In questa prima scheda ci soffermiamo su quattro brevi testi dell' Antico Testamento che ci permettono di avviare la riflessione sullo Spirito Santo, il suo progressivo rivelarsi e la sua azione. Iniziamo da alcuni brani del libro di Isaia e da un testo di Ezechiele.
La letteratura sapienziale è uno dei più antiche generi letterari conosciuti. Esempi di letteratura sapienziale risalgono al terzo millennio a.C. per quanto riguarda l’Egitto, e fino al secondo millennio a.C. per quanto riguarda la Mesopotamia. La letteratura sapienziale è anche uno dei generi più profani della letteratura antica; i riferimenti agli dèi e alla religione sono rari
Abbiamo purtroppo molte ragioni per portare il lutto durante la nostra vita, tutte le forme di lutto reali e simboliche... In ogni caso bisogna attraversarle, “viverle” si potrebbe dire, “farle” come dicono spesso i media senza troppo sapere di che cosa si tratta. La Pasqua è una traversata: è addirittura la traversata di salvezza per il cristiano.
In ogni opera letteraria la presenza di un prologo risulta sempre importante e utile per comprendere gli scopi e l'impostazione dell'autore; tanto più questo è vero per un libro come l'Apocalisse, in cui tutto appare misterioso e difficile da capire e che ha suscitato interpretazioni molto diverse nel corso della tradizione.
I «centocinquanta specchi» che compongono il Salterio utilizzano un linguaggio particolare per narrare «le nostre rivolte e le nostre fedeltà, le nostre agonie e le nostre risurrezioni», il linguaggio poetico.
Accingersi a leggere il libro dell'Apocalisse non è impresa facile; infatti, ci si imbatterà in ardue difficoltà interpretative; una di queste riguarda certamente il linguaggio simbolico che veicola il messaggio del libro. Questa difficoltà, seppur a livelli diversi, accomuna i non addetti ai lavori come gli studiosi, prova ne è la molteplicità di interpretazioni che nella storia dell' esegesi sono state date a determinate immagini simboliche.
Bisogna studiare l’esperienza israelitica di Dio, innanzitutto nella storia; gli Israeliti però fecero l’esperienza di Dio anche nella natura, e in questo caso subirono l’influsso delle credenze di altri popoli in misura molto maggiore che nel precedente.
Il libro più usato della Bibbia è il Salterio. Fino a prima del Concilio vaticano II ogni sacerdote e membro di un ordine monastico aveva l'obbligo di recitarlo integralmente ogni settimana. Eppure forse è il libro più difficile della sacra Scrittura.
Chi in questi anni usa abitualmente il Salterio per pregare le Lodi o i Vespri, ricorda a memoria il numero di alcuni salmi: il Sal 22 è Il Signore è il mio pastore. Se però prende in mano La Bibbia di Gerusalemme, si accorge che il Sal 22 è diventato il Sal 23. Come mai?
Il libro dei Salmi viene chiamato in ebraico sefer rhillfm, «libro delle lodi», dalla radice ebraica hll, che significa appunto «lodare», da cui proviene il nostro «alleluia». Il nome ebraico del libro, dunque, ci dà un'indicazione relativa al contenuto: i salmi sono fondamentalmente lodi.