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Domenica, 01 Dicembre 2024 09:47

Trentatreesima domenica del tempo ordinario. Anno B In evidenza

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Trentatreesima domenica del Tempo Ordinario. Anno B

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima Lettura  Dn 12,1-3

Dal libro del profeta Daniele
In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 15

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Seconda Lettura Eb 10,11-14.18


Dalla lettera agli Ebrei

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.
 
Canto al Vangelo (Lc 21,36)


Alleluia, alleluia.

Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.

Alleluia.

Vangelo Mc 13,24-32

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

OMELIA

La cronaca quotidiana ci fa memoria di violenze, distruzioni continue e di un male che pare non avere fine.
Anche la primitiva comunità cristiana s’è trovata avvolta in un male indicibile. Roma, la comunità di cristiani cui Marco si rivolge col suo vangelo, è stata messa a ferro e fuoco da Nerone. Gerusalemme da lì a poco verrà rasa al suolo. E Marco riprende le parole del Maestro per infondere pace e serenità ai suoi. “Non abbiate timore, perché questo dolore è paragonabile a quello che precede il parto (cfr. Gv 16. 21): qualcosa di nuovo sta per nascere”.
Il Vangelo ci ricorda che non stiamo andando verso ‘la fine’, ma verso ‘un fine’.
Non siamo fatti per ‘disfarci’, ma per ‘trasfigurarci’.
Purché ci giochiamo la vita non dietro le stars del momento (nel nostro brano i potenti della storia del Medioriente identificati con il Sole, la Luna e le stelle, considerati in quel tempo dèi), destinate ad eclissarsi (vv. 24-25), ma nei valori proclamati nel vangelo: la condivisione, la cura, la giustizia… Se s’investe sul potere, l’avere, il successo del proprio ego, ci si ecclisserà, mentre se si esce dal proprio io per il bene, la giustizia, la pace, si vivrà in pienezza.
Ci s’illumina solo illuminando gli altri.
Il Vangelo di oggi ci ricorda inoltre che quando il male parrà avere trionfato, quando si assisterà alla manifestazione massima del male, allora contempleremo appieno la gloria di Dio: «Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria» (v. 26). Perché? Semplicemente perché in un venerdì, l’unico santo della storia, è accaduto proprio questo: dinanzi al male assoluto, alla croce di Cristo, alla ‘morte di Dio’, un uomo ha gridato: «davvero quest’uomo era figlio di Dio» (Mc 15, 39): riconoscimento di un amore. Memoria che l’amore riporterà la vittoria solo quando verrà ferito, e che la tenebra, alla fine rivelerà sempre una luce.
 
Paolo Scquizzato
 
Letto 9 volte Ultima modifica il Domenica, 01 Dicembre 2024 09:54
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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