CONDANNATI DAL VATICANO
di Aurelio Mancuso - da "Il Manifesto" di martedì 2 dicembre 2008
(abstract)
Ma perché il Vaticano ha deciso di mettersi nel novero dei paesi che concepiscono il reato di omosessualità? Quale ispirazione divina ha consigliato al rappresentante della chiesa presso l'Onu di scagliarsi contro la richiesta presentata dal governo francese, e sottoscritta anche da quello italiano, di depenalizzare l'omosessualità? Circa novanta paesi nel mondo prevedono il reato di omosessualità, una cinquantina di questi lo puniscono con il carcere, le sevizie, la tortura, i lavori forzati, di questi una decina prevedono la pena capitale. Non c'è ragione ideale, religiosa, culturale che possa giustificare una simile presa di posizione vaticana. (...) Siamo davvero raggelati da un papato che ci attendevamo arcigno, antiquato, fedele alla peggior tradizione preconciliare. Ma ora si è andati oltre, si è percorsa una strada senza ritorno. Lo stato teocratico vaticano si è messo pubblicamente allo stesso livello dell'Iran, degli altri regimi islamici, delle peggiori dittature di tutti i colori, passate e purtroppo presenti.
Da sempre l'osservatore vaticano presso l'Onu intriga, preme, blandisce decine di diplomazie del mondo affinché i diritti umani siano negati, quando non confacenti ai dettami della religione cattolica. Sull'ormai tristemente noto Lexicon, edito alcuni anni fa, summa dottrinale della curia sulle libertà e i diritti, alcune organizzazioni internazionali venivano ferocemente attaccate perché lassiste sull'aborto, sulla contraccezione e così via.
Da sempre in alleanza con i peggiori regimi, a volte stringendo pubblicamente la mano a dittatori sanguinari, il papa e i suoi emissari hanno promosso campagne internazionali di inaudita violenza. Nulla a che vedere con il messaggio cristiano e con il Vangelo. Solo pura pratica di potere, conservazione di una eretica storia di dominio sulle terre, invece che di guida spirituale delle anime.
La storia drammaticamente si ripete e se possibile riesce a stupire rilanciando una visione cattolica proprietaria del mondo, di oppressione delle libertà, di giustificazione dell'assassinio di massa, quando questo è coerente con l'impostazione tradizionale della chiesa. Non c'è sentimento di vergogna che sia sufficiente, e ora attendiamo cosa sapranno dire vescovi, sacerdoti, popolo di Dio, da molti anni silenti. Vediamo cosa sapranno inventarsi i nostri politici, soprattutto quelli del variegato centrosinistra.
Quello che è accaduto non ha giustificazione alcuna, non è ammissibile nella comunità internazionale che si dice democratica. Ma il nostro è il paese del tutto è possibile; quindi attendiamo, sperando che vi sia finalmente una reazione degna di questo nome, dentro e fuori la chiesa, nella società civile, per amore della vita, di quella esistenza etero od omosessuale che non può essere violata da nessuno.