Giustificazione, Grazia e Sacramenti
don Marino Qualizza
3. I sacramenti: qual è la loro fonte e che cosa sono
Il discorso teologico sui sacramenti è ricco di prospettive, per almeno due motivi: si tratta della traduzione storica e quindi dell’attualità del Vangelo di salvezza, in altri termini di Cristo, e poi della testimonianza più persuasiva del fatto che la Chiesa, lungo i secoli, non si ferma, né si adagia, ma continua il suo cammino, pur tra difficoltà ed incertezze. Infatti se c’è un trattato di teologia che registra le maggiori novità, questo è proprio quello sui sacramenti. Essi sono allora contemporaneamente la novità della Chiesa e della teologia, la verifica concreta che il cammino di salvezza e la legge dell’incarnazione non possono avere remore o intoppi. Questi certamente ci sono e ci saranno, ma proprio il riferimento ai sacramenti ci dà la possibilità di andare oltre e di scorgere in essi i motivi stessi di un cammino e della correzione di rotta, qualora necessaria.
Uno sguardo complessivo
Per una adeguata considerazione sui sacramenti è necessario collocarli in un preciso quadro teologico. Esso inizia molto prima di Cristo e va collocato nella creazione stessa, e conseguentemente nella storia che da essa si sviluppa. Questa apertura ampia ed universale aiuta a leggere i sacramenti in una prospettiva tanto ampia, quanto è ampio il progetto di Dio dalla creazione in poi. Ed è anche l’ambito di una nostra possibile competenza, come ben si può vedere. Tutto questo è ben documentato e descritto nell’inno teologico e cristologico che troviamo all’inizio della lettera agli Efesini: 1,3-14. Lo sguardo dell’autore del testo spazia dal mistero di Dio nella creazione e nella storia della salvezza, che ha come protagonista, già nel mistero di Dio, il Cristo come pure la nostra scelta in lui. Si parla di progetto misterioso di Dio, dunque di mistero, termine che viene spiegato adeguatamente in Efesini 3. Ivi si legge che Paolo ha conoscenza di questo mistero, perché si tratta del progetto di Dio rivelato e compiuto in Cristo. Niente dunque, che abbia a vedere con dottrine nascoste e rivelazioni astratte: la storia compiuta in Cristo, e se compiuta, allora anche la storia che da altri tempi e luoghi porta a Cristo. Egli ne è il centro, come leggiamo in Ef. 1,10: in lui ha voluto ricapitolare tutte le cose.
Creazione e storia
Il luogo adeguato per comprendere i sacramenti, allora, è una lettura teologica della creazione come pure della storia. I sacramenti ne sono come i criteri rivelatori e ad un tempo anche determinatori, se la loro origine è posta nel Cristo figlio di Dio. Questo modo di intenderli crea uno spazio straordinariamente ampio e libero per la riflessione teologica, in vista di una apertura che esca dalle angustie che, talvolta, ne hanno caratterizzato la presentazione. Più di una volta infatti, la riflessione teologica ed ancora di più la sua traduzione pastorale hanno visto i sacramenti come strumenti per una religiosità vissuta all’individuale e quasi esclusivamente interessata alla salvezza dopo la morte. Qui non vogliamo escludere nulla, quanto piuttosto ampliare l’orizzonte della riflessione. I sacramenti sono la verità della creazione, perché ne perpetuano, in qualche modo, la realtà e ne celebrano il significato. Come avremo occasione di dire, i sacramenti non sono azioni nostre, in primo luogo, ma di Dio in Cristo e nello Spirito. Per questo si è detto che essi sono la verità attuale della creazione, vista come la prima rivelazione di Dio e quindi la prima azione salvifica, che non ha cessato di esistere, ma si rende presente nella storia come la sua possibilità stessa. I sacramenti sono la verità, resa attuale, di quanto Dio ha fatto e continua a fare per noi.
Quale storia?
