I due libri riflettono in modo indipendente la situazione della comunità ebraica nel sec. II. È un tempo di crisi di sopravvivenza, in cui l'ebraismo rischia di scomparire nel grande calderone della cultura ellenistica, migrata dall'Oriente e diventata l'ideologia dominante.
Nei testi profetici e storici della Bibbia si parla di una forma di insegnamento sapienziale negli ambienti della corte e del tempio. Il re Salomone è presentato come il prototipo del “re saggio”.
Il Libro dei Salmi è il più citato nel Nuovo Testamento, dove si contano oltre un centinaio tra citazioni esplicite e allusioni.
Il discorso prende l'avvio con un superlativo dalla forma così misteriosa da suscitare sicuramente la curiosità dei cristiani di Corinto tesi alla ricerca di esperienze straordinarie.
Destinatari del Libro di Daniele sono gli ebrei sottoposti alla persecuzione e costretti sotto minaccia di morte a rinnegare la propria fede.
È inutile cercare di ricostruire gli spostamenti di Gesù, leggendo i Vangeli come dei reportages, le loro divergenze rendono comunque i tentativi illusori.
Il libro di Ezechiele è una grande narrazione autobiografica, composta di sezioni in prosa e in poesia, nata dalla comunicazione orale. Il profeta dell'esilio ricorre a diverse forme narrative...
a cura di Giorgio De Stefanis
Geremia annuncia un tempo di rinnovamento interiore. Egli constata l'incapacità del popolo a essere fedele alla legge sentita come estranea e oppressiva. Egli pensa alla possibilità di ricuperare il cuore umano come sede delle decisioni.
Leggere e meditare Osea può fare riscoprire l'amore incredibile di Dio. Un amore che sceglie ancora e sempre la sua sposa, nonostante le sue infedeltà, le sue miserie, le sue povertà.