Ecumene

Domenica, 08 Agosto 2004 01:46

La divisione dei cristiani

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di Renzo Bertalot

Premessa

Il documento della Commissione teologica internazionale (Memoria e riconciliazione: La Chiesa e le colpe del passato) è innovativo, sotto molti aspetti, anche se non si può dire del tutto nuovo. Infatti, si accenna ad Adriano VI, a Leone X e a Paolo VI. Si tratta di un'acuta riflessione in casa propria, che si pone anche come esempio per altri settori esterni. Nel passato era fin troppo facile confessare il peccato di altri tempi. altri luoghi e altre persone. Risanare la memoria, secondo le indicazioni dell'assemblea ecumenica di Graz (1997), è un momento importante per tutti.

Anche l'Alleanza riformata mondiale si è impegnata in questa direzione. Per ognuno il discorso comincia dal proprio ambito. E’ un cammino che va intrapreso con cautela per far emergere con tutta la sicurezza umanamente possibile, visto che il giudizio è e rimane sempre nelle mani di Dio, i punti più significativi, liberandoli dalle incrostazioni storiche contestuali. Una meridiana in VaI Chisone porta questa dicitura. "L'uomo segna il tempo, il tempo segna l'uomo".

Non bisogna essere captativi dell'identità altrui, né oblativi della propria, ma disponibili alla verifica. Si rende necessario indagare la storia nel suo aspetto oggettivo e soggettivo, (1) seguirne le interpretazioni, i condizionamenti e le mediazioni linguistiche. Occorre cercare il rapporto tra storia e teologia, per capirne la "coappartenenza". Tutti sappiamo che il metodo teorico-critico è estremamente utile alla comprensione di un testo, ma non può sostituirsi all'interpretazione dello Spirito Santo. In ogni caso, infine, sono da evitare sia l'apologetica sia l'autoflagellazione.

La divisione dei cristiani

L'unità è la legge del Dio trinitario, perciò la divisione è una contraddizione, è uno scandalo per il mondo e danneggia la proclamazione de Vangelo. Aggiungiamo, per conto nostro, che l'unità appartiene all'eternità. mentre la divisione è legata al tempo.

Vanno ricordate le divisioni dell'XI e del XVI secolo. La prima coinvolse l'insieme dei patriarchi d'oriente e riguarda l'autorità del vescovo di Roma "che allora non aveva ancora raggiunto la chiarezza di oggi" (dal concilio Vaticano I in poi). Nel 1965, furono aboliti gli anatemi del 1054 e, con l'incontro di Paolo VI e Atenagora, fu avviata una "nuova memoria".

La seconda divisione, quella occidentale, tocca, invece, la rivelazione e la dottrina. Paolo VI aveva già chiesto perdono ai "fratelli separati", per gli incidenti storici verificatisi nel corso dei secoli della separazione. Non siamo, tuttavia, a un mea culpa, ma la via dell'agape e del dialogo è ora aperta. L'ecumenismo è anche un appello alla reciprocità. E’ necessario fare appello alla coscienza, al rinnovamento della mente, all'abnegazione di se stessi e alla "liberissima effusione" della carità. senza cedere mai alla tentazione di ridurre le difficoltà ai soli fattori culturali, ai condizionamenti storici e ai pregiudizi: non hanno nulla a che fare con il cammino intrapreso e alimentano soltanto la sfiducia. Purtroppo, vi sono cattolici che si compiacciono nel rimanere legati alle separazioni del passato e non fanno nulla per rinnovarsi. E’ forse una solidarietà nel peccato della divisione (Cor 1,10-16)?

