Il secondo viaggio missionario di Paolo
di Don Filippo Morlacchi
Atene, città di filosofi; discorso all’Areopago (At 17,16-34)
Ad Atene Paolo si sente a disagio (città totalmente idolatra); riparte sempre dai giudei, ma con esito modesto. Si apre allora ai filosofi ciarlieri, che lo scambiano per un promotore di divinità straniere, cioè Gesù e Risurrezione (tipica coppia divina). Lo conducono all’Areopago e fa il suo discorso: qui si fa "greco con i greci", cercando un dialogo interculturale. Non cita la Bibbia, ma un poeta pagano del III secolo, Arato (Fenomeni, 5); gli argomenti non sono dell’AT, ma della ragione naturale; usa uno stile letterario greco (captatio benevolentiae all’inizio, ecc). Solo dopo una lunga pre-evangelizzazione passa all’annuncio centrale, la risurrezione di Cristo. Risultato: fallimento totale. 1Cor 1,22ss registra l’eco di questa sconfitta. Paolo prosegue.