Esperienze Formative

Venerdì, 17 Maggio 2024 10:07

Domenica di Pentecoste. Anno B In evidenza

Vota questo articolo
(0 Voti)
Domenica di Pentecoste. Anno B

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima Lettura  At 2,1-11

Dagli Atti degli Apostoli

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 46 (47)

R. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Oppure: 
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

Seconda Lettura Gal 5,16-25

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Galati

Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

Sequenza

Veni, Sancte Spíritus, 
et emítte caélitus
lucis tuae rádium.
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
   
Veni, pater páuperum, 
veni, dator múnerum, 
veni, lumen córdium.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
   
Consolátor óptime, 
dulcis hospes ánimae, 
dulce refrigérium.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
   
In labóre réquies, 
in aestu tempéries, 
in fletu solácium.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
   
O lux beatíssima, 
reple cordis íntima 
tuórum fidélium.
O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
   
Sine tuo númine, 
nihil est in hómine, 
nihil est innóxium.
Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
   
Lava quod est sórdidum, 
riga quod est áridum, 
sana quod est sáucium.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.
   
Flecte quod est rígidum, 
fove quod est frígidum,
rege quod est dévium.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
   
Da tuis fidélibus,
in te confidéntibus, 
sacrum septenárium.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
   
Da virtútis méritum, 
da salútis éxitum,
da perénne gáudium.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

 

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Vieni, Santo Spirito,
riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.

Alleluia.

Vangelo Gv 15,26-27;16,12-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

OMELIA

Padre, Figlio e Spirito Santo. Le tre persone della Trinità cristiana, son tutte maschili.
Anche se sappiamo che Dio (ancora maschile) non ha genere, non è cioè né maschio né femmina, da sempre (o meglio da quando si è passati dalla venerazione della dea-madre al dio degli eserciti, circa 10 mila anni fa) l’immaginario collettivo lo pensa al maschile, con tutte le conseguenze del caso, non ultima quella sottolineata dalla teologa americana Judith van Osdol: ‘L’aver concepito un dio maschio ha dato di fatto il potere al maschio di sentirsi dio’.
Nella festa di Pentecoste, sulla scorta di un pensiero di Willigis Jäger, mi domando cosa sarebbe successo avessimo immaginato, pensato, pregato lo ‘Spirito Santo’ al femminile, invocandola magari come ‘Spirita Santa’.
D’altra parte nella sua lingua Gesù di Nazareth per indicare lo Spirito usa ‘ruach’, femminile. E femminili son tutti i più profondi moti dell’animo di Gesù mossi proprio da questo soffio vitale: compassione, senso materno, intimità, calore, sensibilità, bellezza, ascolto, accoglienza, fecondità, dono.
Aver mascolinizzato il Mistero ha reso tutto più concettuale e distaccato, cerebrale e in ultima analisi indifferente.
Recuperare la dimensione femminile del divino, e in particolare dello Spirito ci aiuterebbe a riscoprire il potere dell’energia femminile che ci abita, di cui siamo tempio, come dice Paolo (1Cor 6, 19), come quell’azione/archetipo che ha mosso Gesù, con tutte le caratteristiche espresse sopra. E di tale energia femminile oggi ne abbiamo immensamente bisogno a tutti i livelli, da diffondersi come un balsamo sulle ferite provocate per lo più dall’archetipo maschile del guerriero.
Jäger ricorda che in una cappellina gotica a Urschalling, alta Baviera, c’è un affresco che rappresenta lo Spirito Santo in sembianze femminili mentre esce dalle pieghe delle vesti del Padre e del Figlio. Molto bello.
E sempre il nostro autore tedesco ha provato a mettere al femminile l’Inno di Pentecoste. Eccolo:
Scendi su di noi, o Santa Spirita che squarci la notte buia,
manda luce in questo mondo.
Vieni, tu che sei colei che ama tutti i poveri, colei che porta buoni doni,
vieni, tu che sei colei che illumina ogni cuore.
Massima consolatrice nella sofferenza, colei che rallegra il nostro cuore e i nostri sensi,
dolce ristoro nel pericolo.
Nell’agitazione doni quiete, nelle fiamme soffi freschezza,
consoli nella sofferenza e nella morte.
Vieni, tu, luce gioiosa, riempi il cuore ed il volto, penetra fino al fondo dell’anima.
Senza il tuo soffio di vita nell’uomo nulla può sopravvivere,
nulla può essere vivo e sano.
Purifica ciò che è macchiato, infondi vita a ciò che è secco,
guarisci dove fa soffrire la malattia.
Riscalda ciò che è freddo e rigido, sciogli ciò che si è irrigidito,
guida colui che ha smarrito la strada.
Dona al popolo che a te si affida, che conta sul tuo aiuto,
i tuoi doni che lo accompagnano.
Lascialo continuare nel tempo, sperando nel compimento della tua salvezza e nelle gioie dell’eternità. Amen, Alleluia.
 
Paolo Scquizzato
 
Letto 87 volte Ultima modifica il Domenica, 19 Maggio 2024 10:32
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search