Quella dell’umanità che è sotto l’azione di Dio. Una particolare attenzione dovremo porre nella lettura dei primi undici capitoli della Genesi. In essi, oltre alla creazione ed alla caduta, abbiamo le linee generali di una storia universale di salvezza. Ed è una storia che non ha perso la sua attualità, perché non è stata annullata da quella successiva che inizia con Abramo, Gen 12. Nell’unica storia universale della salvezza, si inserisce poi la storia speciale di Abramo che porta fino a Cristo e fino a noi, ma come convalida del progetto universale di Dio. Questo dunque si celebra nei sacramenti, che per questo motivo danno alla nostra fede ed alla sua celebrazione liturgica una dimensione semplicemente universale e nello stesso tempo straordinariamente concreta. E’ la storia della salvezza, fatta con i mattoni della storia quotidiana, grande o piccola che sia. In essa entra dunque, tutta la storia dell’umanità, come il concilio ecumenico ha ribadito con autorità nella Costituzione Lumen Genitum al n.16.
E’ evidente che questa storia può essere letta come avvenimento di salvezza perché c’è il Cristo. Egli non è solo criterio di lettura e di interpretazione, ma lo è perché è colui che ha portato a compimento la storia speciale di salvezza, iniziata con Abramo, per riaprirla nuovamente alle prospettive che leggiamo in Genesi 10, nella pagina clamorosa della enumerazione dei popoli della terra.
I sacramenti rendono presenti le grandi azioni di Dio
Queste non sono solo quelle compiute da Cristo, ma secondo la lettura sapienziale degli evangelisti Matteo e Luca, vanno da Cristo ad Abramo e ad Adamo. Perciò, per una corretta e normale presentazione e celebrazione dei sacramenti, soprattutto del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia, bisognerà passare in rassegna e comprendere questa storia da Adamo, da Abramo, da Davide, dall’esilio fino a Cristo, per continuarla poi con la Chiesa apostolica, perché ne siamo parte ed eredità. Se questo sarà tenuto in considerazione allora non si avranno quelle difficoltà ed anche quell’istintivo rigetto che molti contemporanei hanno per i sacramenti, perché qui noi abbiamo non solo un aggancio teologico, ma anche culturale, di estrema rilevanza. Coloro che celebrano i sacramenti, cioè i cristiani in quanto Chiesa, non inseguono fantasmi, ma sono chiamati a dare una svolta alla storia, perché ne ricevono l’incarico e la forza dal Cristo stesso. In chiesa si celebrano, efficacemente, i destini del mondo. La consapevolezza di tutto ciò, dovrebbe essere elemento importante per una rivalutazione dell’essere cristiani e della nostra presenza propositiva nel mondo.
La fonte dei sacramenti
E’ Dio stesso nella sua opera di creatore e salvatore del mondo. E’ dunque il Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, il Dio uno e trino. L’azione di Dio si sviluppa, manifesta, esprime e rivela nella nostra storia, e quindi in essa è leggibile e comprensibile. Come, già detto, bisognerà riferirsi a tuta la storia della salvezza per comprendere la portata dei sacramenti, ma è chiaro che sarà la storia di Cristo a determinarne il significato più preciso e immediato. E nella storia di Cristo, sarà in particolare l’evento della Pasqua a dare le risposte necessarie ai nostri interrogativi. Su questi punti torneremo nei prossimi contributi, perché il discorso richiede uno svolgimento più dettagliato.
Che cosa sono
L’azione di Dio, compiuta in Cristo e accompagnata dal soffio dello Spirito in vista della riuscita di questa nostra avventura umana. I sacramenti, sinteticamente, sono dunque la verità di quanto è detto nella Sacra Scrittura e di quanto ci dicono i Vangeli. Possiamo dire che sono l’attualità stessa dei Vangeli, non in quanto informazione, ma in quanto trasformazione: del mondo e degli uomini che lo abitano. All’azione del Dio uno e trino si congiunge l’azione della Chiesa, in quanto realtà storica che rende, nei secoli, attuale il dono di Dio: non un ricordo, ma la sua attualità, in quanto attuazione.
(Nel prossimo intervento sarà data anche una informazione bibliografica).