Vita nello Spirito

Lunedì, 28 Gennaio 2008 22:34

La ricerca spirituale (Isabelle Francq)

Vota questo articolo
(0 Voti)

di Isabelle Francq

L'uomo moderno va a cercare nelle spiritualità un po' di dolcezza in un mondo di violenza.

La via spirituale è lavarsi la tazza e coprirsi se si ha freddo. Ma per arrivare a questa semplicità bisogna passare attraverso esercizi di meditazione, perché noi siamo complicati. E la vita moderna fa di tutto per allontanarci da questo ideale“, spiega Eric, sulla trentina, sposato, padre di una bambina e giornalista. Da tre anni, un fine settimana al mese circa, Eric lascia tutto, famiglia, lavoro, amici e va a rinchiudersi nel monastero di Kagyu Ling in Borgogna. Là trova una trentina di uomini e donne, quarantenni per la maggior parte, venuti da tutta la Francia per meditare con un maestro tibetano, Lama Sherab. “Senza questi sassolini bianchi nella mia vita, ho l'impressione di precipitare nell'assurdo, confessa Eric. Questo mi aiuta a uscire dalla contraddizione di fronte a tutti i valori che nella vita corrente si oppongono: l'amore, la giustizia, il bene…

L'Oriente fa il pieno

Eric si dichiara buddista, anche se è sensibile alla figura del Cristo e alla spiritualità cristiana. Sono decine di migliaia come lui i buddisti francesi, per lo più collegati alle scuole tibetane, su un totale di 600.000 praticanti in Francia, Asiatici e Francesi mescolati. Dalla fine del XX secolo è certo che la spiritualità orientale fa parte in pieno dell'orizzonte spirituale francese.

Oggi tutti hanno sentito parlare dello zen e del tao, in tutti i paesi si trovano dojo, corsi di yoga, di taichi o di qigong, mentre nel 1968 non c'erano che tre centri di yoga a Parigi., nota Marc de Smedt, condirettore del dipartimento Spiritualità vive nelle edizioni Albin Michel e direttore del trimestrale Nouvelle Clés. Allora si parlava di una 'spiritualità in babbucce e kimono' ed è vero che l'interesse per i testi sacri d'Oriente che noi abbiamo pubblicato alla fine degli anni '60 (Bhagavad Gita, le Upanishad, testi zen, tibetani, sufi…) proveniva in parte dal loro esotismo. Le vendite crebbero molto rapidamente: come me, molti Francesi sono stati attirati da quelle filosofie che non sono soltanto sistemi di pensiero, ma delle 'gimnosofie', basate su esercizi di sapienza. Il corpo è implicato nella ricerca tanto quanto la coscienza e, proprio attraverso gli esercizi psicosomatici, il praticante avanza sulla via spirituale. Di questo avevano bisogno gli Occidentali, assetati di pace in un mondo in continua accelerazione. Oggi, continua Marc de Smedt, si vede che queste tradizioni lontane fanno parte della nostra modernità. Gli Occidentali se le sono appropriate laicizzandole o integrandole nella propria tradizione, come i domenicani dell'Arbresle che fin dagli anni '70, sotto l'influenza del maestro Taisen Deshimaru, si iniziarono allo zen“.

Iniziative cristiane

L'Oriente allora avrebbe vivificato l'Occidente nel momento in cui le Chiese non rispondevano più alle aspirazioni spirituali degli Occidentali? Sta di fatto che, dagli anni '60, le Chiese tradizionali si sono a poco a poco svuotate nel senso classico della pratica e della assiduità alla messa. Nel contempo non cessano di apparire altre forme di vivere alla luce dei vangeli, più o meno legate alla Chiesa. I monasteri suscitano un crescente interesse, al punto che la stampa femminile (Marie-Claire, Bien dans ma vie,ecc.) consacrano regolarmente interviste su tali 'vacanze' di stile particolare.

Inverno come estate, la foresteria delle carmelitane di Mazille (nel Mâconnais) non si svuota mai, con punte fino a novanta presenze, Eppure le monache non propongono nulla se non l'alloggio, la mensa e poi la loro liturgia, bella, ricca e sobria. e non impongono nulla se non il rispetto del silenzio. A Vezelay i corsi di cetra o di arte floreale tenuti dalle Fraternità di Gerusalemme sono frequentati tutto l'anno, come anche “le settimane di vita monastica destinate a far scoprire la vita religiosa ritmata dal lavoro e dagli uffici. I ritiri dai temi variati (la felicità o l'arte di essere felici; la solitudine: come trasfigurarla… attirano un pubblico abbastanza giovane, soprattutto femminile, ma che a poco a poco si fa anche maschile“, spiega il priore.

