Vita nello Spirito

Domenica, 02 Gennaio 2011 21:45

Dio ti è sempre più intimo del tuo stesso intimo

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La mistica, esperienza che si svolge nella profondità misteriosa dell’incontro uomo-Dio, è il tentativo di cogliere l’esperienza che l’uomo, lungo i secoli, ha fatto di questa presenza, misteriosa e chiara, segreta e luminosa.

Dio ti è sempre più intimo
del tuo stesso intimo

Scrive  Johannes Scheffler, detto anche Angelo Silesio, in “Il Pellegrino Cherubico”

"Tu dici che vedrai Dio e la sua luce: stolto, mai lo vedrai se non lo vedi già ora

Ed ancora:

Fermati, perché corri? Il Cielo è in te: se lo cercherai ancora continuerai a non trovarlo

I mistici sono coloro che testimoniano che Dio è visibile già ora nella fede e nella visione.

Vedere Dio è accorgersi che Lui c’è e che, come dice S. Agostino, è inutile cercarlo fuori di sé, perché Egli è intimo all’uomo più di quanto non lo sia se stesso.

Perciò la mistica, esperienza che si svolge nella profondità misteriosa dell’incontro uomo-Dio, è il tentativo di cogliere l’esperienza che l’uomo, lungo i secoli, ha fatto di questa presenza, misteriosa e chiara, segreta e luminosa.

Dice A. Levasti in “Introduzione ai Mistici del duecento e del trecento”:

“Mistici ce ne furono in tutti i tempi e in tutti i luoghi e sempre e ovunque ve ne saranno, perché il pensare o il creare misticamente è un bisogno insopprimibile alla vita”.

Un breve sguardo nel tempo:

  1. Apertura precristiana al trascendente

L’esperienza religiosa ha coinvolto l’uomo fin dai tempi più remoti.

  1. Brahamanesimo, già verso il 2000 AC, si trovano in India pratiche ascetiche per ottenere la liberazione e Dio è pronto a dare il suo aiuto per giungere ad uno stato divino di luce e di pace. Nel VII secolo a.c. troviamo espressioni di elevata religiosità come la seguente: “Tu se per me Signore, padre e madre…Tu sei per me l’amato… Tu mi doni gioia e vita… o Perla, o Ricchezza, tu sei il mio Tutto”.
  2. Il Buddismo della fine del VI secolo a.c. pensa ad una successione di esistenza che si deve interrompere per avere la felicità o con la comprensione perfetta del sé universale cui partecipa il sé personale o con una seria disciplina e con tecniche di liberazione.
  3. Taoismo secondo il quale l’anima pura non è separata dal principio supremo. Il santo è vuoto di ogni impurità ed è pieno del soffio vitale che coincide con il principio di vita.
  4. Sciamanesimo riguarda tutti quei movimenti he in tutto il mondo raggruppano coloro che si sentono vicini alle forze della natura. Si tratta di individui particolarmente dotati che fanno da intermediari tra il mondo dell’uomo normale ed il mondo degli spiriti e delle forze misteriose. Tutto per realizzare la relazione io-Altro.
  1. Antico Testamento

Manifesta con chiarezza il senso dell’infinito trascendenza di Dio e della sua presenza nella storia del suo popolo, presenza che non può essere contemplata dall’uomo anche se grandi personaggi, come Abramo, Mosè, Elia ecc. godono di una certa intimità personale con Lui.

Si tratta di esperienze che indicano come tra Dio e l’uomo possono esserci tipici rapporti di amore. vedi ad esempio: Isaia 6/1-10, Geremia 1/10, Ezechiele 1/8.

Questi rapporti troveranno pieno compimento nell’Incarnazione.

  1. Dall’inizio del N.T. fino al medioevo

Nel N.T. Gesù ha con il Padre un costante atteggiamento di intimità, Egli è per il cristiano il paradigma appunto di questa intimità con il Padre. Egli è anche secondo S. Paolo in Col. 1/15; 2/9 “immagine del Dio invisibile” ed in Ebrei 1/3 “Splendore della gloria e figura della sostanza” del Padre. Per Giovanni l’essenza della vita eterna è espresso in Gv 17/3 “che conoscano te, Padre, e colui che hai mandato”.

La patristica svilupperà poi la dottrina della divinizzazione.

I padri del deserto rafforzano l’idea che la mistica sia un fatto naturale, il compimento normale della vita di grazia. Basilio Magno afferma che l’amore di Dio sorge spontaneo dal cuore. S. Agostino asserisce: “Ami la terra? Sarai terra. Ami Dio? Che dirò, sarò Dio? Non oso dirlo da me, ascoltiamo la scrittura: “Ho detto siete dei e figli dell’Altissimo tutti” (Sal 81/6) (In ep. Io tr 2/11; Serm. 166/4; In psalmis  118, d. 16/1).

