Ecumene

Domenica, 15 Maggio 2016 10:16

Lo Spirito Santo (Olivier Clément)

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La Tradizione è la "pneumatosfera", che rende la Parola viva e attuale in tutti i frangenti della storia. Essa compone la storia vera, quella della Comunione dei Santi, autentico testamento dello Spirito: elaborazioni dottrinali, esperienze spirituali, opere di santità e di bellezza.

Nei Vangeli, Gesù si presenta come il "consacrato" dello Spirito, come suo "unto". L'Oriente cristiano scopre in questo senso una cristologia pneumatologica dominata dal mistero della "pneumatizzazione" compiuto nella "carne", vale a dire nell'umanità di Gesù. Cristo è "esistenza nello Spirito" (Giovanni Zizioulas). L'incarnazione è opera dello Spirito ed è nello Spirito, attraverso la sua potenza, che Gesù realizza i "segni", guarisce i malati, caccia i demoni, annuncia la Buona Novella.

Il Padre resuscita Gesù con il suo Spirito e gli concede di diffonderlo (Atti 2, 22-23). Lo Spirito è ormai questa Vita, più forte della morte che uscì dal costato del Crocifisso con 1' acqua e il sangue ( Gv. 19,34), l'acqua del battesimo, il sangue dell'eucarestia, "pneumatizzati" e "pneumatizzanti". La promessa dell' "altro Consolatore" (Gv. 13, 31-16, 33 e 17, 1-26) si realizza nella Pentecoste: Cristo, ormai, viene a noi nello Spirito Santo. L'opera di Cristo ha reso possibile la venuta plenaria dello Spirito. Ha reso l'uomo capace di divenire "pneumatoforo". Lo Spirito, in collaborazione con la nostra libertà, delinea, poco a poco, attraverso la comunione dei Santi, il volto di Cristo che viene ( S. Massimo il Confessore).
Nella Chiesa, Dio è presente "in tutti noi" (Ef 4, 6) , grazie alla piena rivelazione del suo Spirito. Le prime professioni di fede - e, a modo suo, il credo Niceo-Costantinopolitano - affermano con lo stesso slancio: "Credo nello Spirito Santo, nella Santa Chiesa cattolica, per la resurrezione della carne". Fede nel battesimo - dell'acqua e dello Spirito - e nella "vita del mondo che verrà, che ci attiene già nei sacramenti della Chiesa e che la santità anticipa e prefigura: "E' nel corpo di Cristo che si accede alla fonte dello Spirito" (S. Ireneo di Lione). In San Paolo, particolarmente, l'espressione ecclesiale "Corpo di Cristo" ha un senso nettamente eucaristico, le parole "eucarestia" e "chiesa" sono intercambiabili (per es. in 1Cor. 11,8). Ora l'Eucarestia è al contempo comunione nel Corpo di Cristo e "comunione nello Spirito Santo". Lo Spirito ci integra al "corpo pneumatico" del Resuscitato. La Chiesa è così ripiena dei doni multiformi dello Spirito. La sua struttura è "epicletica"; essa riceve il suo Signore con umiltà e pentimento nello Spirito, in risposta alla epiclesi. Lo Spirito integra i doni dei fedeli e i fedeli come dono, al "corpo pneumatico" del Signore. L'epiclesi si identifica nell'aspetto escatologico dell'Apocalisse (22, 17), nel Maranatha dell'eucarestia primitiva, perché si realizzi la "parusìa sacramentale" che anticipa e prepara la Parusia ultima, definitiva. L'eucarestia, per la tradizione siriaca, è "fuoco e Spirito". " Colui che si nutre di questo corpo con fede si nutre con esso del fuoco dello Spirito Santo" (S. Efrem il Siriano). Nella "comunione dello Spirito Santo", Koinonia, la Chiesa partecipa alla vita trinitaria. La comunione è quella delle coscienze personali (tema, caro all'ecclesiologia russa, della sobornost), ed è anche quella delle Chiese locali, vale a dire, in senso proprio, delle comunità eucaristiche. Essa si articola intorno a tutta una gerarchia di centri di raccordo - metropoli, patriarcati, primato universale- che impediscono alle chiese locali di opporsi tra loro o di isolarsi.