Nel nord d'Italia, vicino a Torino, Enzo Bianchi, fondatore della comunità mista ed ecumenica di Bose, ha riportato di moda una antichissima pratica cristiana: la lectio divina, la lettura della Bibbia a voce alta per favorire l'accoglienza immediata, fisica, della Parola. Jean e Chantal, coppia mista protestante e cattolica, vi si recano ogni volta che possono, per una pausa di 'lettura vitale', ritagliando sulle vacanze familiari. Ha successo anche, a Ginevra, lo Spazio di preghiera ecumenica, iniziato dal pastore Francine Carrillo, con le sue sessioni di iniziazione alla meditazione: “È straordinario vedere le richieste della gente, assicura. Bisogna aprire le porte dei nostri templi per andare incontro ai loro bisogni“.

E le offerte si moltiplicano: Marie Christine
Bernard, suora della Retraite, si è lanciata nell'“allenamento manageriale e spirituale”, con dei partecipanti che si iniziano alla lettura dei vangeli alla luce della loro pratica professionale. All'ospedale Bon Secours di Parigi, Elisabeth Raoul, (1) diplomata in psichiatria prenatale e professore di sofrologia e yoga, anima un corso di preparazione spirituale alla nascita, con sedute di riflessione partendo dalla Bibbia: “Fa talmente bene a certe giovani donne il trovare, attraverso una preghiera che potranno chiamare meditazione o concentrazione, qualche cosa che le fortifica in questo stato particolare della gravidanza!” esclama. E che dire delle liste d'attesa di Simone Pacot, che si estendono su vari anni! Questa avvocato ha pubblicato nel 1997 l'Evangelisation des profondeurs che, senza alcuna pubblicità, è andato a ruba per più di 60.000 copie. Le sue sessioni, a mezza strada tra psicanalisi e spiritualità, si propongono di aiutare a ritrovare l'unità interiore, detta anche “guarigione spirituale”.

Termine che è caro ai gruppi carismatici che beneficiano anch'essi dell'infatuazione contemporanea per il fatto spirituale. Apparsi una trentina d'anni fa, considerati dapprima come strani e sospetti, oggi fanno parte dell'orizzonte cattolico. In Francia si danno circa 1.800 gruppi di preghiera e una quarantina di comunità, e attirano cristiani scoraggiati, come Véronique, dalla pratica tradizionale delle Chiese. “Prima il rituale era per me una pagliacciata. Adesso mi accorgo che è un aiuto, confida questa giovane che frequenta da alcuni mesi un gruppo collegato al movimento carismatico Pain de Vie. Cantiamo insieme, a volte quelli che si sentono in sofferenza vengono nel mezzo e quelli che lo desiderano impongono loro le mani: sono mezzi per arrivare alla guarigione interiore. Ho scoperto che non siamo una minoranza a soffrire. Quando riparto, toccata da qualche cosa di intimo, di indicibile, che certamente è Dio, sono serena. Ho speranza.

Le conversioni

Afferrati dalla loro ricerca spirituale, alcuni optano per una via più radicale: la conversione a un'altra religione. Così Abd al-Malik (2) e il suo amico Fabien, due trentenni nati in famiglie cattoliche praticanti, che si sono convertiti all'islam sufi. Abd al-Malik proviene da una famiglia immigrata, è cresciuto in una città, è stato spacciatore, ha conosciuto l'islam militante del Tabligh, (3) prima di scoprire il sufismo. “La spiritualità è sempre stata al cuore della mia vita - dice - Volevo stabilire un rapporto semplice con Dio, ma alcune nozioni cristiane, come la Trinità, complicavano tutto. Con l'islam ho l'impressone di avere scoperto la mia religione naturale”.

Fabien, nato da genitori che insegnano in una scuola cattolica, conferma di avere scoperto nel sufismo “la fonte che colma la sete spirituale”, Un tempo Fabien era razzista e l'islam gli faceva paura. Oggi questo fisioterapeuta passa buona parte del suo tempo in Marocco, presso Sidi Hamza, lo sceicco della tariqa (confraternita) Qadiriya. Non manca a nessuno dei grandi raduni intorno al maestro: “Si contano a volte 80.000 persone venute da tutto il mondo”, afferma Fabien. Abd al-Malik sorride di compiacenza: “Il nostro maestro attira dei raduni 'arcobaleno', Neri Bianchi, Asiatici, persone di tutte le età. -racconta - Non propone un insegnamento spirituale, né un accompagnamento psicologico. Basta la forza della sua presenza. E poi le invocazioni ci aprono il cuore alla divinità; esse cambiano la nostra visione del mondo e i comportamenti ne conseguono. Le religioni sono come dei veicoli: non importa quale si prende, l'essenziale è di arrivare all'alto della montagna”.

