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Venerdì, 03 Agosto 2018 16:49

XVIII Domenica del Tempo Ordinario – Domenica 5 Agosto 2018 -

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Prima lettura: (Es 16,2-4.12-15)

In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne.

Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine».

Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”».

La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo».

Amen

Salmo: 77

Rit. Donaci, Signore, il pane del cielo.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto

e i nostri padri ci hanno raccontato

non lo terremo nascosto ai nostri figli,

raccontando alla generazione futura

le azioni gloriose e potenti del Signore

e le meraviglie che egli ha compiuto. Rit.

Diede ordine alle nubi dall’alto

e aprì le porte del cielo;

fece piovere su di loro la manna per cibo

e diede loro pane del cielo. Rit.

L’uomo mangiò il pane dei forti;

diede loro cibo in abbondanza.

Li fece entrare nei confini del suo santuario,

questo monte che la sua destra si è acquistato. Rit.

Seconda lettura: (Ef 4,17.20-24)

Fratelli, vi dico e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri.

Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 4,4)


Alleluia, alleluia.

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

Alleluia

Vangelo: (Gv 6,24-35)

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».

Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

 

Omelia

Dice Gesù: «voi mi cercate perché avete mangiato di quei pani…» (v. 26).

Perché cerchiamo Dio? Perché ci garantisca il ‘pane’, un po’ di salute, magari una sicurezza lavorativa, il benessere famigliare? Basterebbe analizzare le nostre preghiere per rispondere a questa domanda.

Abbiamo ridotto il cristianesimo ad un self service religioso, dove ciascuno può trovare ciò che desidera, dai miracoli in qualche improbabile santuario mariano, a madonne in grado di ‘sciogliere i nodi’ della propria vita sgangherata, a polizze assicurative sulla salute, a santoni capaci di far miracoli. E se salute, una certa stabilità economica e un po’ di tranquillità famigliare si affacciassero effettivamente nella propria vita, allora si comincerebbe a cercare Dio per qualcosa di più sottile, di più raffinato: sensazioni forti a livello spirituale, una certa pace dell’anima, una sensazione di energia interiore, una vibrazione dell’anima…

In un’epoca dove si moltiplicano i centri benessere, rischiamo di ridurre il fatto cristiano e la Chiesa a una ‘spa’ dei poveri. E i preti a psicoterapeuti gratuiti.

Si cercano sempre più i ‘doni’ di Dio, e non Dio come dono.

Un rapporto di amore non può giocarsi sul dare e l’avere, ma sull’esserci. Il fine dell’amore è diventare ‘uno’ con l’Amato attraverso la relazione; far spazio all’altro, sperimentare una sorta di fusione – senza confusione – come avviene tra il ferro e il fuoco, dove uno acquisisce le prerogative dell’altro.

Se non entro in questa comunione, se non divento ‘uno’, dall’altro mi aspetterò sempre qualcosa, un vantaggio, una risposta alle mie richieste, alla mia religiosità, alla mia devozione.

Dio però non mi sta dinanzi come un dispensatore di grazie, doni e miracoli, ma dentro; non sta fuori di me, ma è parte di me. Per questo la vita spirituale è infinitamente più grande e alta della vita religiosa; quest’ultima vive di prestazioni per un compenso, la vita spirituale è esperienza di un’unione nell’amore, da cui scaturisce uno stile di vita. E in ultima analisi la felicità.

CAMMINO DELLA SETTIMANA

Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:

  • Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna

  • Se non entro in comunione, se non divento ‘uno’, dall’altro mi aspetterò sempre qualcosa, un vantaggio, una risposta alle mie richieste, alla mia religiosità, alla mia devozione.

 


Se hai bisogno di una scheda per guidare la "Liturgia della Parola", sulle letture di questa domenica, la troverai qui:

 

"Una guida sintetica per condurre la Liturgia della Parola"

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Letto 27211 volte Ultima modifica il Venerdì, 03 Agosto 2018 21:04

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