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Venerdì, 10 Giugno 2016 12:35

XI Domenica del Tempo Ordinario

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12 Giugno 2016

di Don Paolo Scquizzato,


Prima lettura: 2Sam 12,7-10.13

7Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! Così dice il Signore, Dio d'Israele: «Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, 8ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d'Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro. 9Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l'Ittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti. 10Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l'Ittita».

13Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai.

 

Salmo: 31

Rit.: Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato.

Alleluia, Alleluia, Alleluia.


Beato l'uomo a cui è tolta la colpa

e coperto il peccato.

2 Beato l'uomo a cui Dio non imputa il delitto

e nel cui spirito non è inganno. Rit.

5 Ti ho fatto conoscere il mio peccato,

non ho coperto la mia colpa.

Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»

e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. Rit.

7 Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall'angoscia,

mi circondi di canti di liberazione:

11 Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!

Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! Rit.


Seconda lettura: Gal 2,16.19-21

16sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. 19In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, 20e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. 21Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano.

 

Canto del Vangelo:

Alleluia, alleluia!

Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Alleluia!


Vangelo: Lc 7,36-50.8,1-3

36Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di' pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!».

1 In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici 2e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. (Lc 7, 36-8, 3)

 

OMELIA

 

«È una peccatrice», esclama l'irreprensibile Simone parlando di questa donna ferita accovacciatasi ai piedi di Gesù.

Simone guarda, interpreta, giudica a partire dalla Legge, sempre così chiara e distinta. Usa la Legge come chiave interpretativa della persona. Per questo non ha dubbi su chi merita essere dentro e chi invece è giusto stia fuori, chi è puro e chi è impuro, chi è santo e chi invece è peccatore, chi è buono e chi è cattivo.

Usare la Legge, la norma come ultimo metro di giudizio sull'uomo, è sempre un atto riprovevole.

Le persone non possono essere definite, etichettate e giudicate in base ad una legge, divina o civile che sia. E Gesù questo lo sa bene. Sa che questa donna è oltre ogni legge che la considera impura, peccatrice, e perciò obbligata a disertare certi ambienti, soprattutto le case di stimabili uomini religiosi. Sa che l'essere umano è sempre 'oltre' ogni legge; per lui è piuttosto l'uomo ad essere assurto a criterio e misura della bontà di ogni legge, divina o civile che sia: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!» (Mc 2, 27).

Simone guarda questa donna con l'idea religiosa che la salvezza derivi dall'osservanza scrupolosa della norma, e diviene immediatamente disumano, ipocrita, anche virtuoso ma di una virtù senza amore, in grado di incasellare l'altro in una scacchiera bianca e nera, senza possibilità di riscatto.

Gesù guarda questa donna e vede oltre, e ne contempla già una santa; scorge il germe della 'possibilità' incastonato nel cuore di tutti, anche del più grande criminale e visibile solo a chi ha un cuore grande.

Simone giudica, ossia imprigiona questa donna in ciò che ha fatto, la condanna senza appello bloccandola a vita all'interno della cornice dei suoi errori, identifica la sua vita con la sua colpa.

Ma l'uomo non coincide mai con il male che fa. Per questo Gesù perdona, ossia rompe la cornice e dice a ciascuno che il suo cuore è più grande del suo male, delle sue ferite.

L'amore apre orizzonti.

«Una persona non cambia puntandole il dito facendole vedere i dieci difetti che ha, ma può cambiare solo se le fai vedere l'unica cosa bella che ha» (Luigi Verdi).

Simone in nome della sua concezione religiosa, frena  la vita, la blocca, le impedisce di maturare. Gesù invece porta avanti la vita, aiuta a farla sbocciare, è Luce che fa crescere. Quante volte nel Vangelo Gesù dice alle persone segnate dal male: «Va'...».

'Vai avanti', è l'imperativo dell'amore.

Per Simone questa donna è solo una peccatrice. Invece Gesù – lo sguardo di Dio – non ha mai peccatori davanti sé, egli non vede uomini e donne che hanno infranto la legge, disobbedito un comando, trasgredito precetti, ma solo persone che si sono fatte del male fallendo la vita, sbagliando il bersaglio della felicità, pagando a volte un prezzo altissimo per ferite inferte loro magari da tempi immemorabili e che finalmente si sentono dire "Adesso va' in pace...".

"Tua natura è di essere Amore

inesauribile fonte

di ogni amore:

Amore che te rovina

e noi redime..." (Turoldo)

Clicca qui per andare all'INDICE di questo TEMA: "Commento ai Vangeli della domenica"

 

 

Letto 1707 volte Ultima modifica il Venerdì, 10 Giugno 2016 13:58

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