Il cardinale J. Ratzinger nella presentazione del documento, ha voluto soffermarsi su "questa storia permanente del mea culpa nella Chiesa". (2) Ha richiamato l'intervento di Adriano VI e il suo messaggio alla Dieta di Norimberga del 23 novembre 1522. Non sono stati messi a tacere "gli abomini, gli abusi [...] e le prevaricazioni" di cui si era resa colpevole la corte romana del tempo: una "malattia profondamente radicata e sviluppata" estesa dal "capo ai membri". Il cardinale ha voluto aggiungere un rinvio a Le cinque piaghe della Chiesa di Rosmini e anche un accenno a Dante: sul carro della Chiesa è presente quasi l'Anticristo con l'alleanza con l'impero e con il potere politico, a cominciare dalla donazione di Costantino, (3) la Chiesa porta con sé il suo contrario e così è sempre impedita e macchiata nel suo cammino. Ciò implica, senza cedere a falsa umiltà, "non negare in nessun modo il male commesso nella Chiesa".

Conclusione

Il documento che abbiamo presentato, per la parte che riguarda la divisione dei cristiani, rimane evidentemente un discorso interno, anche se giustamente nasconde un appello, che vuole essere un esempio, rivolto anche alle altro religioni.

Chi guarda dall'esterno non può che formulare alcune osservazioni.

  1. Richiamando il Nuovo Testamento si poteva forse ricordare il contrasto tra Pietro e Paolo di cui parla la Lettera ai Galati (Gal 2,11ss).
  2. Forse si è persa anche l'occasione di chiarire, una volta per tutte, la discussione ecumenica, nata intorno al subsistit (del concilio Vaticano Il) che, riferendosi alla Chiesa di Cristo, sembra esitare tra l'interpretazione "esclusivista", spesso attribuita alla Chiesa romana, e quella "inclusivista", generalmente seguita a livello dei dialoghi bilaterali e multilaterali. (4)
  3. Tra i rinvii al passato, che hanno avuto particolare impatto ai momento delle riforme del XVI secolo, valeva forse la pena di ricordare Paolo III e la sua commissione "De emendanda ecclesia", presieduta e presentata dal cardinale veneziano Gaspare Contarini. Il testo ha avuto ampia risonanza all'estero, ma non è stato reso pubblico in Italia. (5)
  4. Non è facile, per chi osserva dall'esterno, cogliere la differenza tra "i figli della Chiesa" e il "magistero"... cioè trovare una zona franca all'interno del mea culpa o della casta meretrix. E’ vero che la grazia di Dio sovrabbonda là dove il peccato è abbondato, ma siamo altresì avvertiti che non c'è un giusto neppure uno (Rm 3,10s). (6)
  5. A proposito della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione per fede, firmata tra cattolici e luterani, va ricordato che si erano resi necessari ulteriori chiarimenti rispetto alla prima formulazione. I chiarimenti vennero e furono raccolti nell'allegato compreso nell'accordo raggiunto. Ora, l'attuale documento della Commissione teologica internazionale, nell'evidenziare le colpe della Chiesa, sembra molto più esplicito e deciso nel non separare il giusto dal peccatore. In questo senso, si aggiunge maggiore chiarezza e forza al passo precedentemente compiuto ad Augusta il 31 ottobre 1999.

NOTE

  1. È possibile raggiungere l’oggettività o bisogna accontentarsi di una buona soggettività? Il XVIII secolo ci aveva provato, però, vennero meno risultati soddisfacenti. Cf. R.G. Collingwood, The Idea of History, New York, 1956, 304; P. Ricoeur, Histoire et Verité, Editions du SeuiI, Parigi 1955, 26.
  2. Osservatore Romano, 9 marzo 2000, 3.
  3. La Donazione di Costantino fu al centro delle polemiche con i valdesi al XIII secolo e con l'Umanesimo nel XV secolo. Lorenzo Valla ne dimostrò la falsità.
  4. "Questa Chiesa… è l'unica Madre della Grazia", in Osservatore Romano, 8 marzo 2000, 1.
  5. R. Bertalot, Gaspare Contarini (1483-1542). Contesto e attualità della giustificazione, Venezia, 1999, 13.
  6. R. Bertalot, Gaspare Contarini, 23.

 

 

Letto 4359 volte Ultima modifica il Giovedì, 22 Settembre 2011 16:43
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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