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Lunedì, 14 Novembre 2011 16:40

Scatta da Londra il tiro incrociato sui Btp

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Ecco chi (e come) affonda il debito italiano


Non c’è un mister Spread che accende o spegne l’interruttore. Il valore del differenziale di rendimento tra un titolo di Stato e un altro è dato dall’antichissima legge della domanda e dell’offerta. Dove il venditore incontra il compratore, lì si fissa il prezzo. Dunque sono le migliaia di operatori che smanettano sui computer inviando ordini di acquisto e di vendita in tutto il mondo (privati, banche, fondi pensione, hedge fund altamente speculativi, ecc.) a stabilire il valore. E questo oscilla, cambia di secondo in secondo, per 24 ore. Perché i mercati sono sempre aperti. Quando Londra dorme, Tokyo e Pechino lavorano.
      Tuttavia c’è qualcuno più autorevole o potente di altri, in grado di dettare la linea, di dare la tendenza che i mercati seguono come pecoroni. Infatti gli ordini sono computerizzati sulla base di sistemi di calcolo comuni ed elementari: a una data soglia si compra, ad un’altra si vende.
      Ieri la linea l’ha data Lch.Clearnet, la principale cassa di compensazione a livello europeo (una sorta di stanza virtuale dove si incrociano titoli di Stato di tutti i Paesi). Lch.Clearnet ha deciso di alzare i costi richiesti per utilizzare i bond italiani nelle operazioni "repo", ossia nei pronti contro termine, cioè quando un privato compra in contanti da una banca, la quale si impegna a rimborsare alla scadenza il valore nominale stabilito, più un sovrapprezzo.
      È stato l’aumento dell’aggio per operazioni sui titoli di Stato italiani deciso da Lch.Clearnet a innescare la corsa dello spread, contribuendo ad allargare la differenza di rendimento tra il Btp decennale e l’analogo tedesco, il Bund.
      Particolare non secondario è che non è necessario avere fisicamente i titoli in portafoglio. Ciò che interessa a banche, hedge fund e altro, non è il possesso, ma lucrare sul differenziale attraverso operazioni di "short selling" ossia vendite allo scoperto. In tutti i mercati finanziari è prevista la possibilità di cedere un’obbligazione o un’azione ad un valore stabilito, senza averla in mano, riservandosi di acquistarla in seguito per consegnarla al compratore. È una prassi speculativa legata all’attesa di nuovi ribassi: fisso il prezzo di vendita oggi a 100 ipotizzando che il mercato domani scenderà e il titolo lo potrò comprare ad 80, guadagnando 20. Questa è una situazione devastante per i titoli come quelli italiani, che sono finiti nel mirino perché non godono più della fiducia degli operatori. Le attese ribassiste alimentano a loro volta nuovi ribassi. E per interrompere la spirale servono fatti conclamati, che convincano gli operatori a reimpostare i dati nei computer. (G.C.P)

Il Gazzettino
Giovedì 10 Novembre 2011,

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