Clemente Alessandrino scrive in In Io. 32,17: “Cristo deifica l’uomo mediante una dottrina celeste”.

Sarà dominante nell’alto medioevo la figura di Gregorio Magno.

Nasce quindi l’islam influenzato sia del neoplatonismo che dal misticismo indiano e cristiano ed il sufismo sarà per eccellenza il movimento mistico all’interno del mondo islamico.

Il sufi è come un pellegrino che, per gradi, avvia ad unirsi a Dio, a dissolversi nel divino ed a sperimentare che ogni entità è pervasa dall’amore di Dio.

  1. L’epoca nuova, cenni

Gli anni intorno al 1000 vedono Anselmo di Aosta che annuncia la verità piantata da Dio stesso nell’uomo che è consapevole di questa esperienza mistica e Bernardo di Chiaravalle nota  il divino in un impeto d’amore.

In Domenico ed in Francesco si parlerà di imitazione, non solo contemplazione, di Cristo.

Di rilievo è la figura di Meister Eckart secondo il quale l’anima è una intima scintilla già unita a Dio nell’eterno principio del mondo, è l’organo della contemplazione intuitiva, ma perché si possa comprendere completamente Dio, devono cadere tutti gli involucri. Quando il mistico ha compiuto, con tutte le sue forze, lo svuotamento dell’io, ossia quando ha raggiunto l’abbandono totale, nel senso di liberazione da ogni pensiero terreno, allora Dio può invaderlo con tutta la pienezza del suo essere.

L’età moderna vede anche due grandi mistici spagnoli: Teresa di Gesù e Giovanni della Croce i quali costituiscono il punto più alto della codificazione dell’esperienza mistica cui si rifaranno tutti i teologi posteriori.

  1. Epoca moderna, cenni

Degli inizi del ‘900 ricordiamo P. Teilhard de Chardin che enuncia la sua grande visione di un universo che si sviluppa e si muove verso un centro personalizzato di consapevolezza, il “punto omega”, identificato con il Cristo cosmico della tradizione paolina.

Nel potere dell’amore si trova la possibilità di unificare e personalizzare il mondo.

Al  di là delle devianze posteriori è interessante, nella sua intuizione originaria, il New Age che afferma la necessità di un’esperienza verso l’interno di sé, in un cammino che conduce il mistico al fondo della sua anima dove si ritrova l’anima dell’umanità intera, divina e trascendente, tesa all’immortalità.

Il Concilio Vaticano II accentua le immagini bibliche della Chiesa: “Popolo di Dio” e “Corpo di Cristo”; la liturgia post-conciliare insiste su una vita spirituale più comunitaria e su Cristo-Eucaristia fulcro dell’unione con Dio.

Una figura altamente rappresentativa del 900 è Thomas Merton, monaco trappista, egli ha incarnato le ansie spirituali dell’uomo combattuto tra vita di preghiera e vita di azione, tra attenzione alla natura ed uso della tecnologia, tra dialogo con le altre esperienze religiose e autenticità di vita cristiana, tra contemplazione ed impegno per la giustizia. Inoltre egli ha cercato di combinare gli aspetti mistici e profetici della traduzione cristiana in un atteggiamento spirituale in cui le opere della giustizia scaturiscono da una profonda vita interiore.

Ricordiamo ancora Karl Rahner per il quale tutti gli esseri umani, in tutte le loro azioni sono positivamente orientati al mistero di Dio; la grazia è la comunicazione gratuita di sé da parte di Dio che divinizza l’uomo in tutti gli aspetti del suo essere e non soltanto una realtà per conseguire la felicità futura.

Vi è poi B. Lonergan che elabora un metodo sistematico che partendo dalla conversione spirituale fino all’unione con Dio, cui si giunge attraverso un processo informato e guidato dall’amore di Dio e dallo spirito che opera nell’intimo dell’uomo.

Le molte esperienze e dottrine contemporanee invitano a superare la dicotomia tra sacro e profano in favore di una spiritualità di incarnazione sulla scia della Incarnazione mistica per eccellenza: quella del Cristo Redentore.

Dice il Concilio Vaticano II in Nostra Aetate 2 “Dai tempi più antichi fino ad oggi presso i vari popoli si trova una certa sensibilità a quella forza arcana che è presente al corso delle cose e agli avvenimenti della vita umana, ed anzi talvolta vi riconosce la Divinità suprema o il Padre. Questa sensibilità e questa conoscenza compenetrano la vita in un intimo senso religioso”.

Concludendo e restando in relazione con il Vaticano II possiamo dire che fino dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio..

L’aspirazione mistica è inerente alla natura umana e molto spesso, nel corso dei secoli, l’esperienza mistica dimostra la possibilità e la capacità, in tutti i tempi ed in tutti i luoghi, per ogni figlio di Dio, di vivere la sua avventura umana nell’autenticità e nel desiderio del volto di Dio.

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Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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