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Sabato, 19 Giugno 2004 02:02

Corinto: una sfida sorprendentemente vinta (At 18,1-11); il rientro (18-22)

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Il secondo viaggio missionario di Paolo
di Don Filippo Morlacchi


Corinto: una sfida sorprendentemente vinta (At 18,1-11); il rientro (18-22)


Corinto costitutiva per l’annuncio cristiano una sfida eccezionale. Vi regnavano due divinità: il denaro (città costruita su un istmo, con due porti, Cencre verso oriente e Lecheo verso occidente, era sede commerciale floridissima) e la lussuria (sulla collina detta Acrocorinto oltre mille prostitute sacre vivevano presso il tempio di Afrodite, secondo Stradone). Con pochi soldi ("trovandomi presso di voi e pur essendo nel bisogno, non sono stato d'aggravio a nessuno, perché alle mie necessità hanno provveduto i fratelli giunti dalla Macedonia": 2Cor 11,9), trovò appoggio presso Aquila e Prisca, una coppia scappata da Roma a seguito dell’espulsione di Claudio (48-50 d.C.). Inizia la missione presso i giudei; il loro rifiuto inasprisce i rapporti già tesi e Paolo si dirige ai pagani. Non più in sinagoga, ma a casa di Tizio Giusto annuncia la fede, con buon risultato, anche se la conversione morale dei neofiti fu lunga e faticosa (cfr 1Cor 6,9ss). Il Signore stesso lo invita a non andare oltre, ma a fermarsi ancora:"io ho un popolo numeroso qui" (v. 10).


La comparizione davanti a Gallione è importantissima per le date paoline (cfr incontro 6): Gallione, fratello di Seneca, fu proconsole di Acaia nel 51/52, e dunque Paolo arriva a Corinto all’inizio del 51. Dopo la sua assoluzione da parte del proconsole, Paolo riparte con Aquila e Prisca, rasatosi a seguito del voto da nazireo. Breve sosta ad Efeso, poi Cesarea; "salito alla Chiesa" (cioè Gerusalemme), ridiscese ad Antiochia.

Letto 2434 volte Ultima modifica il Sabato, 19 Giugno 2004 02:04

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