Ecumene

Venerdì, 16 Maggio 2014 21:32

Il monastero ortodosso siriaco di Mor Gabriel

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Il monastero di Mor Gabriel è almeno 400 anni più antico dei monasteri costruiti sul Monte Athos in Grecia ed è conside­rato come una "seconda Gerusalemme" dalla Chiesa Siriaca.

Il monastero di Mor Gabriel si trova sul Tur Abdin, "La Montagna dei Servi di Dio", sull'altopiano turco ai con­fini con l'Iraq, su una collina ricoperta da querce, la madre terra del popolo siriano, nel sud-est del Midyat. Il mona­stero fu fondato nel 397 da Mor Samuel (morto nel 409) e Mor Simon (morto nel 433). Più tardi il monastero divenne ben conosciuto e la sua fama raggiunse gli imperatori di Istanbul e Roma. Alcuni edifici, costruiti con il contributo di imperatori romani: Arcadio (395-408), Onorio (395-423), Teodosio (408-450) e Anastasio (491-518), resistono intatti ancora oggi. Aldilà delle sue caratteri­stiche grandiose e impressionanti che risalgono al V e VI sec. – come i rari mosaici del periodo bizantino, le cupole, i chiostri, le terrazze, le porte e le deco­razioni degli edifici intagliati nella pietra calcarea di Midyat -, il monastero è uno dei più importanti centri della Chiesa Siriaca.

Il monastero di Mor Gabriel è almeno 400 anni più antico dei monasteri costruiti sul Monte Athos in Grecia ed è conside­rato come una "seconda Gerusalemme" dalla Chiesa Siriaca. Il monastero fu costruito 80 anni prima del monastero di San Saba in Palestina e circa mezzo secolo prima del monastero di Santa Caterina sul Sinai in Egitto. Così il monastero di Mor Gabriel, nel mondo, è il più antico monastero cristiano ancora funzionante: è uno dei pochissimi mona­steri che ha portato avanti, quasi interrottamente, lo stile di vita monastica e le tradizioni per 16 secoli (eccetto per alcuni brevi periodi, in cui il monastero rimase deserto a causa delle guerre). Perciò è possibile dire che il monastero di Mor Gabriel è uno dei più preziosi edi­fici dell'eredità storica e culturale della Turchia e del mondo in genere.

Durante la sua storia, il monastero ebbe nomi diversi. All'inizio fu conosciuto come il monastero di Mor Samuele e Mor Simon, in ricordo dei suoi fondatori. In seguito, fu anche conosciuto come "Dayro d'Umro", che significa "Abitazione dei monaci"; poi, da questo nome, prima prese quello di Deyr-el-Umur e poi di Deyrulumurin: in lingua turca, derivato dal siriaco. Nello stesso tempo, ebbe anche il nome di Kartmin causa la sua vicinanza al villaggio di Kartmin, ora conosciuto come Yayvantepe. Il nome attuale di Mor Gabriel proviene da Mor Gabriel (634-668) vescovo del VII secolo del monastero e del Tur Abdin. Il vescovo fece molti miracoli, tra cui risuscitò quattro persone. Raggiunse la santità vivendo in semplicità, e con la sua buona e valida direzione giocò un ruolo molto importante nello sviluppo del monastero.

Il monastero è un edifico con diversi stili architettonici, poiché alcune parti furono costruite in epoche diverse. II piano terra del monastero, costruito in maggior parte nel V e VI secolo ha un grande valore storico e tutti i visitatori possono ammirarlo. Il secondo e spe­cialmente il terzo piano ospitano le parti amministrative che furono costruite dopo la seconda metà del XX sec.

La chiesa principale

La chiesa principale - ancora oggi è in uso - è conosciuta come la Grande Chiesa ed è una splendida opera archi­tettonica. Secondo la storia del mona­stero, fu costruita da Mor Samuel e Mor Simon nel 397 come Casa di preghiera, (Beth Slutho, in siriaco), e venne com­pletata più tardi nel 512 nella forma della Grande Chiesa con l'aiuto econo­mico di Anastasio I, imperatore di Bisan­zio. La Grande chiesa fu costruita da due architetti siriaci, i fratelli Teodoro e Teo­dosio, che erano gli architetti più famosi dell'epoca ed erano conosciuti per aver costruito la città di Dara che si trova tra Mardin e Nisibis (Nusaybin). I mosaici del soffitto e del pavimento dell'altare sono solo una piccola parte della mae­stosa costruzione, che conobbe guerre e saccheggi. I mosaici della volta sono uno dei più splendidi esemplari dei mosaici bizantini nell'Est ancora esistenti. La pietra dell'angolo nord-est, che attrae l'attenzione di molti visitatori a causa delle sue enormi dimensioni è chiamata in siriaco 'Kifo Rabtho' (la Grande Pietra). L'iscrizione sulla pietra ci informa che questa fu tagliata tra il 768 e 769 e fu portata nel monastero nel 777. Questa enorme pietra fu prima usata come luogo di affissione nella cucina del monastero che è vicino alla Cupola di Teodora. Più tardi fu siste­mata nella chiesa principale per meglio proteggerla e utilizzata per delle mostre.

