Il simboli dell’orientamento sono ormai scomparsi dalla nostra cultura. Per di più, entrati ormai in pieno nell’epoca dei Tomtom e dei vari sistemi di navigazione GPS, molti di noi non cercano neppure più di sforzarsi di capire come si possa arrivare da qualche parte. La rete internet può essere presa come simbolo emblematico del nostro nuovo modo di vivere.
Non conosciamo il nome della moglie di Caino né quello della moglie di Matusalemme. Neppure il nome della madre di quest’ultimo, la moglie del misterioso Enoch. Le vicende di Noè pur essendo raccontate con dovizia di particolari non conservano il ricordo di nomi femminili.
Per il cristiano i pellegrinaggi avevano anche un significato esistenziale. Fare pellegrinaggio era ricordare che la vita stessa era pellegrinaggio. Rappresentava nel piccolo ciò che era l'esistenza stessa. Mettersi in viaggio voleva dire non sentirsi legati alla propria terra e alle proprie cose.
Da un punto di vista biblico tutto il tempo diventa kairos – diventa la pienezza del tempo. O, per dirla con altre parole, diventa per l’uomo un momento di perenne opportunità per incontrarsi con Dio. E per questo incontro non c’è la necessità di recarsi da qualche parte, in un determinato luogo.
L’uomo è un animale simbolico. E' il simbolo a distinguere l’uomo dagli animali. Tutte le esperienze religiose si veicolano attraverso un vasto repertorio simbolico: parole, azioni, contenuti. Spesso ritroviamo simboli che sono immediati e comuni a molte religioni, mentre in alcuni casi altri risultano essere propri a singole esperienze.
Nessun animale, pur creato attraverso il realizzarsi della parola divina, conosce la possibilità di usare il linguaggio, mentre l’adam rinnova l’azione creatrice divina attraverso la parola dando il nome alle cose ed agli esseri animati. Attraverso il linguaggio l’uomo conosce la possibilità di entrare in relazione con Dio e con il mondo.
Per affrontare questo tema bisogna mettersi nell'unica prospettiva che, credo, sia possibile percorrere come cristiani: vale a dire quella dell'ascolto della parola di Dio. Tutto il resto può essere ridotto a vuoto chiacchiericcio, ad opinione personale.
Di che cosa abbiamo paura? Dell’arrivo improvviso della guerra a mietere le nostre esistenze, il nostro fragile benessere? Del crollo in borsa dei titoli azionari e degli investimenti finanziari?
«Nulla volere, nulla sapere, nulla avere» (Meister Eckhart). Amo il nulla. Una manciata di ricordi. Un grumo di attese. Ma l’esperienza del nulla è ancora nulla di fronte alla percezione del nulla. Inconcepibile. Indicibile.
Quando si partecipa ai riti di un funerale religioso, una espressione che viene spesso ripetuta (nei canti, nelle omelie e nei testi delle varie preghiere) è quella del riposo eterno.