stesso tributo del re precedente.

L'attacco di Sargon II fu parte di una campagna militare condotta nella regione siro-palestinese nel 720 a.C. per stroncare una ribellione di alcuni paesi di quell'area. Sargon sconfisse i rivoltosi e ne attaccò vari centri per riaffermare la sua supremazia; tra questi assediò e catturò Samaria.

Si possono così ipotizzare, per la caduta di Samaria, due interventi militari assiri:

- un attacco di Salmanassar V in risposta a una ribellione del re Osea portò all'assedio di Samaria e a una devastazione della città, probabilmente nell'anno 722 a.C.

- la morte di Salmanassar e la presa di potere di Sargon II in un momento di lotte interne alla compagine assira spiegano le ribellioni ben presto scoppiate, compresa quella in area siro-palestinese; a questa rispose la spedizione punitiva di Sargon nel 720, nel corso della quale Samaria fu di nuovo presa dopo breve assedio, il suo territorio definitivamente ridotto a provincia assira e parte della sua popolazione deportata.

"Il regno d'Israele fu distrutto e quello di Giuda sopravvisse perché nella grande trama dei piani imperiali assiri Israele, con le sue ricche risorse e la popolazione produttiva, era una preda decisamente più allettante del più povero e marginale Giuda" (I. Finkelstein).



Qui di seguito alleghiamo l'intera bibliografia, che si riferisce all'intero capitolo III e che verrà riportata anche alla fine della seconda parte del Capitolo "L'EPOCA DEI REGNI DI ISRAELE E GIUDA".

BIBLIOGRAFIA

Il presente contributo non ha note, per facilitare la lettura del testo che ha taglio divulgativo. I contenuti si basano sugli studi elencati nella seguente bibliografia.

O. Borovski, Hezekiah's Reforms and the Revolt against Assyria, in "Biblical Archaeologist" 58.3 (1995), pp. 148-185.

B. G. Boschi (a cura di), L'epoca di Ezechia: alle origini della letteratura religiosa di Israele, Atti del VII Congresso di Studi Veterotestamentari (Perugia, 9-11 sett. 1991), "Ricerche Storico-Bibliche" V.2 (1993).

W. G. Dever, What Did the Biblical Writers Know and When Did They Know It?, Grand Rapids 2001.

P. Dubovsky, Tiglat-Pileser III's Campaigns in the 734-732 B.C., in "Biblica" 87.2 (2006), pp. 153-170.

A. Faust, The Interests of the Assyrian Empire in the West: Olive Oil Production as a Test-Case, in "Journal of the Economic and Social History of the Orient" 54 (2011), pp. 62-86.

I. Finkelstein, The Two Kingdoms: Israel and Judah, in I. Finkelstein, A. Mazar, The Quest for the Historical Israel. Debating Archaeology and the History of Early Israel, ed. B. Schmidt, Atlanta 2007, pp. 147-157.

Id., The Settlement History of Jerusalem in the Eight and Seventh Centuries BC, in "Revue Biblique" 115.4 (2008), pp. 499-515.

Id., The Forgotten Kingdom. The Archaeology and History of Northern Israel, Atlanta 2013 (it. Il regno dimenticato. Israele e le origini nascoste della Bibbia, Roma 2014).

Id., Migration of Israelites into Judah after 720 BCE: An Answer and an Update, in "Zeitschrift für die Alttestamentliche Wissenschaft" 127.2 (2015), pp. 188-206.

I. Finkelstein, A. Fantalkin, The Sheshonq I Campaign and the 8th-Century-BCE Earthquake. More on the Archaeology and History of the South in the Iron I-IIA, in "Tel Aviv" 33 (2006), pp. 18-42.

I. Finkelstein, N. A. Silberman, The Bible Unearthed. Archaeology's New Vision of Ancient Israel and Its Sacred Texts, New York 2001 (it. Le tracce di Mosè. La Bibbia tra storia e mito, Roma 2002).

I. Finkelstein, N. A. Silberman, Temple and Dynasty: Hezekiah, the Remaking of Judah and the Rise of the Pan-Israelite Ideology, in "Journal for the Study of the Old Testament" 30.3 (2006), pp. 259-285.

A. Frumkin, A. Shimron, J. Rosemberg, Radiometric Dating of the Siloam Tunnel, Jerusalem, in "Nature" 425 (2013), pp. 169-171.

Z. Gal, Israel in Exile. Deserted Galilee Testifies to Assyrian Conquest of the Northern Kingdom, in "Biblical Archaeology Review" 24.3 (1998), pp. 48-53.

G. Galil, Shalmaneser III in the West, in "Revue Biblique" 109 (2002), pp. 40-56.

R. Gane, The Role of Assyria in the Ancient Near East During the Reign of Manasseh, in "Andrew University Seminary Studies" 35.1 (1997), pp. 21.32.

L. L. Grabbe, Ancient Israel. What Do We Know and How Do We Know IT?, London 2007.

S. H. Horn, The Divided Monarchy. The Kingdoms of Judah and Israel, in Ancient Israel. From Abraham to the Roman Destruction of the Temple, ed. H. Shanks, Washington 1999, pp. 129-199.

