Ecumene

Sabato, 23 Gennaio 2010 11:38

Le Chiese e le liturgie di Gerusalemme. La Chiesa Russa (I. H. Dalmais)

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Solo dopo la metà del XIX secolo la Chiesa russa è visibilmente inserita in Gerusalemme. Certamente, nel corso di tutto questo millennio, numerosi furono i pellegrini venuti a visitare la Terra Santa dalle terre della «Russia».

Le Chiese e le liturgie di Gerusalemme

La Chiesa Russa

di I.H. Dalmais 

Solo dopo la metà del XIX secolo la Chiesa russa è visibilmente inserita in Gerusalemme. Certamente, nel corso di tutto questo millennio, numerosi furono i pellegrini venuti a visitare la Terra Santa dalle terre della «Russia». Uno dei più antichi che si conosca è quell'egumeno Daniele che ci ha lasciato il racconto circostanziato della sua peregrinazione nel 1106-1108. Racconto tanto più prezioso perché conferma e in molti punti completa i racconti dei pellegrini venuti dal mondo latino e anche dall'impero bizantino.

Tutto doveva cambiare nell'ottobre 1842, quando lo zar Nicola I incaricava l'erudito rettore della parrocchia russa di Vienna, Porfirij Uspenskij (1804-1885), di recarsi in Palestina per informarsi sulle necessità dell'ortodossia palestinese, per fare da tramite fra le gerarchie greca e russa e indagare su come le elemosine russe venivano distribuite sul posto. Di fatto, questa missione si inseriva nel vasto programma di sforzi messi in atto dalle potenze occidentali per sviluppare la loro influenza tra i cristiani dell'Impero ottomano.

Questi sforzi culmineranno nel 1841 con il tentativo della creazione di un vescovado protestante anglo-prussiano a Gerusalemme, cosa che suscitò, di riflesso, il ripristino di un patriarcato latino nel 1847. In questo stesso l847, sulla base di due memorie di Uspenskij, lo zar decideva la fondazione a Gerusalemme di una Missione ecclesiastica russa, per la quale il Sacro Sinodo conferiva al Padre Uspenskij il titolo di monaco residente nella Città santa.

Nel 1859, la Missione russa poteva acquistare un terreno nel quartiere detto il Muristan, vicino al Santo Sepolcro, e dare inizio alla costruzione dell'ospizio di Sant'Alessandro, destinato ad accogliere i pellegrini. Fu in occasione di questa costruzione che si scoprirono sul posto importanti vestigia archeologiche: da una parte, alcuni resti delle mura di Gerusalemme, con la soglia di una porta che si ritiene di poter identificare con quella che dovette attraversare Gesù per andare al Golgota; dall'altra, alcuni elementi architettonici che risalgono senza dubbio all'Ælia Capitolina, la città romana edificata da Adriano nel 130 d.C. Questi elementi sono stati reimpiegati nell'atrio del Marstyrium costantiniano (Santo Sepolcro). Dopo la rivoluzione del 1917, le religiose russe che non hanno cessato di vivere in questo quadro così ricco di risonanze, vi hanno mantenuto il permanere della veglia e delta preghiera, che spesso prolungano nella basilica del Santo Sepolcro per intercedere per la «santa terra di Russia».

Questo primo insediamento doveva essere seguito da molti altri. Dal 1858, un vescovo russo fu designato a Gerusalemme nella persona di Cirillo, che organizzò subito la missione ecclesiastica russa. Poi fu edificata una cattedrale fuori dalle mura, nella Città Nuova. Alcuni monasteri, più importanti e più ricchi di significato, furono creati sul luogo privilegiato dei più antichi insediamenti monastici, sul Monte degli Ulivi. Fondati per iniziativa privata, ma strettamente legati alla famiglia imperiale, si posero dopo il 1917 al di fuori della giurisdizione del patriarcato di Mosca.

Questi monasteri, senza nulla lasciare del loro primitivo radicamento e delle loro originarie tradizioni, hanno assunto nel corso del tempo un carattere ortodosso multinazionale. Lo hanno ricevuto dalle monache di clausura che, potendo solo difficilmente rinnovarsi, hanno visto aggiungersi a loro delle monache venute dalla Diaspora, specialmente americane, ma anche rumene, bulgare o perfino arabe. Queste ultime vi trovano infatti un clima spirituale meglio confacente alla loro spiritualità che non quello di monasteri di tradizione greca, cioè, in realtà, ellenico.

