Gli Atti degli Apostoli e il loro valore storico
Composizione di Atti
- Parallelismi di personaggi e situazioni: Pietro e Paolo pronunciano due discorsi programmatici (3,12-26 e 13,16-41); compiono molti miracoli analoghi, come lo storpio al tempio (3,1ss) e quello a Listra (14,8ss), la risurrezione di Tabità (9,36ss) e quella di Éutico (20,8ss); Cornelio adora Pietro suscitando le proteste di lui (10,25s) come i Licaoni scambiano Paolo per il dio Ermes inducendolo ad uguali proteste (14,11ss); ambedue sono liberati miracolosamente dalla prigione, l’uno a Gerusalemme (12,7) e l’altro a Filippi (16,26) e altri ancora.
- Duplicati o ripetizioni: tre conversioni di Paolo (9,1ss; 22,1ss; 26,9ss); i discorsi missionari ed apologetici di Paolo si ripetono in molte parti. Lo scopo è quello di sottolineare l’importanza dell’avvenimento narrato, un po’ come un replay televisivo.
- I sommari: presentano un breve bilancio di cosa si sta compiendo, come una pausa per vedere il cammino percorso e prevedere gli sviluppi futuri. I temi sono ricorrenti: la crescita della comunità, la parresìa nel proclamare la parola, la perseveranza degli evangelizzatori, la gioia di chi abbraccia al fede…: sono delle volute idealizzazioni che presentano la situazione della Chiesa madre di Gerusalemme. I sommari maggiori sono nei primi 5 capitoli (2,42-47; 4,32-25; 5,11-16), nei quali probabilmente l’informazione di Luca era più frammentaria; quelli minori, perlopiù di un solo versetto, sono sparsi in tutto At.
- Stile a episodi drammatici: Luca si sofferma a raccontare alcuni episodi apparentemente minori, e questo ha fatto dubitare della sua affidabilità nella ricostruzione storica; ma si tratta di episodi che egli ha scelto e strutturato ciascuno "come veicolo per un importante teorema della teologia lucana della storia, il cui significato va ben oltre la scena in sé" (R. Dillon, Atti degli apostoli, in Nuovo grande commentario biblico, 44:6).
- Discorsi: molti episodi drammatici hanno al centro un discorso di vario genere (missionario, apologetico, di accusa…) pronunciati da diversi personaggi (uno di Stefano, otto di Pietro, dieci di Paolo, uno di Giacomo): come vanno letti? È possibile risalire, soprattutto nei discorsi di Pietro (prima parte), a tracce di una teologia molto arcaica; ma i discorsi vanno letti considerando che "hanno Luca come autore e i lettori come pubblico" (Dillon, cit., 44:7).