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Sabato, 21 Marzo 2015 19:12

Anno B: Mc 3, 7-35

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Vangelo di Marco, Scheda 5...

Gesù si ritira presso "il mare". Ma in Galilea non c'è il mare, c'è il lago: tutti gli evangelisti usano questo termine per ricordare l'Esodo dall'Egitto, quando gli israeliti attraversarono il mare: anche l'opera di Gesù è un esodo, l'uscita da una terra di schiavitù. Ma l'esodo di Gesù va al contrario: gli ebrei vanno verso la terra promessa, Gesù quando attraversa il mare va verso terre pagane. E la barca rappresenta una comunità in viaggio, il gruppo attivo dei seguaci di Gesù.

E lì lo segue "una enorme folla", parola con cui indica le moltitudini sia giudee che pagane che accorrono a Gesù. L'evangelista cita indirettamente il profeta Ezechiele (47,10) che parla delle moltitudini di pesci che popoleranno il fiume: i suoi apostoli saranno quindi i "pescatori di uomini" del versetto 1,17.

Come per l'uomo nella sinagoga, Gesù impedisce di parlare agli "spiriti immondi", gli indemoniati. Costoro tentano fino all'ultimo di trascinare Gesù dalla loro parte, quella dell'insegnamento tradizionale riguardo la figura del Messia che si aspettavano. Essi pensano che Gesù possa essere il Messia che condurrà Israele a dominare le nazioni, ma Gesù indicherà un altro tipo di regno.

Poi Gesù sale sul monte per chiamare altri apostoli. Il monte, in senso generico, nella Bibbia è sempre il luogo dell'incontro di Dio con l'uomo; come Mosè costituì Israele sul monte, Gesù costituisce il nuovo Israele, fedele alle promesse di Dio.

Come il vecchio Israele era composto dalle dodici tribù così il nuovo viene rappresentato dai dodici apostoli che Gesù chiama a sé, per mandarli a predicare e con il potere di scacciare i demoni. Ancora una volta l'evangelista unisce la predicazione al potere di scacciare i demoni sottolineando come sia la forza contenuta nel messaggio di Gesù che permette di liberare le persone

Il gruppo di apostoli è composto da persone di condizioni sociali ed esperienze diverse, ma che trovano unità nella chiamata del Maestro. L'elenco inizia con Simone Pietro, e si chiude con Giuda Iscariota, quello che lo tradirà: nessuno è garantito nel suo itinerario di fede, ognuno cammina insieme agli altri, ma deve fare le sue scelte personalmente, e Giuda farà delle scelte diverse dagli altri.

Vediamo ora un episodio riportato solo da Marco: è il vangelo più antico, forse gli altri evangelisti hanno poi ritenuto troppo forti le parole di Gesù.

La rottura con l'istituzione religiosa viene considerata una follia da parte del clan familiare di Gesù, che decide di andare a catturarlo: l'evangelista adopera lo stesso verbo catturare usato per l'imprigionamento di Giovanni Battista da parte di Erode e per la cattura di Gesù da parte delle autorità religiose.

Ma quello che da parte dei familiari viene ritenuto una pazzia, da parte degli scribi è giudicato una possessione demoniaca. Contro Gesù scende in campo direttamente il Sinedrio inviando una delegazione ufficiale, composta dagli scribi, i suoi membri più autorevoli. Costoro scendono da Gerusalemme non per accertare i fatti, ma per emettere una sentenza tesa a screditare definitivamente Gesù che denunciano come stregone e quindi passibile della pena di morte.

Ed ecco come cercano di diffamare Gesù: tra le centinaia di demoni nei quali la gente credeva, scelgono il più popolare e più temuto: Beelzebùl. Il nome, composto da Baal ("Signore"), e Zebub ("mosche") ha il significato di signore del letame. La scelta del nome del demonio è intenzionale: il popolo è invitato a stare alla larga da Gesù.

Gli scribi quindi affermano che anche se Gesù apparentemente libera e guarisce le persone, in realtà opera in virtù del demonio che in quanto signore del letame è causa prima delle infezioni e delle malattie. L'accusa che fanno a Gesù è che egli guarisce per rendere ancora più inferma la persona, la rende ancora più vittima del demonio in quanto i suoi poteri gli vengono da satana, il capo dei demoni.

Gesù afferma invece che il potere di satana è finito non per una lotta intestina al suo interno, ma perché è giunto uno più forte di lui. E più forte di satana e dei demoni c'è solo il Dio che si manifesta in Gesù. Gli scribi, le massime autorità religiose di Israele ed esperti della Sacra Scrittura, sanno che l'azione di Gesù può venire solo da Dio, ma poiché ammetterlo significa rinunciare ai propri privilegi e poteri, affermano il contrario e chiamano bene il male e male il bene (Is 5,20).

Quel che è frutto di ignoranza o di fragilità, verrà tutto perdonato, ma dichiarare che l'azione animata dallo Spirito santo è frutto di uno spirito impuro è per Gesù una colpa imperdonabile perché frutto di una malafede che mai si ravvederà: gli scribi si escludono da soli dalla possibilità di ricevere il perdono.

Per l'evangelista i rappresentanti dell'istituzione religiosa sono i veri posseduti dallo spirito impuro che li tiene prigionieri della bestemmia allo Spirito santo.

I familiari conoscono Gesù e sanno che non può essere né un bestemmiatore, né un indemoniato, per loro è semplicemente andato fuori di testa. Ed ecco allora "giunsero sua madre ..." Il fatto che la madre non viene nominata con il proprio nome, Maria, significa che, al di là della figura storica, la madre rappresenta il popolo, ... "i suoi fratelli, e stando fuori ...". E' importante questo particolare: "stando fuori" significa coloro che non hanno compreso la novità dell'annunzio di Gesù.

"... attorno a lui era seduta la folla" : l'evangelista qui usa un termine specifico per indicare che questa folla è mista tra israeliti e pagani, quindi anche gente "impura", ed è anche per questo che stanno fuori.

"Stanno fuori e ti cercano": il verbo "cercare" nel Vangelo di Marco, quando è riferito a Gesù, è sempre negativo: lo cercano sempre con cattive intenzioni.

E vediamo ora le parole tremende di Gesù verso i suoi familiari. "Chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli?" Quelli là fuori, che sono venuti a catturare il pazzo di casa? Ed ecco – e ripetiamo, è solo Marco che conserva l'episodio con questa sua crudezza – "Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno ..." non vede la madre e non vede i fratelli e le sorelle, dice "Ecco mia madre, ed ecco i miei fratelli. Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre".

Coloro che compiono la volontà di Dio. Quindi in questo caso la madre, i fratelli e le sorelle, il clan familiare, non compiono la volontà di Dio.

La volontà di Dio non è riferita a un popolo eletto che deve dominare sulle altre nazioni, ma la volontà di Dio è l'amore di Dio universale.

Filippo Giovanelli
Parrocchia di San Giacomo – Sala

 

 

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"Il Vangelo di Marco: ANNO B"

in "La Messa, occasione di ... catechesi della Parola"

 

Letto 2386 volte Ultima modifica il Martedì, 24 Marzo 2015 09:18

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