Il più importante di questi monasteri è quello dell'Ascensione e di San Giovanni Battista, proprio sulla sommità del Monte degli Ulivi, con il suo campanile alto 64 metri, detto “Il cero russo”.

Il monastero occupa il sito di un antichissimo santuario, molto verosimilmente armeno, di cui rimangono alcuni mosaici del VI secolo. La tradizione ritiene che in questo luogo sarebbe stata deposta la testa di Giovanni Battista, che ne resta il titolare. La costruzione del santuario, iniziata fin dal 1370, ma portata a termine solo nel 1887 a causa della guerra rosso-turca, fu completata con l'erezione del monastero nel 1903. Preoccupato di salvaguardare la pace e la solitudine della vita monastica, questo monastero non si apre che difficilmente ai pellegrini e si difende con cura dalle folle di turisti che vorrebbero salire i 214 gradini della torre per contemplare il vasto e impressionante paesaggio che si stende, al di là del Ghor (il bacino del Giordano), fino ai monti di Moab, su Gerusalemme e tutti i suoi dintorni.

L’altro monastero del Monte degli Ulivi è quello di Santa Maria Maddalena, vicinissimo alla basilica del Getsemani, che domina. La chiesa, fondata nel 1885 dallo zar Alessandro III alla memoria della madre Maria (Maddalena) Alexandrovna, moglie dello zar Alessandro II, fu inaugurata nel 1888 alla presenza del granduca Sergio, presidente e fondatore della Società Palestinese Russa, e di sua moglie Elisabetta Feodorovna, che avrebbe espresso il desiderio di esservi sepolta. Dopo l’assassinio del marito nel 1905, la granduchessa si fece suora di clausura e fondò dei monasteri dediti sia alla vita attiva che a quella contemplativa. Vittima della rivoluzione del 1917, fu massacrata in Siberia, ma il suo corpo, identificato dall'Armata Bianca, fu portato a Pechino da un monaco e sepolto nel 1920 nella chiesa del Getsemani. Solo nel 1943, su iniziativa di due scozzesi diventate ortodosse si è costituito presso la chiesa di Santa Maria Maddalena un monastero di tradizione russa nella linea delle fondazioni della grande Elisabetta. La sua influenza si estende, in particolare grazie alla fondazione, nel vicino villaggio di Betania di un monastero-scuola per le ragazze arabe e di un dispensario.

Fuori Gerusalemme, nel quadro tradizionale di Visitazione ad 'Ain-Karim, un'altra fondazione monastica russa aveva cominciato a stabilirsi prima del 1917. Rinnovata doro il 1945 e la creazione dello Stato d'Israele, è sempre rimasta nell'obbedienza del patriarcato di Mosca. Lo stesso per la cappella di Santa Maria Maddalena, inaugurata nel 1963 sulle rive del Lago di Genezaret, non lontano da Cafarnao.

In questi vari santuari, e prima di tutto nella cattedrale russa di Gerusalemme, dove si manifestano in tutto il loro splendore, è possibile partecipare alle celebrazioni liturgiche secondo la tradizione russa. Questa certamente, dopo le inopportune riforme del patriarca Nicon, nella metà del XVII secolo, ha abbandonato molte delle sue usanze, più fedeli al rito bizantino dei secoli X-XII (tradotto e adattato in slavone dai santi Cirillo e Metodio o dai loro discepoli di Bulgaria). Ma essa conserva il suo calendario, ricco di numerose feste: quella delle icone mariane più venerate,  come quelle dei grandi testimoni della santità russa. E soprattutto si caratterizza per le melodie liturgiche, anch'esse ricevute prima dalla Bulgaria, ma arricchite e sviluppate secondo il genio russo, sia che si tratti dell'antico canto di Kiev, conservato in molti monasteri, o dell'antico canto liturgico russo secondo la polifonia vocale dei secoli XIV-XVI, o - almeno nell'uso cattedrale - delle grandi composizioni dei musicisti russi dei secoli XIX-XX.

Se, durante i settant'anni del regime marxista-leninista, il numero dei pellegrini russi che fino ad allora riempivano Gerusalemme, specialmente durante le feste pasquali, era molto diminuito, la tradizione di questi pellegrinaggi non si è mai spenta. Da alcuni anni, non sono solo i rappresentanti della Diaspora a rinnovarla. Nessun dubbio che, data la situazione che si profila attualmente, il loro numero non finirà di crescere. Venuta tardi nella sinfonia gerosolimitana, la presenza della «santa Russia» vi si è sempre più decisamente affermata.

(da Il mondo della Bibbia, n. 20)

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Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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