V. A. Hurowitz, The Jehoash Inscription, in "Bibleinterp" July 2004.

S. A. Irvine, C. D. Isbell, The Jehoash Inscription: An Evaluative Summary, in "Bibleinterp" July 2005.

I. KALIMI, Sennacherib's Campaign to Judah, in Sennacherib at the Gates of Jerusalem. Story, History and Historiography, ed. I. Kalimi, S. Richardson, Leiden-Boston 2014, pp. 11-50.

P. Kaswalder, M. Pazzini, La stele aramaica di Tel Dan, in "Rivista Biblica" 42 (1994), pp. 193-201.

B. E. Kelle, Judah in the Seventh Century. From the Aftermath of Sennacherib's Invasion to the Beginning of Jehoiakim's Rebellion, in History of Ancient Israel. An Introduction to Issues and Sources, ed. B. T. Arnold, R. S. Hess, Grand Rapids 2014, pp. 350-381.

A. lemaire, "House of David" Restored in Moabite Inscription, in "Biblical Archaeology Review" 20.3 (1994), pp. 30-37.

M. Liverani, Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele, Bari 2003.

K. Lawson Younger JR., The Deportations of the Israelites, in "Journal of Biblical Literature" 117 (1998), pp. 201-227.

Id., The Fall of Samaria in Light of Recent Research, in "Catholic Biblical Quarterly" 61 (1999), pp. 461-482.

A. Mazar, The Divided Monarchy: Comments on Some Archaeological Issues, in I. Finkelstein, A. Mazar, The Quest for the Historical Israel. Debating Archaeology and the History of early Israel, ed. B. Schmidt, Atlanta 2007, pp. 159-189.

N. Na'aman, The Debated Historicity of Hezekiah's Reform in the Light of Historical and Archaeological Research, in "Zeitschrift für die Alttestamentliche Wissenschaft" 107 (1995), pp. 179-195.

Id., Royal Inscriptions and the Histories of Joash and Ahaz, Kings of Judah, in "Vetus Testamentum" 48 (1998), pp. 333-349.

Id., Ekron under the Assyrian and Egyptian Empires, in "Bulletin of American School of Oriental Research" 332 (2003), pp. 81-91.

Id., Josiah and the Kingdom of Judah, in L.L. Grabbe (ed.), Good Kings and Bad Kings, The Kingdom of Judah in the Seventh century BCE), Sheffield 2005, pp. 189-247.

Id., The Northern Kingdom in the Late Tenth-Ninth Centuries BCE, in H. Williamson (ed.), Understanding the History of Ancient Israel, Oxford 2007, pp. 399-418.

Id., When and How Did Jerusalem Become a Great City? The Rise of Jerusalemas Judah's Premier City in the Eighth-Seventh Century BCE, in "Bulletin of American School of Oriental Research" 347 (2007), pp. 21-56.

Id., Dismissing the Myth of a Flood of Israelite Refugees in the Late Eighth Century BCE, in "Zeitschrift für Alttestamentliche Wissenschaft" 126 (2014), pp. 1-14.

R. Reich, E. Shukron, The Urban Development of Jerusalem in the Late Eighth Century BCE, in Jerusalem in Bible and Archaeology, The First Temple Period, ed. A. G. Vaughn, A. E. Killebrew, Atlanta 2003, pp. 209-218.

G. A. Rendsburg, W. Schniedewind, The Siloam Tunnel Inscription: Historical and Linguistic Perspectives, in "Israel Exploration Journal" 60 (2010), pp. 188-209.

Th. Römer, Dal Deuteronomio ai libri dei Re, Torino 2007 (or. The So-called Deuteronomistic History, London – New York 2007).

Id., Historiographie biblique et reconstruction de l'histoire biblique in "Transeuphratène" 46 (Mélanges André Lemaire) 2014, pp. 25-36.

W. M. Schniedewind, Tel Dan Stela: New Light on Aramaic and Jehu's Revolt, in "Bulletin of the American Schools of Oriental Research" 302 (1996), pp. 75-90.

Id., Jerusalem, the Late Judahite Monarchy and the Composition of the Biblical Texts, in Jerusalem in Bible and Archaeology. The First Temple Period, ed. A. G. Vaughn, A. E. Killebrew, Atlanta 2003, pp. 375-393.

Id., How the Bible Became a Book. The Textualization of Ancient Israel, New York 2004 (it. Come la Bibbia divenne un libro, Brescia, 2008).

H. Shanks, "David" Found at Dan, in "Biblical Archaeology Review" 20.2 (1994), pp. 26-39.

D. Ussishkin, Sennacherib's Campaign to Judah: The Archaeological Perspective with an Emphasis on Lachish and Jerusalem, in Sennacherib at the Gates of Jerusalem. Story, History and Historiography, ed. I. Kalimi, S. Richardson, Leiden-Boston 2014, pp. 75-103.

J. Weinberg, The Babylonian Conquest of Judah: Some Additional Remarks to a Scientific Consensus, in  "Zeitschrift für die Alttestamentliche Wissenschaft" 118.4 (2006), pp. 597-610.

R. A. Young, Hezekiah in History and Tradition, Leiden 2012. 



Clicca qui per andare all'INDICE di questo TEMA: Corso Biblico


 

Letto 35058 volte Ultima modifica il Venerdì, 19 Gennaio 2018 21:27

Search