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Giovedì, 07 Luglio 2022 11:31

XV Domenica del Tempo Ordinario - 10 Luglio 2022

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Anno C

Omelia di Don Paolo Scquizzato,

Prima lettura: Dt 30,10-14

10Quando obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e quando ti sarai convertito al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l'anima.
11Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. 12Non è nel cielo, perché tu dica: «Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?». 13Non è di là dal mare, perché tu dica: «Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?». 14Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica.

Salmo: 18

Rit.: I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

Alleluia, Alleluia, Alleluia.

8 La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. Rit.

9 I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. Rit.

10 Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti, Rit.

11 più preziosi dell'oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.
Rit.

Seconda lettura: Col 1,15-20


15Egli è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
16perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
17Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
18Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
19È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
20e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.

Canto del Vangelo: Gv 6,63c-68c

Alleluia, alleluia!

Le tue parole, Signore,sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna.

Alleluia!

Vangelo: Lc 10,25-37

25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».

OMELIA

 

Un pio ebreo religioso domanda a Gesù: ‘chi è il mio prossimo da amare?’. Strano, dovrebbe saperlo. La Legge ebraica su questo è chiara: l’altro da amare non può che essere sangue del proprio sangue, il connazionale, uno col quale si condivide lo stesso ideale e i medesimi valori.
Gesù va oltre. Ciò che conta nella vita non è domandarsi ‘chi è da amare’, ma essere disponibili – rispondere – a chiunque domandi di essere amato.
Ciò che dona ‘vita eterna’, ossia vita compiuta, realizzata, è essere risposta al grido nella notte di un altro. Chiunque esso sia.
L’amore non sceglie, ma è scelto.
L’amore è questione di elezione e non di decisione.
Affermare ‘decido io di prendermi cura di questo o di quello perché…’, non è amore, e tanto meno cristianesimo.
Il ‘buon samaritano’ s’inchina sul disgraziato senza sapere chi fosse: ebreo, straniero, religioso, ateo, assassino, santo, etero, omosessuale, clandestino, regolare… Senza chiedere carta d’identità, l’amore vede e provvede, cominciando ad incarnare quei dieci verbi che andranno a sostituire la Legge antica, quella dei Dieci Comandamenti e a inaugurare la Legge nuova, quella dell’amore: lo vide / ne ebbe compassione / gli si fece vicino (si curvò su di lui) / gli fasciò le ferite / gli versò olio e vino / lo caricò sulla sua cavalcatura / lo portò in un albergo / si prese cura di lui / il giorno dopo pagò per lui / ritornò indietro a saldare.
Questo uomo nuovo, questa ‘incarnazione’ della passione di Dio, non è un ebreo osservante, un religioso cresciuto all’ombra del Tempio, anzi. È un samaritano, ovvero – agli occhi della religione ufficiale del tempo – un maledetto, uno considerato ‘lontano’ da Dio, un eretico. Eppure Gesù lo elegge ad esempio di uomo completo, maturo, santo. Certo, perché per lui ciò che conta non è l’appartenenza ad una religione, e tanto meno il credere o meno in un Dio. Ciò che è discriminante, ciò che salva è il ‘fermarsi’ o ‘non fermarsi’ dinanzi alla necessità dell’altro.
Chi afferma di credere in Dio non è ancora detto che riconosca l’essere umano. Ma chi riconosce l’uomo e il suo grido di domanda, sicuramente sta avendo a che fare col suo Dio.
«Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere…?» domandano coloro che si son presi cura del grido d’aiuto dell’altro, e Gesù risponde: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 37-40).
Il cristiano è l’uomo che vive di fede. Ma l’unica fede che salva è quella che opera per mezzo dell’amore (cfr. Gal 5, 6).

 

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