Nella nostra cultura si è imposta la convinzione che basta amare. Si pensa che l'ideale sia fare del padre un amico o un fratello. È un errore che si fa pagare ad alto prezzo. La natura delle cose vuole la distinzione e la salvaguardia delle differenze.
Nel nostro tempo, amore, fidanzamento, fedeltà… sembrano indicare delle realtà che spesso vengono deformate. L’utile, il provvisorio, sostituiscono il “per sempre”, il dono, la stabilità, la durata, la progettualità.
La diversità dell'altro (che è anche sessuale) allarga la conoscenza che io ho della medesima realtà e anche se non prende (nemmeno deve prendere) il posto della mia, dovrebbe condurmi a considerare che ciò che io vedo, sento, sperimento, non è l'ultima parola sul mondo, sull'altro, su Dio stesso.
Penso che gli studiosi dell'infanzia e gli psicologi dell'età evolutiva siano d'accordo sull'assunto che un bambino possa vivere una condizione di felicità quando vengano soddisfatti i suoi bisogni emozionali primari. ... Se tali bisogni primari vengono disattesi è probabile che subentrino nel bambino uno stato di insicurezza e di tristezza esistenziale che possono diventare una seria minaccia al suo sviluppo armonico. Ma i bambini, a differenza degli adulti, non esprimono a parole i propri stati d'animo; il loro linguaggio è prevalentemente ludico e simbolico, ed è attraverso il gioco e i segnali del corpo che comunicano con noi adulti il loro stato di maggiore o minore benessere.
La dipendenza, intesa come capacità di riconoscere l'importanza delle persone con le quali si ha un legame affettivo, viene vista, in quest'ottica, come prerequisito dell'adulthood e dell'autonomia. La richiesta del soddisfacimento dei bisogni di protezione viene considerata una capacità caratterizzante una personalità sana.
I cormorani, capaci di splendidi voli, prima di spiccare il volo definitivo, hanno una regressione a fasi precedenti dello sviluppo; esibiscono - cioè - modi di agire meno organizzati per poi progredire; per esempio, un cormorano quando è già in colonia, "ritorna a casa" per così dire per farsi nutrire di nuovo dai genitori, poi - dopo due o tre giorni — spicca il volo definitivamente, scompare con la sua colonia, senza fare caso ai "cinguettii di chiamata" dei genitori...
L'attenzione verrà focalizzata su come, al fine di gestire la dimensione di cambiamento insita nel ciclo di vita biologico, le società definiscano le forme e i tempi della maturazione del soggetto, istituendo così delle tappe e delle transizioni che plasmano la vita dell'individuo secondo una sequenza e un ordine socialmente determinati
Segnaliamo dal sito Nipoti di Maritain (21/01/13) uno scritto in cui si analizza un aspetto del periodo che precede il matrimonio. Se da una parte si prende atto che la parola "fidanzato" (e il suo significato di promesse e premesse per un futuro insieme) è ormai desueta fra i giovani, dall'altra si rileva che tra le coppie si stabilisce, dopo un inizio amicale, un periodo più intenso che, pur aperto a qualsiasi soluzione, anche alla sua stessa fine, dà spazio a promesse, a fedeltà, dialogo amoroso. Viene proposta con questo articolo una riflessione sul ruolo del corpo nel cammino d'amore.
Accogliendo la lezione conciliare, [i vescovi] affermano perentoriamente che «la famiglia deve divenire soggetto di pastorale», motivando e collocando tale affermazione nell'orizzonte di una rinnovata teologia del matrimonio che riconosce i coniugi come «dotati di grazie, di carismi e di esperienze particolari»