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Lunedì, 30 Dicembre 2019 17:23

Donne nella lettera di Paolo ai romani- Introduzione

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La lettera di Paolo ai cristiani di Roma fu scritta a Corinto in un anno tra il 56 e il 58 d.C.

Nel capitolo conclusivo (Rm 16) Paolo porge i suoi saluti a diversi componenti della comunità dei cristiani di Roma, saluti che testimoniano un profondo legame tra l'apostolo e i suoi collaboratori. Nel gruppo di questi ci sono numerose donne. Tra tutti gli scritti del Nuovo Testamento, Rm 16 è quello che più offre riferimenti a donne protagoniste nell'apostolato; ad esse Paolo rivolge saluti e apprezzamenti, e, da come ne parla, mostra di conoscerne di persona almeno alcune. Il brano apre uno squarcio interessante sulla vita delle comunità cristiane delle origini, in particolare sul ruolo dei laici e delle coppie nell'annuncio missionario.

Rm 16,1-16 (testo CEI 2008):

1 Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è al servizio della Chiesa di Cencre: 2accoglietela nel Signore, come si addice ai santi, e assistetela in qualunque cosa possa avere bisogno di voi; anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso.

3Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù. 4Essi per salvarmi la vita hanno rischiato la loro testa, e a loro non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese del mondo pagano.

5Salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.

Salutate il mio amatissimo Epèneto, che è stato il primo a credere in Cristo nella provincia dell'Asia.

6Salutate Maria, che ha faticato molto per voi.

7Salutate Andrònico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia: sono insigni tra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me.

8Salutate Ampliato, che mi è molto caro nel Signore.

9Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio carissimo Stachi.

10Salutate Apelle, che ha dato buona prova in Cristo. Salutate quelli della casa di Aristòbulo. 11Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narciso che credono nel Signore. 12Salutate Trifena e Trifosa, che hanno faticato per il Signore. Salutate la carissima Pèrside, che ha tanto faticato per il Signore.

13Salutate Rufo, prescelto nel Signore, e sua madre, che è una madre anche per me.

14Salutate Asìncrito, Flegonte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro.

15Salutate Filòlogo e Giulia, Nereo e sua sorella e Olimpas e tutti i santi che sono con loro. 16Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le Chiese di Cristo.

Qui Paolo cita 29 persone (19 uomini e 10 donne), riportando il nome di 27 di loro, tra cui 8 donne (più due senza nome). Molti di questi nomi sono greci. Paolo offre qualche indicazione specifica su 11 uomini e 8 donne.

Le donne menzionate sono: Febe, Prisca, Maria, Giunia, Trifena, Trifosa, Perside, Giulia, la madre di Rufo e la sorella di Nereo.

Sono circa un terzo degli uomini, e tuttavia le cose che si dicono di loro sono talmente rilevanti da far intravedere un loro ruolo di primo piano nelle prime comunità cristiane (e non solo in quelle di matrice paolina, in quanto sappiamo che Paolo, scrivendo ai cristiani di Roma, scrive ad una comunità non fondata da lui), in quanto collaboratrici nel ministero apostolico di Paolo o in generale in quanto "hanno faticato per il Signore".

Rm 16 dunque, come affermò un tempo un commentatore, può davvero essere intesa come "la più gloriosa attestazione di onore per l'apostolato della donna nella chiesa primitiva".

 

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Letto 21535 volte Ultima modifica il Lunedì, 30 Dicembre 2019 17:46

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