Atti 13-14:
il primo viaggio missionario di Paolo
di Don Filippo Morlacchi
Iconio; Listra e l'equivoco licaonio; Derbe
- Il viaggio, avvenuto intorno al 47 d.C., è di ca. 130 km. Iconio era nota per la produzione di tessuti; vi lavoravano molti giudei. Paolo incomincia, come sempre, dalla sinagoga. Il gruppo si divide tra chi li accetta e chi li rifiuta. Di fronte al rischio di una lapidazione, scappano a Listra.
- Listra è una cittadina della Licaonia, ca. 40 km più a sud di Iconio, ma molto meno sviluppata. Forse anche per questo la presenza di giudei era insignificante (non c’era sinagoga); era un contesto di paganesimo molto rozzo e naturalistico. Probabilmente Timoteo era di Listra (At 16,1ss). Di fronte al miracolo compiuto da Paolo davanti alle porte di un tempio, la gente li scambia per Zeus ed Ermes (probabilmente un ricordo del mito di Filemone e Bauci, una coppia che ospitò questi due dèi apparsi in forma umana, e ne furono ricompensati). Gridano in dialetto e non sono capiti; ma quando portano animali da sacrificare, i due si rifiutano strappandosi le vesti. Paolo fa un discorso adatto a pagani, a partire dalla religiosità naturale e non dalla storia sacra. La gente allora inizia a diffidare: se hanno un potere ma non sono dèi, sono pericolosi! I giudei delle città limitrofe si muovono, approfittano della situazione, accusano Paolo di bestemmia e lo fanno lapidare. Paolo ricorda bene, tra le sue prove sofferte per Cristo, questo episodio: "…tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde…": 2Cor 11,25. I discepoli poi andando a recuperare il cadavere lo trovano ancora vivo e lo curano; Barnaba lo porta a Derbe, ca. 50 km a sud-est.
- Lì predicano ancora e fondano un’altra comunità, fermandosi un tempo non precisato, ma non breve.