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Martedì, 18 Gennaio 2022 10:45

III Domenica del Tempo Ordinario 23 gennaio 2022 Anno C

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di Don Paolo Scquizzato,

Prima lettura: Neemia 8,2-4a.5-6.8-10

2Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all'assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.

3Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d'intendere; tutto il popolo tendeva l'orecchio al libro della legge. 4Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l'occorrenza.

5Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. 6Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.

8Essi leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. 9Neemia, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. 10Poi Neemia disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».

 

 

Salmo: 18

 

Rit. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.


8 La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l'anima;

la testimonianza del Signore è stabile,

rende saggio il semplice. Rit.

 

9 I precetti del Signore sono retti,

fanno gioire il cuore;

il comando del Signore è limpido,

illumina gli occhi. Rit.

 

10 Il timore del Signore è puro,

rimane per sempre;

i giudizi del Signore sono fedeli,

sono tutti giusti, Rit.

 

15 Ti siano gradite le parole della mia bocca;

davanti a te i pensieri del mio cuore,

Signore, mia roccia e mio redentore. Rit.

 

 

Seconda lettura: 1Cor 12,12-30


12Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. 13Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.

14E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. 15Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe parte del corpo. 16E se l'orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe parte del corpo. 17Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato? 18Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. 19Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? 20Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. 21Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi. 22Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; 23e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, 24mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, 25perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. 26Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.

A ciascuno il suo dono

27Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. 28Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. 29Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? 30Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? 31Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.

 

 

Vangelo: (Lc 1, 1-4; 4, 14-21)

 

3a Domenica Tempo Ordinario. Anno C

«1Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.

16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

"18Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l'unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi,

19a proclamare l'anno di grazia del Signore."

20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

 

 

OMELIA

 

Dio ha un sogno, che i poveri siano fatti oggetto di salvezza; i prigionieri siano messi in libertà; i ciechi riacquistino la vista; gli oppressi conoscano la libertà, e la storia conosca la possibilità di una ri-creazione.

Gesù dice: "in me – oggi – il sogno di Dio s'è fatto realtà" (cfr. v. 21).

Anzitutto è in me a compiersi questo sogno. Quando mi permetto di entrare in contatto col 'Dio più intimo a me di me stesso' (Agostino), e gli lascio spazio di azione, di espansione, la mia vita conosce pian piano una vera e propria ri-creazione, una trasformazione. Questo per il fatto che l'energia divina che riposa in me inizia a dilatarsi, a irraggiarsi guarendo la mia cecità, le mie durezze, le mie schiavitù dal male e dagli egoismi che tanto inficiano l'umano. E solo dopo, e di conseguenza, la realtà intorno a me comincerà a trasformarsi.

«Sii tu la trasformazione che vuoi vedere nel mondo» (Mahatma Gandhi).

Cercare di trasformare in bene una realtà maligna dall'esterno, sarà sempre occasione di violenza e moltiplicazione del male stesso. Non si esporta il bene "da fuori", sarebbe stucchevole elemosina.

Gesù è l'uomo che ha compiuto la lenta trasformazione di sé sino a compiere gesti divini; trasformando sé stesso ha mostrato Dio all'opera.

«La divinità si incontra quando l'umanità diventa così integra e profonda, quando si vede una persona senza difese e senza potere che è capace di darsi totalmente. Questo è il momento in cui il Gesù umano ci apre gli occhi a tutto ciò che significa Dio e ci permette di vedere tutto ciò che Dio è. Non è attraverso il divino che noi sperimentiamo l'umano; piuttosto il contrario, è dall'interno dell'umanità che sperimentiamo il divino » (John Spong).

Portare questa nostra umanità e questo nostro mondo a compimento, è compito di ciascuno. Vivere con senso significa unirsi nel bene e condurre la vita verso una direzione precisa, un porto di bene.

E Dio non può farci nulla in tutto questo processo, o meglio ha già fatto tutto all'inizio, ponendo nella creazione stessa – e in noi – sé stesso, ossia il principio di bene e di vita che deve essere ora portato a compimento. Ma tutto questo è solo nelle nostre mani.

Per cui la questione è diventare responsabili, introducendo nel vasto terreno della storia il seme del bene, una sorte di antidoto all'oscurità, che per quanto piccolo, sarà sempre in grado di sprigionare energia infinita, come l'amore. E allora tutta la pasta sarà finalmente lievitata.

«A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi» (Etty Hillesum).

 

 

CAMMINO DELLA SETTIMANA

 

Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:

• "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento"

• "non sono degno di slegare i lacci dei sandali" 


 

http://dimensionesperanza.it/component/k2/item/8116-commento-ai-vangeli-della-domenica.html

 

 

 

 



Letto 13488 volte Ultima modifica il Giovedì, 03 Marzo 2022 10:30

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