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Martedì, 25 Maggio 2021 15:00

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

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(Anno B)

- don Squizzato

Prima lettura: (Es 24,3-8)

In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».

Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.

Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».

Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

Amen

Salmo: (Sal 115)

Rit. Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Che cosa renderò al Signore,

per tutti i benefici che mi ha fatto?

Alzerò il calice della salvezza

e invocherò il nome del Signore. Rit.

Agli occhi del Signore è preziosa

la morte dei suoi fedeli.

Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:

tu hai spezzato le mie catene. Rit.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento

e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore

davanti a tutto il suo popolo. Rit.

Seconda lettura: (Eb 9,11-15)

Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.

Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?

Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Ap 1,18)

Alleluia, alleluia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

Alleluia

Vangelo: (Mt 14,12-16.22-26)

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».

Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».

I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Parola del Signore

OMELIA

L’Amore si fa dono senza se e senza ma. L’amore è gratis e immeritato. Non chiede ‘carta d’identità’, o ‘fedina penale’ prima di donarsi. In Giovanni l’unico discepolo che si ‘comunica’ al pane donato da Gesù è Giuda, il traditore. (cfr. Gv 13, 26).

Una certa spiritualità malata ha insinuato l’idea che la comunione eucaristica sia il premio dei buoni, la ricompensa dei puri, la palma per i vincitori. Come se per ricevere la prestazione d’un medico occorresse essere sani, distorcendo il messaggio di Gesù quando dice: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Lc 5, 31).

Il ‘fate questo in memoria di me’ di Gesù, che viene ripetuto durante ogni celebrazione, non sta a significare che bisogna moltiplicare le Messe, ma piuttosto a vivere nella modalità di Cristo, ossia nel dono di sé come seme che muore. “La celebrazione eucaristica realizza se stessa quando fa in modo che i credenti donino “corpo e sangue” come Cristo per i fratelli” (Carlo Maria Martini).

Se ‘fatta la comunione’ si esce di chiesa pensando di aver accresciuto la propria ‘santità’, o di aver semplicemente assolto il precetto domenicale, e non si è disposti a farsi ‘prendere’ e mangiare dall’altro, perdiamo anche ciò che si è ricevuto in chiesa. Non c’è alcun atto magico nel cristianesimo.

Il dono ricevuto se non è ri-donato a propria volta, va perduto.

Diventare pane, perché l’altro mangiando riceva vita; farsi sangue versato, perché l’altro bevendone possa fare esperienza dell’amore che trasforma, significa celebrare l’eucaristia.

CAMMINO DELLA SETTIMANA

Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:

• «Prendete, questo è il mio corpo». «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti.”

• “Il dono ricevuto se non è ri-donato a propria volta, va perduto.

Buon cammino!”

Se hai bisogno di una scheda per guidare la "Liturgia della Parola", sulle letture di questa domenica, la troverai qui:

"Una guida sintetica per condurre la Liturgia della Parola”

 

 

Letto 20633 volte Ultima modifica il Martedì, 25 Maggio 2021 15:11

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