Esperienze Formative

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 65

Venerdì, 15 Febbraio 2008 01:28

La scala della Parola

Vota questo articolo
(1 Vota)

cura don Filippo Morlacchi

PRESENTAZIONE:


1. PARTE
(quattro gradini che ci portano verso Dio)

  • Statio (Preparazione)
  • Lectio (lettura)
  • Meditatio (Meditazione)
  • Oratio (Preghiera)

2. PARTE
(due gradini che ci consentono di stare alla Sua presenza)

  • Contemplatio (Contemplazione)
  • Consolatio (Consolazione)

3. PARTE
(quattro gradini che ci consentono di stare al servizio della Sua immagine in terra: ossia dell’uomo)

  • Discretio (Discernimento)
  • Deliberatio (Decisione)
  • Collatio (Condivisione)
  • Actio (Azione)

°°°°°°°°°


 1a PARTE

I primi quattro gradini ci portano verso Dio


Statio
(Preparazione)

“Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore. Ecco, il Signore passa” (1 Re 19,11).

    Pregare è un atto che coinvolge tutta la persona.
   
E il gesto che spezza il ritmo delle mille preoccupazioni e ci riporta
al centro di noi stessi: non può essere vissuto come un’attività fra le
altre.
    Occorre la forza di uscire dal tran tran quotidiano, il
coraggio di fermarsi un po’ in silenzio, il desiderio di mettersi alla
presenza di Dio e, soprattutto, l’invocazione dello Spirito Santo,
senza il quale le Scritture restano lettera morta.


Lectio (lettura)


“Beato chi legge le parole di questa profezia” (Ap 1,3)

   Occorre leggere con molta calma ed attenzione la sacra pagina se
davvero ho invocato lo Spirito, è Dio stesso che parla mentre leggo la
Parola.
    Può essere utile rileggere più volte sottolineare e
magari imparare a memoria qualche espressione che mi colpisce o mi
sorprende.
    E’ essenziale accogliere tutto ciò che mi va meno a
Genio: “La mia parola non è forse come il fuoco e come un martello che
spacca la roccia” (Ger 23,29)


Meditatio (Meditazione)

“Quanto amo al tua legge, Signore, tutto il giorno la vado meditando” (Sal 118,97)

   
Non basta leggere perché la Parola scenda nel profondo del cuore. Ci
vuole un paziente lavorìo di meditazione, una lenta ruminazione delle
parole, delle idee, delle immagini, di tutto ciò che la sacra pagina
contiene.
    E’ utilissimo mettere a confronto i brani simili della Scrittura: l’uno illumina l’altro.
    La vera meditazione inizia quando capisco che colui che parla ed opera anche nella mia storia personale.


Oratio (Preghiera)

“Signore,
ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio alla mia supplica, tu che
sei fedele, e per la tua giustizia rispondimi” (Sal 142,1)

   
La meditazione se è vero ascolto, della Parola di Dio e non dei propri
pensieri, genera immancabilmente nei cuore il desiderio di incontrare a
tu per tu Colui che nelle parole bibliche vivificate dallo Spirito ha
parlato. Si medita con l’intelletto, ma si prega soprattutto con il
cuore, in uno slancio d’amore verso Colui che nella meditazione ci si è
rivelato, ancora una volta, come la fonte di ogni Amore. 
 
 

2a PARTE

    I due gradini che ci consentono di stare alla Sua presenza

Contemplatio (Contemplazione)

“La tua Parola nel rivelarsi illumina” (Sal 118,130)

    Pian piano le parole cedono il passo al silenzio adorante,la riflessione e la stessa preghiera fanno spazio al puro amore.
    Questa tappa del cammino del cammino di preghiera non viene raggiunta ogni volta che ci si dispone all’orazione.
    La meditazione è possibile sempre, la contemplazione no, perché è un dono di grazia.
   
E allora, se la contemplazione manca, bisogna riprendere la
meditazione, come il marinaio si serve dei remi quando il vento non
gonfia più le vele.


Consolatio (Consolazione)

“Gustate e vedete quanto è buono il Signore” (Sal 33,9)

   
Il primo frutto dell’incontro con Dio è quell’intima gioia, quella
misteriosa e ineffabile pace che l’uomo sperimenta dinnanzi al mistero
dell’amore di Dio.
   
Questo è il momento propizio per prenderele grandi decisioni della
vita, decisioni da non mutare in momenti di scoraggiamento o di
desolazione.
   Lo
spirito cattivo cerca di spingerci alla sfiducia totale e alla
tristezza; “il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace ….”
(Gal 5,22)

3a PARTE


I quattro gradini che ci consentono di stare al servizio della Sua immagine in terra: ossia dell’uomo


Discretio (Discernimento)

“Mostrami, o Signore, la tua via, perché nella verità io cammini” (Sal 85,11)

   
Con il dono del consiglio, lo Spirito mi suggerisce come interpretare
le situazioni della vita personale, famigliare, comunitaria e sociale.
   
Si tratta di sintonizzarsi con i pensieri di Dio, di leggere con fede
anche il libro della storia che la Provvidenza divina compone con
sapiente amore.
    E’ lo Spirito che mi insegna a capire dove come posso agire nel mondo per preparare la strada del Signore.


Deliberatio (Decisione)
“Io pongo oggi davanti a te la vita e il bene: scegli dunque la vita” (Dt 30,15.19)

   
La preghiera non deve fermarsi ad una contemplazioni inerte, che
gratifichi il mio desiderio di religiosità senza trasformarmi il cuore.

    Chiedo allo Spirito il dono della fortezza, perché sappia
decidermi a realizzare le scelte evangeliche e i propositi scaturiti
dal discernimento.
    Spesso si tratta di piccoli decisioni; ma è
con la fedeltà nella piccole cose di ogni giorno che si costruisce una
piena fedeltà alla chiamata di Dio.


 Collatio (Condivisione)

“Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea” (Sal 31,23)

    Quando è possibile risulta di grande utilità condividere il frutto della preghiera con i fratelli nel cammino di fede.
   
Non sono solo a cercare il volto di Dio: siamo insieme Chiesa,
comunione di persone chiamate a crescere insieme nella carità.
   
Le grazie che il Signore concede a ciascuno, soprattutto quelle
spirituali, non sono possesso privato dei singoli, ma doni offerti per
l’utilità comune.


Actio (Azione)

 “Chiunque
ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile ad un uomo
saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Mt 7,24)

   
Se davvero ho accolto la Parola, se mi sono lasciato avvincere dalla
sua forza, è impossibile che tutto finisca lì, quando termino la
preghiera.
    Se ho compiuto con amore il percorso della lectio divina, il mio operare sarà animato dal soffio dello Spirito.
   
Allora dire che “tutta la mia vita è preghiera” non sarà più un comodo
alibi per sfuggire all’impegno dell’orazione, ma il traboccare della
carità divina in ogni gesto.

 

Clicca qui per andare all'INDICE di questo TEMA: "La Meditazione"


Letto 2857 volte Ultima modifica il Sabato, 01 Marzo 2014 16:01

Search