Laurent ha scelto anche lui di voltare le spalle alle sue radici cristiane. Questo parigino di ventisei anni si è fatto circoncidere qualche mese fa. Nato da un padre ebreo non praticante e da una madre di origine cristiana, Laurent è stato battezzato, ma è cresciuto senza religione. A poco a poco il suo interesse per le lingue e le culture straniere. ma anche per la filosofia, la metafisica e la spiritualità l'hanno portato a studiare l'ebraico, il giudaismo e i suoi testi. “Ho finito col non studiare più che questo, e ho avuto voglia di mettere in pratica quello che leggevo. Nel giudaismo la pratica è particolarmente impegnativa, soprattutto l'osservanza della purità nei cibi e il sabato. Vi sono arrivato gradualmente. Ho soppresso alcuni alimenti come il maiale e li ho sostituiti con prodotti kasher… Oggi pratico integralmente. Vado alla sinagoga del mio quartiere - dove sono stato accolto molto bene - faccio le mie preghiere, rispetto il sabato, studio.” Presto Laurent sarà riconosciuto come ebreo dal rabbinato, che riceve un numero in aumento di domande di conversione. “È come se fossi nato con una doppia nazionalità e che all'età adulta avessi fatto una scelta. Questo mi rende felice, ma soprattutto mi si impone, perché sento che è giusto”.

Le ricerche nomadi

Accanto alle religioni istituzionali, un certo numero di percorsi individuali prendono vie traverse tra le tradizioni esoteriche, spigolando dalle une e dalle altre.Quello che Yves Lambert, del Gruppo di Sociologia delle Religioni e della Laicità, chiama il “la religiosità fuori-pista”. Così alcuni consultano gli“astrologi umanisti”, non tanto per scoprire i segreti dell'avvenire, quanto per trovare un senso al presente. Altri leggono i tarocchi (di Marseille, di Oswald Wirth, ecc.); nelle carte vedono le diverse facce della psiche e cercano di capirsi meglio. I librai notano una straordinaria richiesta sull'esoterismo. Alcuni sono attirati dal folklore, ma altri, che portano avanti la loro ricerca intima senza a priori, non esitano a visitare la cabbala o l'alchimia, ad avventurarsi delle tradizioni mistiche come quella della Rosa-Croce, a leggere manuali di iniziazione alla biodinamica, saggi sulle forze telluriche o sui segreti dei numeri.

Vado al culto la domenica e seguo corsi di ebraico al tempio - spiega Claude - L'ebraico è la mia passione, perciò seguo anche delle lezioni alla sinagoga. E per molto tempo ho assistito alle conferenze del rabbino Marc-Alain Ouaknin sulla cabbala. Mi piace il rigore delle prediche della mia tradizione riformata, ma la mancanza di un rituale mi fa talora rimpiangere di non essere cattolico. Ho preparato un angolo di raccoglimento in casa mia: lo chiamo il 'dojo'. Ogni mattina accendo una candela e un bastoncino d'incenso. Postomi nella posizione del loto, faccio un saluto al sole, che ho imparato allo yoga, poi mi collego con Dio. Gli recito delle preghiere oppure gli parlo. Ho appeso al muro l'icona di Rublev, una foto di Mâ Ananda Moyî, una sapiente indiana di cui ho seguito gli insegnamenti. Ho anche delle immagini di santi di tutte le tradizioni mandatemi dagli amici. Nel dojo io medito, studio il senso di una parola alla luce della ghematria, la scienza dei numeri ebraica. Leggo i tarocchi a quelli che me lo domandano. I simboli delle carte e le conversazioni che abbiamo su queste cose, li aiutano a trovare un senso a ciò che stanno vivendo e ad accettarlo. Quando mi trovo davanti a una scelta tiro fuori il mio pendolo. Se allento la presa e lo lascio andare, mi indica la direzione giusta. Sono sicuro che è quella che Dio vorrebbe che io prendessi”.

Note
1) Le Temps de naître. Guide pratique et spirituelle de l'accouchement. Elisabeth Raoul et Dominique Gala (Desclée de Brouwer, 2006)
2) Qu'Allah bénisse la France. Abd al-Malik (Albin Michel, 2004)
3) Movimento fondamentalista di ispirazione salafista.

(da Le monde des religions, 13, pp. 30-31)

Letto 1709 volte Ultima modifica il Sabato, 23 Ottobre 2010 23:20
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search