Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input
Un aspetto fondamentale del cammino di fede delle comunità cristiane di base latinoamericane è stato il loro riappropriarsi della Bibbia. Oggi i poveri meditano la Parola di Dio e l'avvertono non più come una legittimazione dell'oppressione e della sofferenza (come durante il passato colonialista), bensì come chiamata di Dio alla libertà e alla pienezza di vita. Questa diversa lettura aiuta a comprendere che - come diceva il vescovo Oscar Romero parafrasando Sant'Ireneo di Lione - "la gloria di Dio è garantire la vita e la dignità dell'oppresso" e non solo celebrare belle liturgie
abuna Vincent Donati
El Obeid (Sudan)
Sono un missionario cattolico della congregazione salesiana; ora lavoro qui a El Obeid tra giovani in maggioranza musulmani. Mi trovo a pieno agio, siamo amici. Ho 75 anni di cui 30 passati in Giappone e Corea e 23 in Africa: ho conosciuto altre religioni, soprattutto il buddismo. Penso che Maometto sia stato veramente un genio religioso e sociale, e che tutta la cultura araba è arrivata a grandi altezze per merito suo. Poche culture sono arrivate a così grande raffinatezza come quella araba e questa ha relazioni vitali con la cultura occidentale.
Quando entri in un dialogo intrareligioso, non pensare prima ciò che tu devi credere.
Quando tu dai testimonianza della tua fede non difendere te stesso o i tuoi interessi costituiti, per quanto ti possano apparire sacri. Fa come gli uccelli del cielo che cantano e volano e non difendono la loro musica e la loro bellezza.
Quando dialoghi con qualcuno, guarda il tuo interlocutore come una esperienza rivelativa, come tu guarderesti – o ti piacerebbe guardare – i gigli dei campi.
Quando intraprendi un dialogo intrareligioso cerca di rimuovere la trave dal tuo occhio, prima di rimuovere la pagliuzza dall’occhio del tuo vicino.
Beato te quando non ti senti autosufficiente mentre sei in dialogo.
Beato te quando credi all’altro perché tu credi in Me.
Beato te quando affronti incomprensioni da parte della tua comunità o di altri a causa della tua fedeltà alla verità.
Beato te quando non attenui le tue convinzioni e tuttavia non le presenti come assolute.
Guai a voi, teologi ed accademici, quando trascurate ciò che gli altri dicono perché lo considerate imbarazzante o non sufficientemente "scientifico".
Guai a voi, praticanti delle religioni, quando non ascoltate il grido dei piccoli.
Guai a voi autorità religiose, perché impedite il cambiamento e la (ri)conversione.
Guai a voi, gente religiosa, perché monopolizzate la religione e soffocate lo Spirito che soffia dove vuole e come vuole.
(da Il dialogo intrareligioso, Cittadella Editrice)
Essendo ormai trascorsi parecchi mesi dall’attentato dell’11 settembre, è tempo di fare alcune considerazioni alla distanza.
In primo luogo, se gli attentati terroristici di New York hanno sconvolto il mondo intero, è anche perché essi si sono prodotti nel cuore stesso del mondo occidentale, che ha preso tragicamente coscienza della sua vulnerabilità. Numerosi uomini sono vittima quotidianamente, di atti di terribile violenza, ma essi sono meno vicini a noi di quanto lo siano gli americani, e, spesso, non ci sono le telecamere per darne le immagini in diretta.
Bede Griffiths nasce in Inghilterra nel 1906. Negli anni venti studia a Oxford. Terminata l'università, in un certo senso contestando la società d'allora (siamo nel periodo seguente la I Guerra mondiale) assieme a due compagni vive in un ambiente rurale. L'esperienza dura solo un mese, ma per Alan – questo è il nome che ha ricevuto al battesimo – è sufficiente per accostarsi alla Bibbia e "convertirsi" nel 1932 al cattolicesimo, essendo nato anglicano.
Recentemente sono stato a Roma, una città nella quale sono sempre felice di trovarmi perché riflette una grande storia. Dopo il papa Giovanni XXIII e il papa Paolo VI è stato capito che la pace tra gli uomini e le nazioni è un cammino estremamente difficile, ma che non ci sarà pace se non inizia una pace tra le religioni. Questa pace è appunto il grande progetto della Bibbia, del Vangelo e del Corano per riconciliare l’uomo con sé stesso. La mia vita è stata segnata da coincidenze: sono nato in una cittadina molto piccola dell’Algeria, allora francese, e gli antenati della mia stessa famiglia erano già grandissimi conoscitori della Bibbia in quanto traduttori. Tutta la mia vita è stata scandita dai passi della Bibbia, e infatti persino prima di conoscere il nome della mia città natale conoscevo già Israele, Gerusalemme, e quindi il mio passato è stato proprio scandito dalla Bibbia e dal Corano.
Per quale ragione il patriarca greco-ortodosso Ireneo, che è in buoni rapporti con le autorità israeliane, non appoggia il suo correligionario l’archimandrita Hana Atallah che è stato convocato dalla polizia israeliana?
Il card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, su invito della "Islamic Culture and Relations Organization" si è recato in Iran nel mese di febbraio 2001 (17-22).
Nel corso del viaggio Schönborn ha incontrato, tra l’altro, l’ayatollah Khamenei, leader religioso del paese, e il ministro iraniano della cultura, M. Jamei. Il 20 febbraio ha tenuto presso l’Università Iman-Sadr di Teheran una conferenza dal titolo "Dialogo fra le culture per una civiltà dell'amore e della pace", che ha visto un’ampia partecipazione di pubblico.
Giovedì, 24 gennaio 2002
Appena giunto ad Assisi, Giovanni Paolo II si è recato nella Piazza san Francesco dove ha accolto i Rappresentanti delle Religioni del mondo insieme con le loro Delegazioni. Dopo il saluto pronunciato dal Papa e dopo la monizione d'introduzione proclamata dal Cardinale François Xavier Nguyên Van Thuân, i Rappresentanti hanno letto nelle rispettive lingue le testimonianze per la pace.
di Tommaso M. Violante
Sono già passati quindici anni. Quel lunedì 27 ottobre 1986 è entrato nella storia. Per la prima volta, nella bimillenaria vita della Chiesa, il Vescovo di Roma invitò i capi e i rappresentanti delle Chiese cristiane, delle Comunità ecclesiali e delle religioni del mondo a radunarsi ad Assisi, per vivere insieme una giornata di digiuno e pellegrinaggio e per stare insieme per pregare per la pace, necessaria, possibile e doverosa (cfr. Giovanni Paolo II, Discorso pronunciato durante l'udienza generale di mercoledì 22 ottobre 1986, in O Odigos, 4/1986, p. 3).