Religioso Marista
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La croce è il simbolo cattolico del cristianesimo. Secondo i pubblicitari, il logo più semplice e geniale che sia mai stato creato: due pezzi di legno incrociati o appena due tratti perpendicolari tracciati sulla parete o, ancora, due dita attaccate, una in verticale, l'altra in orizzontale.
Il problema della convivenza umana come compito del futuro assume oggi forme nuove a causa di trasformazioni globali sempre più veloci. L'intreccio pluralistico di cui parla Gadamer, sinonimo della società interculturale sono dunque la sfida davanti a cui siamo posti, che ci interroga anche come cristiani chiamati a costruire una convivenza pacifica tra diversi.
Beati coloro che governano perché tutti abbiano pane, pace e gioia, e tramutino le antiche strutture nella moltiplicazione dell’abbondanza.
Invece della retorica, atti modesti: la Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace ha organizzato, a Parigi nel 2009, un incontro tra giovani israeliani e palestinesi.
Più che tracciare una panoramica di questa plurisecolare tradizione, che inevitabilmente risulterebbe incompleta, nonché ripetitiva, si tenterà di presentare uno "spaccato" di essa assumendo due esempi della tradizione del cristianesimo orientale, che per alcuni versi lo riassumono e lo rappresentano: S. Giovanni Damasceno e Nicola Cabasilas.
La sua morte diviene esemplare. Tanto che Luca mostrerà negli Atti degli Apostoli che Stefano morirà come Gesù. Come si può seguire Gesù nella vita, così lo si può seguire nella morte. La morte di Gesù è esempio delle morti dei martiri.
La vita di Gesù, come la vita di ogni uomo, ha conosciuto una fase finale. I vangeli, pur con differenze rilevanti, testimoniano che questa vita ha conosciuto un finale tragico e scandaloso culminato nella infamante morte di croce.
La preghiera volge i nostri occhi verso colui che è sempre pronto a donare, se noi sappiamo fargli accoglienza.
Il saggio indiano Jiddu Khrishnamurti (1895-1986), proclamato “Istruttore del mondo” a sedici anni dai responsabili della Società teosofica, rinuncia a tale ruolo dopo varie rivelazioni interiori. Diviene allora l’apostolo itinerante di una nuova visione del mondo, libertaria e umanistica.
Con la parola eucaristia (in greco originariamente: ringraziamento, rendimento di grazie) designiamo quel sacramento che nell’ambito cattolico per lo più viene detto messa o sacrificio della messa, e nelle chiese della Riforma, santa Cena e, nelle chiese orientali, Divina Liturgia.