Esperienze Formative

Domenica, 23 Novembre 2025 08:45

XXXIV Domenica del tempo ordinario - Solennità Cristo Re - Anno C In evidenza

Vota questo articolo
(0 Voti)
XXXIV Domenica del tempo ordinario - Solennità Cristo Re - Anno C

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima Lettura 2Sam 5,1-3

Dal secondo libro di Samuèle
 

In quei giorni, vennero tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: «Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”».
Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele.


Salmo Responsoriale Sal 121 (122)

Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!
 
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

 
Seconda Lettura  Col 1,12-20
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
 
Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
per mezzo del quale abbiamo la redenzione,
il perdono dei peccati.
Egli è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.
 
Canto al Vangelo (Lc 21,28)


Alleluia, Alleluia

Risollevatevi e alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina.

Alleluia, Alleluia

 

Vangelo Lc 23,35-43

Dal Vangelo secondo Luca
 

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

 

OMELIA
 
«È re non chi ha autorità sulle persone in virtù del suo potere, bensì colui che con la sua vicinanza è fonte di felicità; egli dispone come fosse naturale di tutto il ‘potere’ che una persona possa mai avere su un’altra, ma possiede tale potere proprio perché non intende rivendicarne per sé alcuno. Ciò che egli vuole, se è veramente re, è soltanto promuovere la vita dell’altro» (E. Drewermann).
«Tu sei re?» chiese Pilato a Gesù nell’ultimo interrogatorio prima della fine. E Gesù non negò.
Sì, Gesù è ‘re’, ma la sua regalità è uno scarto, una soglia: non appartiene ai palazzi di questo mondo, né all’odore del potere che pretende di governare dall’alto. È un altro modo di stare nella vita.
È re perché rialza chi è caduto, perché restituisce dignità a chi l’ha smarrita lungo la strada. È re quando si china sulla polvere e solleva i deboli, i fragili, gli esclusi che non si sono mai sentiti “a posto”, “puliti”, degni di nulla. È re quando scioglie le catene di colpe antiche, quando spezza i pesi messi sulle spalle da sacerdoti che confondono ordine con purezza, legge con vita.
È re quando rimette in piedi i “paralitici” dell’anima: coloro che non riescono più a muovere un passo perché intrappolati da paure, fallimenti, sensi di colpa che sembrano non finire mai. Insomma, la sua regalità apre sentieri di libertà.
A chi lo segue chiede una postura regale: vivere il presente come luogo di costruzione di un regno nuovo, condividere invece di trattenere, offrire la vita invece di consumarla, rompere norme sterili invece di imporle, servire invece di servirsene.
Il vero re non è colui che proclama la verità dall’alto, ma chi la fa accadere nella propria carne, nella quotidianità, nei gesti minuscoli che odorano di umanità.
In fondo, il re non è uno che non ha bisogno di nessuno: è un cuore che sa che l’amore si regge su una misteriosa reciprocità. Abbiamo bisogno dell’altro per scoprire la strada che porta a noi stessi, e quindi alla gioia che non delude.
Solo nell’amore donato e ricevuto si disvela chi siamo davvero. E lì, in quel varco di luce, il suo regno prende forma.

 
Paolo Scquizzato
 
Letto 1 volte Ultima modifica il Domenica, 23 Novembre 2025 08:53
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search