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Venerdì, 18 Giugno 2004 14:15

Teologia universalistica

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Ecclesiologia degli Atti e giudeo-cristianesimo


di Don Filippo Morlacchi


Teologia universalistica


At è stato definito "il vangelo dello Spirito", parallelo al "vangelo di Gesù". La struttura organica di Lc + At risulterà evidente se si considera l’importante inclusione costituita dal duplice richiamo di Is 40,5 ("ogni uomo vedrà la salvezza di Dio") in Lc 3,6 (a proposito del Battista) e At 28,28 (a conclusione del libro, citato in maniera sfumata). All’interno di questo percorso che porta da Gerusalemme fino ai confini della terra si costruisce la vicenda degli Atti.


La storia della salvezza è unica: nei discorsi di Stefano, di Pietro, di Paolo, la figura di Gesù viene presentata come messianica attraverso numerose citazioni dell’AT. Gesù è la nuova chiave per spiegare le Scritture di Israele, che non vengono mai rinnegate o ritenute obsolete. È il Dio di Israele che ha suscitato Gesù dalla stirpe di Davide, lo ha inviato come suo servo ai giudei, consacrandolo con l’unzione dello Spirito, lo ha risuscitato dopo l’ingiusta condanna e la morte causata dal rifiuto.


La teologia di Lc-At è alquanto differente da quella di Paolo. Questo ha fatto pensare che Lc non abbia conosciuto direttamente Paolo (dunque le "sezioni-noi" sarebbero un artificio letterario). È vero che si tratta di due pensieri con notevoli divergenze: in primis l’assenza totale in Lc della teologia crucis. Per Lc la croce è un fatto puramente negativo, è il rifiuto del Giusto da parte del popolo eletto. La salvezza viene vista non nella morte, ma nella potenza della risurrezione messa in atto da Dio il "Dio fedele", che non può vedere la sconfitta del suo progetto universale di salvezza per colpa dell’ottusità umana. Il centro di Lc-At non è "Cristo crocifisso" (cfr 1Cor 2,2), ma il Signore risorto e glorioso. Contro ogni gnosticismo, Lc enfatizza la continuità tra Gesù prepasquale e Kyrios risorto. In questo senso Paolo e Luca presentano due facce complementari del modo di intere la salvezza. Ma una sintonia profonda tra i due si trova nell’apertura universale della salvezza: l’espansione del vangelo oltre i confini di Israele e oltre le pastoie della legge mosaica narrate da At sono l’equivalente della chiave di volta della soteriologia paolina: "non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti" (Rm 10,12). O meglio: la priorità dell’antico Israele è custodita dal Dio fedele: "il vangelo è salvezza per ogni credente, del giudeo prima e poi del greco" (Rm 1,16; 2,9s).


Lc ridimensiona l’impazienza apocalittica della prima generazione cristiana, e dà pieno valore al tempo presente, all’"oggi" della salvezza (ad es. Lc 2,11; 19,9; 23,43).

Letto 2842 volte Ultima modifica il Venerdì, 18 Giugno 2004 14:28

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