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Venerdì, 18 Giugno 2004 14:15

Lo scopo della scrittura di Atti

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Ecclesiologia degli Atti e giudeo-cristianesimo


di Don Filippo Morlacchi


Lo scopo della scrittura di Atti



  1. La scuola di Tubinga ha voluto vedere in At uno scopo ideologico: risanare la frattura tra cristianesimo petrino (giudeo-cristiano) e paolino (avverso alla legge mosaica).

  2. Altri vi hanno visto un’apologia del Cristianesimo di fronte all’autorità romana, al fine di ottenere lo statuto di "religio licita" al pari dell’ebraismo.

  3. Altri ancora vi hanno visto il "documento di difesa" di Paolo nel corso dell’inchiesta giudiziaria che lo portò alla condanna a morte.

  4. La posizione tradizionale vi vede la ricostruzione della storia e della missione della Chiesa primitiva, per mostrare ai cristiani il compimento del piano salvifico di Dio nella storia. In particolare:



  • Il prologo di Lc (1,1-4) rimane valido anche per At: sono anch’essi un’opera di "storiografia kerygmatica", ossia una ricostruzione storica attenta a mostrare l’andamento complessivo della vicenda, sotto la guida dello Spirito Santo;


  • Luca cerca di far emergere la continuità storica e teologica tra la Chiesa delle origini (apostolica), legata intimamente ad Israele e alle sue tradizioni, e le chiese formatesi in altri ambienti e culture;


  • Sottolinea l’unità del disegno salvifico di Dio: la salvezza è promessa ad Israele nell’AT, si compie in Gesù e si prolunga nella Chiesa, senza alcuna soluzione di continuità. Ne è garante l’opera dello Spirito Santo, dono di Gesù ai credenti, e la tradizione viva della Chiesa.


  • I destinatari sono dunque lettori cristiani (e non pagani, come nell’ipotesi del "libro di difesa" di Paolo) provenienti dal paganesimo, invitati a scoprire la fedeltà creativa di Dio.
Letto 2642 volte Ultima modifica il Venerdì, 18 Giugno 2004 14:27

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