La Tradizione è la "pneumatosfera", che rende la Parola viva e attuale in tutti i frangenti della storia. Essa compone la storia vera, quella della Comunione dei Santi, autentico testamento dello Spirito: elaborazioni dottrinali, esperienze spirituali, opere di santità e di bellezza. Radicata nel mistero pasquale, rivolta per mezzo di esso verso la Parusia , escatologica, dunque, la tradizione è al contempo la memoria vivente della Chiesa, il suo spirito critico e la sua capacità innovativa. Non bisogna confondere - questa è la grande tentazione orientale - la tradizione con le tradizioni: lo Spirito, a questo riguardo, dovrebbe permettere di "discernere" gli spiriti. Come diceva S. Ireneo di Lione, è juvenescens! Nella celebrazione, lo Spirito presenta, "ri-presenta", l'opera di Cristo. L'uomo diviene il celebrante della "liturgia cosmica".

A coloro che accettano di offrire la loro scienza, la loro arte, la loro capacità tecnica, la loro responsabilità politica e sociale, lo Spirito concede in cambio la forza di scoprire il mondo, non per distruggerlo, ma per trasfigurarlo, di servire gli uomini e non di asservirli, di conoscere, ma nel rispetto degli esseri e delle cose; di creare la bellezza, non in senso riduttivo, bensì per "risvegliare". E' così che lo Spirito irradiante del culto ( poiché il vero profetismo è sacramentale) è stato e potrebbe ridivenire il fermento di un'autentica cultura. La preghiera personale, interiorizzando la grazia sacramentale, provoca una "pneumatizzazione" progressiva dell'essere umano.

Nello Spirito, l'intelligenza si unisce al "cuore": si risveglia allora una "sensibilità" che non è di ordine sentimentale ma di ordine ontologico, la "sensibilità dello Spirito", vale a dire la capacità di "sentire Dio al di là di tutto e in tutto". Il "battesimo dello Spirito" nella grande tradizione monastica, si identifica nel "dono delle lacrime", lacrime di pentimento, "ascetiche"; poi di gioia e di gratitudine, "pneumatiche". Poco a poco, talvolta all'istante, l'uomo sente aprirsi in lui, al di là della dimensione spazio-tempo, il respiro dell'immenso, il "respiro dello Spirito". Allora la preghiera raggiunge la spontaneità della vita, il ritmo del cuore, la celebrazione cosmica. E appaiono i "frutti" dello Spirito: la visione del mistero degli esseri e delle cose, i carismi del servizio e dell'amore attivo. L'uomo nello Spirito è "separato dal tutto" e "unito al tutto", percepisce l'unità fondamentale degli uomini in Cristo, contemporaneamente al carattere unico di ciascuna persona, riceve il dono della "simpatia", della "compassione", vale a dire la capacità di "sentire in sintonia" per guarire e consolare. Può ricevere il "discernimento degli spiriti" e divenire un autentico padre spirituale (o "madre spirituale") che risveglia, libera, mette in cammino. Lo Spirito è dato a tutti e tutti, a diversi livelli, sono chiamati a questa "sensibilità" spirituale che spinge l'uomo, inevitabilmente, alla preghiera e alla responsabilità. Lo Spirito apre a ciascuno lo spazio infinito della sua libertà creatrice. Ogni gesto creatore d'amore, di giustizia e di bellezza, anticipa la trasfigurazione del mondo dell'Ottavo Giorno. La vera tenerezza fra un uomo e una donna, il paziente impegno del riformatore sociale, la ricerca del dotto laddove essa rispetta e si stupisce, sono atti creatori, come lo è la lotta interiore dell'asceta, che si fa trasparente alla luce del Regno. (Nicolas Berdiaev). Nel fervore e nell'intelligenza dello Spirito, tutte le Chiese, a diversi livelli, prendono posto nella Chiesa, tutte le religioni, tutte le culture presentano e compongono la realtà del "pancristianesimo". Nel fervore e nell'intelligenza dello Spirito, Cristo incessantemente viene, ritorna; ogni istante è la Parusia.

Olivier Clément

(tratto da ECO, n.3, maggio-giugno 2009, p. 15)

 

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Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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