Esperienze Formative

Domenica, 16 Novembre 2025 09:13

XXXIII Domenica del tempo ordinario - Anno C In evidenza

Vota questo articolo
(0 Voti)
XXXIII Domenica del tempo ordinario - Anno C

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima Lettura Ml 3,19-20a

Dal libro del profeta Malachìa
 

Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.


Salmo Responsoriale Sal 97 (98)

Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
 
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.
 
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

 
Seconda Lettura  2Ts 3,7-12
 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi
 
Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.
 
Canto al Vangelo (Lc 21,28)


Alleluia, Alleluia

Risollevatevi e alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina.

Alleluia, Alleluia

 

Vangelo Lc 21,5-19

Dal Vangelo secondo Luca
 

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

 

OMELIA
 
«Si solleverà nazione contro nazione, regno contro regno; vi saranno terremoti, carestie, pestilenze. Accadranno segni grandiosi nel cielo, e fatti che faranno tremare. Ma prima ancora di tutto questo metteranno le mani su di voi, vi perseguiteranno… a causa del mio nome.». Questo è un passaggio del vangelo di oggi. Gesù non fa sconti e non addolcisce nulla. Non promette scorciatoie né paradisi immediati. Guarda il mondo negli occhi e ci invita a fare lo stesso. Le cose non vanno bene — e non è detto che andranno meglio. Ma è proprio qui, in questo tempo ferito, pieno d’ombre che si gioca la verità dell’esistenza.
La tradizione zen dice: “Il mondo è perfetto così com’è”. E Gesù, in fondo, pare concordare: non perché è ingenuo o vada tutto bene, ma perché è in questo istante — non in un altrove immaginario — che siamo chiamati a vivere in pienezza, senza rimpianti e senza fughe. Non ci sono mondi paralleli nel quali si potrebbe vivere meglio.
Le tempeste, i dolori, gli sconvolgimenti non sono segni della fine, ma occasione di nascita. Come scrive Paolo: «tutta la creazione geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Siamo solo invitati ad abitarlo con un’altra modalità d’esistenza. Ciò che deve cambiare non è il mondo, ma il nostro modo di abitarlo. L’unica rivoluzione oggi necessaria è quella interiore. Quella del cuore.
La vita non va verso la fine, ma piuttosto verso la sua trasfigurazione.
Forse allora la “fine del mondo” non avverrà quando l’odio avrà raggiunto l’apice, o quando l’ultima bomba avrà dissolto la terra, ma quando ciascuno saprà compiere un gesto di pura bontà: un abbraccio che accoglie, un pane condiviso, un perdono gratuito.
Sarà la fine — sì — ma nel senso più bello: il compimento della bellezza.
Ogni gesto di amore autentico anticipa la fine del mondo, la trasforma da catastrofe a rivelazione. Perché l’ultima parola non sarà la distruzione, ma la luce che filtra dal cuore umano. E così, su questo inferno che ancora chiamiamo terra, continuiamo a camminare: ostinati raccoglitori di fiori. E davanti al volto dell’altro, della persona amata, accarezzandone il volto pieni di meraviglia ci scopriamo a dire con un sorriso di tenerezza antica, ‘tu sei la fine del mondo’.

 
Paolo Scquizzato
 
Letto 3 volte Ultima modifica il Domenica, 16 Novembre 2025 09:24
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search