La Cupola di Teodora

La Cupola di Teodora è uno degli edi­fici più belli e attraenti, realizzata con il contributo e il supporto economico della regina Teodora (497-548), moglie dell'imperatore bizantino Giustiniano che visitò il monastero. La Cupola di Teodora costruita in pietra e mattoni, ha una finestra speciale in alto a sinistra, che offre uno spettacolo affascinante quando il sole al tramonto la attraversa. La Cupola è alta 17 metri, come la Chiesa principale e quindi si pensa sia anche una costruzione del VI secolo. Poiché in alcuni monasteri, edifici a pianta ottagonale furono costruiti come battisteri, così si pensa che la Cupola di Teodora sia stata originariamente costruita con questo scopo. Ad Ovest della Cupola di Teodora si trova l'entrata della Vecchia Cucina, un locale rettangolare che ha un soffitto a volta in mattoni. Fino al XX sec, questo locale fu usato come cucina del mona­stero. Per questa ragione è pensabile che per qualche periodo la Cupola di Teodora sia stata utilizzata dai monaci come sala da pranzo.

La Chiesa della Vergine Maria

Si pensa che anche questa chiesa sia stata costruita con l'aiuto finanziario dell'imperatore Teodosio II, e perciò viene considerata una delle costruzioni più antiche del monastero risalente al V sec. e il tipo di croce che è su una pietra dell'altare ci mostra quanto antica sia la chiesa. Localizzata nel lato sud-ovest del monastero, è uno degli edifici che fu maggiormente danneggiato durante le guerre e i saccheggi, ma, con i recenti restauri e rinnovamenti che sono stati fatti per mantenere la sua originale con­sistenza, la chiesa ora è protetta dai danni del tempo e della natura.

La Chiesa dei Santi

L’edificio conosciuto come la Beth Kadishe, in siriaco la Chiesa dei santi, è posto a nord rispetto alla chiesa della Vergine Maria e l'edifico, che ha due volte, fu costruito nel 449 con tecni­che architettoniche come la chiave di volta per il soffitto. Con il suo speciale stile, è uno dei più grandi e interessanti mausolei della regione. Vi sono sepolti in 15 nicchie diversi santi morti in varie epoche.

Tra storia e attualità

Il monastero oltre la sua importanza sto­rica e culturale, è uno dei più importanti centri della liturgia, della lingua, della cultura e delle tradizioni della Chiesa Ortodossa Siriaca. Perciò occupa un posto speciale in questa chiesa e nel mondo cristiano. Durante la sua storia che risale sino a 1600 anni fa, il monastero fu uno dei centri importanti della Chiesa Siriaca per l'educazione religiosa. Specialmente dal V al XII sec. la scuola del monastero fu un fondamentale centro di istruzione teologica, filosofica e scientifica nella Mesopotamia. Oltre all'insegnamento teologico, vi era una scuola di medicina che godeva una solida reputazione. Importanti figure della Chiesa Siriaca e famosi scrittori come Philoxenos di Mabbug (d. 523), il patriarca Teodosio Romano (d. 896), vescovi e monaci, preti, diaconi e inse­gnanti ebbero l'opportunità di studiare e laurearsi in una delle migliori scuole del loro tempo. Nel suo periodo d'oro, la scuola del monastero aveva anche una ricchissima biblioteca. Moltissimi libri scritti a mano con miniature calligra­fiche erano contenuti negli scafali della biblioteca. Vi erano anche monaci cal­ligrafi che vi lavoravano con il compito di copiare qualsiasi libro religioso o sto­rico che potesse servire alla biblioteca, come raccontano i principali scrittori del tempo. Sfortunatamente la mag­gior parte di questi libri venne distrutta durante le guerre. I libri rimasti sono ora alla British Library e in qualche altra biblioteca europea. Il monastero, anche oggi, è uno dei più importanti centri della Chiesa Siriana, attivo ed efficace per la promozione della lingua siriaca - che è un dialetto della lingua aramaica parlata da Gesù -, nelle nuove generazioni, grazie al suo uso nelle preghiere e durante le liturgia.

Il monastero è anche sede dell'Arcidiocesi del Tur Abdin, che è una delle più antiche diocesi siriache della regione, con la residenza e gli uffici del Metro­polita e abate del monastero, Mor Timotheus Samuel Aktas, dei suoi tre monaci, di 14 suore e di 35 ragazzi che lì vivono e studiano: punto di riferimento religioso e culturale per tutti i cristiani siro-ortodossi. Ogni anno riceve più di diecimila turisti e pellegrini, molti dei quali siriaci della diaspora in Germania, Svizzera e Svezia.

I rapporti con lo stato turco

Dal 1923, quando si costituì lo stato turco, i siro-ortodossi si sono ritrovati dispersi in 4 Paesi: Siria, Turchia, Iraq, Iran. Yasar Ravi, presidente della comu­nità siro-ortodossa di Antiochia, fa notare che il Trattato di Losanna garantiva a questa minoranza alcune libertà essen­ziali, ma "le cose sono andate diversa­mente".

Da allora è iniziato un esodo continuo della comunità verso l'Europa centrale e nel nord, in particolare in Germania (dove risiedono 20 mila siriaci) e in Svezia (con 70-80 mila presenze).

Negli anni '60 vivevano a Tur Abdin almeno 130 mila siriaci. Oggi sono soltanto 3 mila. Per la difesa di questa mino­ranza, la comunità spera in un richiamo dell'Unione europea verso Ankara. (...)

(tratto da ECO. Evangelici Cattolici Ortodossi, n. 6/54, pp. 8-9)

 

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Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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