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Sabato, 26 Giugno 2004 15:41

2) Lo Spirito Santo vivificante Gv 14/16; 16/7-14

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LO SPIRITO SANTO VIVIFICANTE
Gv 14,16; 16, 7-14
don Marino Qualizza

 

 

 

 

<<Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito, affinché sia sempre con voi, lo Spirito di verità>>. <<Ma io vi dico la verità: è meglio per voi che io parta; perché, se non parto, il Paràclito non verrà a voi. Se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando egli verrà, confuterà il mondo in fatto di peccato, di giustizia e di giudizio. In fatto di peccato: perché non credono in me; in fatto di giustizia: perché me ne vado al Padre e voi non mi vedrete più; in fatto di giudizio: perché il principe di questo mondo è già giudicato. Ancora molte cose ho da dirvi, ma non le potete portare per ora. Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà in tutta la verità. Non parlerà infatti di se stesso, ma quanto sentirà dirà e vi annuncerà le cose venture. Egli mi glorificherà, perché prenderà da me e ve lo annuncerà. Tutto quanto ha il Padre è mio. Per questo vi ho detto che prenderà da me e lo annuncerà a voi>>.

 

Per giustificare appieno il titolo, bisogna aggiungere, dal cap. 14, i versetti successivi al 16, dove si parla dello Spirito che dimora presso i discepoli e da cui essi ricevono la vita, al pari di Gesù che dice:<<Voi mi vedrete perché io vivo e voi vivrete>> (v.19). Così abbiamo il quadro completo circa l’azione dello Spirito Santo che è Signore e dà la vita, come recita il simbolo di fede niceno-costantinopolitano del 381. Tuttavia nei testi del vangelo di Giovanni, si parla di uno Spirito di verità e non si dichiara esplicitamente che è Spirito vivificante, come invece è affermato nei testi di Paolo, tanto nella prima lettera ai Corinzi, come soprattutto nella lettera ai Romani, in specie nel capitolo 8°. Ma ciò che Paolo dice esplicitamente, Giovanni lo afferma implicitamente, quando parla dello Spirito di Verità.

 

 

 

2.a. Una verità che dà la vita

 

In effetti, noi occidentali, abbiamo una concezione diversa di verità rispetto agli orientali semiti, in questo caso gli ebrei. Per noi, nella prospettiva razionale, segnata dall’Illuminismo, la verità riguarda la conoscenza intellettuale; per gli ebrei invece, in specie per la testimonianza biblica, la verità è un dato esistenziale, che riguarda il vivere concreto. Per noi si tratta di una acquisizione razionale, per il Vangelo di un cambiamento di vita, di cui certamente si ha coscienza. Ne consegue che il nostro approccio al Vangelo è spesso falsato e senz’altro limitato dalle nostre precomprensioni, che sono anche pre-giudizi. Da qui anche la facile propensione di intendere il Vangelo come un prontuario di verità, soprattutto morali. Si tratta di una evidente riduzione, che priva il Vangelo della sua forza vitale. Lo Spirito di verità ci viene in aiuto perché evitiamo questa riduzione, che snerva il Vangelo.

 

Dunque, la verità del Vangelo dona la vita mediante lo Spirito vivificante. Se vogliamo tenerci al concreto, dobbiamo fare una precisazione ulteriore, che nei testi citati è presente in mondo chiaro. La verità evangelica è Gesù Cristo; per questo motivo in essa troviamo la vita. Si tratta cioè di una persona viva, non della sua immagine o del suo ritratto e della sua memoria, intesa in senso comune. Perché c’è anche una memoria di tipo biblico e liturgico che corrisponde alla realtà concreta. Ed è in questa linea allora che si comprende la parola di Gesù ancora nel vangelo di Giovanni: <<Io sono la via, la verità e la vita>> 14, 6. Come si vede, il rapporto tra verità e vita è strettissimo. Nel testo si fa riferimento anche alla via, in quanto Gesù Cristo è la strada che conduce alla verità che dà la vita. In lui poi queste tre dimensioni si richiamano a vicenda e si identificano.

 

 

 

2.b. Dallo Spirito Santo la professione della fede che salva

 

Ma in tutto questo quale parte ha lo Spirito Santo? Una parte assolutamente fondamentale. Se ci ricordiamo quanto afferma san Paolo in 1Cor 12,3: <<Nessuno può dire Cristo Signore, se non nello Spirito>>. Qui infatti è cruciale il passaggio da Gesù di Nazareth, uomo fra gli uomini, anche se dotato di qualità eccezionali, al Cristo Signore, cioè a colui che fa parte della vita di Dio e viene da Dio ed è l’unico Dio con il Padre. Questo passaggio, che non comporta l’annullamento dell’umanità di Gesù, è impossibile senza l’aiuto, la grazia, la forza dello Spirito Santo. Infatti si tratta di cogliere nella vita di Gesù, oltre la straordinarietà, la divinità, la comunione con il Padre. Questo è impossibile alle considerazioni umane, perché non è possibile colmare, con le nostre forze, l’abisso che c’è fra il divino e l’umano, soprattutto a livello storico. Infatti, a livello filosofico, non ci sono negate riflessioni ed aperture al divino; ma qui c’è un autentico ‘scandalo’; qui sono superati i criteri filosofici e si affacciano quelli storici, limitati quindi nel tempo e nello spazio e perciò stesso, limitanti anche lo spazio divino, secondo la normale considerazione filosofica.

 

2.c. Dallo Spirito la fede e l’approfondimenti di essa

 

Ecco allora che ci viene incontro lo Spirito, per fare o compiere una duplice operazione: aprire i nostri occhi alla contemplazione dell’identità di Cristo, il Signore e guidarci alla conoscenza della verità tutta intera, già compresa nella persona di Gesù, ma non ancora esplicitata. Tutto questo vale per la Chiesa apostolica e per quella dei tempi successivi, fino a nostri giorni ed oltre, ovviamente. Le due cose non sono così elementari, come parrebbe di vedere. Abituati come siamo, per i più, a conoscere il Cristo dal catechismo e a considerarlo sempre come ‘il Signore’, non ci rendiamo conto dell’enorme passaggio che c’è tra il conoscere storicamente Gesù ed il proclamarlo Signore della gloria. Solo chi da adulto opera il passaggio della fede, si rende conto del fatto straordinario e vive in modo diretto l’esperienza vivificante dello Spirito, che l’ha introdotto nella dimensione nuova della fede, come incontro con il Cristo vivente. In questa esperienza, ci si rende conto che la proclamazione dell’identità divina del Cristo non è una questione di conoscenza e di informazione, del tutto necessarie, ma è questione di trasformazione, di rinnovamento. La fede non consiste nel recitare delle formule, ma nell’incontrare il Dio vivo di Gesù Cristo. Tutto questo è reso possibile dallo Spirito di Dio. Dunque è veramente vivificante. Introduce nella vita che è il Cristo Signore.

 

La seconda operazione dello Spirito è egualmente decisiva, perché riguarda il cammino della comunità dei credenti, da quella apostolica fino alla nostra, nella conoscenza del mistero di Cristo. l’esistenza storica di Gesù si conclude con il dramma della croce. Ma questa non è tutta la vita di Cristo. Se non c’è la resurrezione e in base ad essa, la ulteriore comprensione dell’opera di Cristo, viene meno l’essenza del Vangelo. Gli apostoli, dallo Spirito, vengono guidati alla comprensione del mistero di Cristo e noi con loro. Si è iniziata così la lunga strada della vita della Chiesa, che di generazione in generazione si avvicina e vive il mistero di Cristo, approfondendone sempre la conoscenza e l’adesione. In questo senso, lo Spirito è la novità del Vangelo, in quanto non permette che diventi un libro su cose accadute nel passato e che sono vive solo perché noi le ricordiamo. Il Vangelo è vivo, perché Cristo è vivo e noi siamo in comunione con lui mediante lo Spirito.

 

 

 

2.d. Dallo Spirito la Chiesa carismatica

 

Verità e Vita, un binomio che caratterizza Gesù Cristo e che è reso attuale dall’azione dello Spirito Santo. In riferimento ad essa, si parla nella Chiesa di una dimensione carismatica. E’ del tutto normale. Anzi, se viene meno questo aspetto carismatico, non abbiamo più la Chiesa, ma un istituto che cura la memoria su un certo Gesù di Nazareth e nulla di più. Alle volte però, il carattere carismatico della Chiesa viene inteso in senso errato. Si pensa cioè a qualcosa di eccezionale, di fuori del comune, legato a fenomeni mistici, riservati a pochi eletti. Questo non aiuta a capire l’autentica dimensione carismatica della Chiesa. Essa consiste nel fatto che è guidata dallo Spirito Santo, per l’unico motivo fondamentale, che consiste nel dono della fede: è frutto dello Spirito Santo la fede della e nella Chiesa. Tutto il resto ne consegue. Ed in questa fede noi riceviamo la vita, perché la fede è comunione con il Dio della vita, il Dio cha ha risuscitato dai morti Gesù Cristo, il Signore che ci dona lo Spirito.

 

 

 

 

Letto 3307 volte Ultima modifica il Venerdì, 11 Aprile 2014 09:50

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